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carmelita caruso
innovativo dell’amico.”
Orazio Gentileschi il più precoce, Dopo un periodo di intensa attività a Roma (affreschi in Santa Maria della Pace e in San
intelligente e spregiudicato Silvestro; San Francesco con le stimmate alla Galleria nazionale), il pittore si recò nelle
Marche intorno al 1610 e lavorò a Fabriano e ad Ancona; di questo periodo sono la Madon-
na col bambino e Santa Francesca Romana (Urbino, Galleria nazionale); allo stesso periodo
interprete appartiene la pala con i Santi Cecilia, Valeriano e Tiburzio già sull’altar maggiore della chie-
tra i pittori caravaggeschi italiani. sa di Santa Cecilia a Como, oggi nella Pinacoteca di Brera a Milano.
Nel 1613, Gentileschi lasciava Roma, dopo il processo per stupro della figlia Artemisia con-
Orazio Gentileschi nacque a Pisa nel luglio del 1563; il padre era Giovan Battista Lomi, tro l’amico pittore Agostino Tassi. Fino al 1619, l’artista soggiorna a Fabriano, lasciando
un’artista fiorentino che si era trasferito a Pisa, da qui il suo firmarsi “Fiorentino”. ampie testimonianze pittoriche del suo passaggio anche nei lavori ad affresco realizzati per
Il cognome Gentileschi era quello materno, mentre il cognome paterno era Lomi, il Duomo della città e per la chiesa di San Benedetto.
cognome con il quale la figlia Artemisia in un periodo della sua vita si firmerà. Orazio Dal 1621 al 1623 il pittore si trova a Genova dove dipinge su committenza sabauda per Car-
ebbe anche due fratelli più grandi, Baccio ed Aurelio entrambi pittori. lo Emanuele I. l’Annunciazione, conservata nella Pinacoteca Sabauda di Torino e poi a Pari-
Tramite il fratello Aurelio, che gli fu maestro, fu influenzato dall’arte del Pontormo e dei gi alla corte della Regina di Francia, Maria dè Medici, la quale aveva raggruppato intorno a
manieristi toscani. se numerosi artisti di origine toscana, importando la novità della pittura italiana nell’Euro-
All’età di tredici anni Orazio si reca a Roma, dove rimase fortemente colpito dalle opere di pa del nord.
Caravaggio; tuttavia, non aderì mai profondamente allo stile caravaggesco, trattenuto dalla Nel 1626 Orazio Gentileschi lascia la corte francese per quella inglese di Carlo I: le sue ope-
sua educazione fiorentina e da un intenso amore per la bella maniera, che lo spinse ad ela- re, permeate di novità e classicismo, sono molto gradite dall’aristocrazia inglese.
borare una raffinata eleganza pittorica. Qui fa parte del cenacolo culturale di Lord Arundel, a contatto con i protagonisti della cul-
Sotto il papato di Gregorio XII, quindi fu messo al servizio delle imprese decorative di tura britannica del Seicento, fra cui con tutta probabilità Francis Bacon.
Gregorio e di Sisto V, decorazioni che erano l’ultimo respiro del manierismo. Tra il 1587 e Il lavoro del Gentileschi si era arricchito degli studi sulla luminescenza ispirati al Caravag-
il 1588 lavorava nelle sale sistine della biblioteca vaticana e pare che attendesse a lavori da gio, senza imitarlo, l’artista fu in grado di sviluppa una cifra creativa autonoma che univa
orafo realizzando, nel 1593, le medaglie di Clemente VIII. Sembra che il tirocinio di Ora- la sua formazione fiorentina, basata su forme nitide, pulite, raffinate e aristocratiche, con il
zio fosse molto lungo in effetti la sua pittura fu sempre molto lenta e metodica. naturalismo del genere caravaggesco.
Nel 1600, Gentileschi stringeva amicizia con Michelangelo Merisi, il Caravaggio in occa- A fianco dei pittori della scuola di Utrecht la luce che illumina i suoi lavori diventa nordica
sione della testimonianza, a favore dell’amico, nel processo per diffamazione intentato dal e fredda, conferendo ai soggetti rappresentati una veridicità unica.
pittore Giovanni Baglioni (1573 – 1643). Ormai Orazio Gentileschi godeva di enorme fama internazionale.
Baglioni aveva sporto denuncia nei confronti di Caravaggio, Gentileschi, Ottavio Leoni Fama accresciuta a Parigi, dove era stato chiamato alla corte di Maria dè Medici, e ampliata
e Onorio Longhi, accusandoli di aver diffuso in città dei poemetti satirici e diffamatori a a Londra dove era stato chiamato da George Villiers, primo duca di Buckingham.
sfavore del suo onore e reputazione; questi, stampati in diverse copie, furono distribuiti in Orazio Gentileschi muore a Londra nel 1639, lasciando alla pittura nordica, forte di una
tutta Roma. lunga tradizione realista, nuovi spunti per un notevole e ricco sviluppo.
Secondo l’artista, le motivazioni di tale gesto erano da rivenire nell’invidia dai suoi colle- Carmelita Caruso
ghi, verso la sua “Resurrezione”, dipinta per la Chiesa di Gesù, una commissione di presti-
gio che aveva suscitato odio e disprezzo.
Fino a quest’incontro, Gentileschi aderiva al tardo Manierismo in voga, ma la frequenta-
zione dello studio e delle opere di Caravaggio, lo indussero presto a rinnovare i suoi pen-
nelli.
Nella Madonna col Bambino, né la Vergine, né il piccolo Gesù guardano l’osservatore: tutto
rimane trattenuto all’interno della tela e l’essenza dell’opera è giocata sul reciproco scambio Orazio Gentileschi
di sguardi e contatti tra madre e figlio.
Una delicatezza che lo contraddistingue rispetto alla crudezza e al pathos di Caravaggio,
anche nell’adozione di una rifinitura pittorica ancora di tradizione toscana.
Nella Vergine con il Bambino, se non fosse per il bordo dorato dell’aureola, il soggetto po-
trebbe sembrare una scena profana. L’effetto della calda vicinanza è reso dall’uso magistrale
del colore: su uno sfondo spento, di toni ocra e bruni, il dipinto accende la luce negli in-
carnati di madre e figlio e nella tripartizione di colori puri, rosso, giallo e blu, scelti per gli
abiti.
“Nella poetica di Gentileschi, non si percepisce mai la solennità rituale che caratterizza
l’argomento sacro, ma al contrario, l’artista adotta sempre un registro sentimentale intimo
e familiare. La naturalezza della scena e l’impostazione luminosa prossima all’estetica cara-
vaggesca testimoniano come Gentileschi avesse filtrato e rielaborato in profondità lo stile
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