Page 54 - RIVISTA NOIQUI GIUGNO 2021
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E AnGOLO #nOIquIRAccOnTA
S LUCIANO ZAMPINI
S DENTRO IL VIAGGIO
La luce scende come la mano di una mamma ad accarez-
E zare dolcemente le cose.
Riflessi degli ultimi spasmi si ritirano tra l’oscurità che die-
tro l’angolo attende di compiere la sua metamorfosi.
R Li in quell’istante si concepisce per l’ennesimo istante
l’attesa disputa tra il principio e la fine, un passaggio obbli-
gato per ogni evoluzione della specie.
E Lucciole, luna, lupi, gufi tutti chiamati a rapporto, a pre-
senziare la mutazione dell’ora e del tempo.
Guardingo il fiume scorre nella sommossa di continue
rapide fino a colpire quel fronte nero e chiedere riparo,
mescolandosi così in un amplesso tra il dolce e il salato.
N Il vento ora prende corpo e la sua scia prima invisibile col-
pisce, si aggrappa alle cose, le flette e ne fa riflesso vivente
O sulle pareti oscurate.
Capitanate dalla cecità le finestre cominciano a lampeggiare disegnando puzzle dalla
soluzione mai definita.
N In sordina il qui e ora si fonde diventando il punto di riferimento sobillando l’ango-
scia, confondendo gli animi rappresentando l’essere e l’appartenere come unica scelta
per continuare.
Quante meraviglie in un solo attimo e, la consuetudine del viverle distrattamente ci
traghetta nell’oblio della non riflessione.
A Non c’è cieco più cieco di chi non vuol vedere e dimentica che anche i colori parlano.
In questo creato che ci accompagna siamo solo un viaggio dentro il viaggio di qual-
P cun altro, di qualcun altro e ancora qualcun altro….
FRANCO CARTA
P KAMIKAZE
A In quinta elementare nella squadra di calcio giocavo centravanti, ero fortissimo nel
colpire la palla di testa e nel campetto in terra battuta quante battaglie e quanti gol.
R Poi un giorno, il caso mi fece un regalo: il portiere della nostra squadra si infortunò,
non avevamo riserve, ed essendo io il più alto fui catapultato dal mio allenatore tra i
pali.
I Fu un esordio col botto, capii subito che quello fosse proprio il mio ruolo.
Non uscii più da quella solitudine che sprizzava adrenalina da tutti i pori, in difesa
R avevo il grado di generale, controllavo, disponevo, arginavo.
Il mister mi soprannominò Kamikaze per il coraggio suicida che secondo lui dimo-
stravo nelle uscite, incurante dei rischi incutevo rispetto e timore agli attaccanti av-
E versari.
Quante emozioni un gioco di squadra per un solitario...
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periodico mensile del gruppo NOIQUI