Page 13 - RIVISTA NOIQUI DICEMBRE 2023
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bruno brundisini
narcisistico, vivrà l’esperienza del rapporto duale in maniera totalizzante e sconvolgente.
IL FEMMINICIDIO Cercherà nella donna uno specchio dell’immagine di quel sé perfetto che non trova. Il
meccanismo psicologico è questo: io ti amo perché vorrei essere come te, ma nel momento
in cui non riesco ad essere come te ti odio e ti uccido. Già Platone diceva che l’esperienza
Con l’espressione “violenza di genere” si intendono le manifestazioni di aggressività eser- umana dell’amore è la più potente delle follie. Nell’innamoramento si entra in una condizio-
citate dall’uomo nei confronti della donna, sulla base della differenza tra i due sessi. In ne di trance, di rottura degli equilibri e dei codici. L’amore, come dice Recalcati, non è solo
questa definizione, assai generica, rientrano molteplici forme di abuso che vanno dalla vio- ritrovarsi, ma anche perdersi nell’assenza di confini. Si vive la paura dell’abbandono e dello
lenza psicologica, quale lo stalking, le umiliazioni, a quella sessuale, come lo stupro, fino a smarrimento e per questo si vuole costruire una coppia il cui legame escluda la possibilità
quella estrema del femminicidio. In genere l’uccisione è preceduta da numerosi episodi di di una separazione, poiché non si è in grado di accettare la propria solitudine. Ci si incontra
abuso psicologico e fisico che molto spesso non vengono denunciati per paura o vergogna, per caso, ma si vuole rimanere uniti per sempre. Ciò comporta la richiesta di rinunciare
oppure vengono sottovalutati dalle istituzioni che, appena chiamate, dovrebbero interve- alla propria libertà. Qui troviamo il paradosso fondamentale dell’amore: “Io voglio che tu
nire. Si tratta di un fenomeno che all’inizio la donna può ritenere “normale” e che procede sia mia, che tu sia prigioniera, ma non voglio che tu sia mia perché ti tengo in prigione, ma
sottotraccia, in un crescendo, fino a concludersi col tragico evento. In altri casi, come ha perché lo desideri, quindi “libertà prigioniera” (Recalcati). Oltre a questo, c’è un altro para-
postulato la psicologa americana Lenore Walker la violenza ha un carattere ciclico, dove si dosso dell’amore che è l’incompatibilità di fondo tra le dinamiche del desiderio e la costan-
alterna la fase attiva (active batteria incidents) alla fase della contrizione amorosa (loving za della presenza dell’oggetto che si desidera, cioè la sua familiarizzazione, che tende a can-
contrition) detta anche “luna di miele”, in cui il partner si dimostra dispiaciuto e pieno di cellarne la carica erotica. È quella che Adorno chiama “intimità alienante”. Si cerca quello
attenzioni e promette che non si comporterà più in modo violento. Questa fase di quie- che è difficile avere e che, quando si ha, non viene più cercato. Il desiderio si regge su un
te e pentimento può essere voluta per finalità manipolatorie, oppure essere involontaria, equilibrio difficile fra assenza e presenza, tra conoscenza e mistero. Anche a livello sociale
esprimendo una vera instabilità emotiva. In entrambi i casi questo comportamento ciclico l’incontro del genere umano con la femminilità è problematico e, come dice Freud, avviene
è senz’altro più pericoloso rispetto a un atteggiamento di violenza continua e crescente, con il rifiuto. Ciò perché la donna ha sempre rappresentato un mistero, una inconoscibilità,
che genera allarme. Infatti, la fase di quiete può avere un effetto rassicurante sulla donna e una singolarità, a differenza del maschile che è invece identità collettiva con un suo mo-
smorzarne la rabbia, spingendola a ripensamenti, per esempio, a recedere da una separa- dello nella divisa, ad esempio nella uniformità dell’abbigliamento. Pertanto, la femminilità
zione già programmata, per poi nuovamente farla precipitare nella violenza dei maltratta- è confronto con l’eteros e con la libertà. Sono molteplici i modi con cui a livello sociale si
menti. è cercato di incappucciare la femminilità uccidendone l’eteros. Tra questi abbiamo l’im-
È questa l’impostazione di un conflitto assai rozzo e colmo di squallore, che rientra in magine della donna vista solo nella
una concezione del rapporto a due definito in modo improprio di tipo patriarcale. Tale maternità o, al contrario, come sem-
descrizione, oltre ad essere estremamente generica e applicabile a tante altre situazioni di plice oggetto del godimento o come
rapporti tra le persone che non rientrano nella violenza di genere, non tiene conto degli proprietà, incorporata nel fantasma
approfondimenti psicologici che portano al femminicidio, a prescindere dalle influenze maschile. Purtroppo, in alcuni casi
del contesto culturale e sociale. l’impadronirsi della libertà avviene
Infatti, spesso la violenza di genere e l’omicidio hanno la loro origine in un grave distur- con la violenza e con la morte.
bo narcisistico della personalità dell’uomo, che purtroppo viene spesso misconosciuto e Bruno Brundisini
nascosto. Per comprendere il meccanismo di questa patologia dobbiamo fare riferimento
agli studi di Heinz Kohut, che è considerato il caposcuola della psicoanalisi del Sé. Kohut
parla di uno stadio fisiologico di narcisismo primario del bambino, in cui egli non è ancora
capace di entrare in relazione con l’altro e quindi indirizza a sé la funzione libidica. Soltan-
to dopo aver superato il complesso di Edipo il bambino potrà effettuare un investimento
pulsionale su un oggetto esterno, il cosiddetto “oggetto d’amore”, con richiesta di empatia
da parte dei genitori. Se quest’ultima manca, egli tenderà a reinvestire l’energia libidica di
nuovo su se stesso. In questo caso si genererà il narcisismo secondario che, a differenza di
quello primario, è patologico. Invece una buona empatia da parte dei genitori renderà il
bambino capace di tollerare le frustrazioni e permetterà un progressivo ritiro degli investi-
menti narcisistici primari con lo sviluppo di strutture interne proprie, che hanno la funzio-
ne di regolamento delle emozioni e di adattamento all’ambiente. Quando il rapporto tra il
bambino ed i genitori non è empatico, lo sviluppo non si completa, per cui i bisogni espres-
si dal bambino rimangono di tipo arcaico ed egli sarà alla continua ricerca del sé. Pertanto,
da adulto, sarà alla ricerca di qualcuno capace di fornirgli un rispecchiamento della pro-
pria grandiosità. Potrà trovare l’immagine del sé in un rapporto incestuoso di fantasia con
la madre, idealizzando in lei la figura della donna perfetta. Nel passo successivo si avrà la
traslazione dell’investimento pulsionale dalla figura materna a quella di un’altra donna, la
sua compagna o moglie o fidanzata. L’individuo, già carico della complessità del disturbo
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