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Loredana Abatini
NON GIUDICARE
ARMA DEI CARABINIERI
Non ti voglio giudicare.
Ma tu, per favore, smettila di rubare. UN’ECCELLENZA DEL NOSTRO PAESE
Non ti voglio giudicare. (seconda parte)
Ma tu, gentilmente, finiscila di trattarmi male.
Gli “Alamari” sono il segno distintivo degli appartenenti all’Arma dei Carabinieri che si
Non bisogna giudicare, accompagna alla loro uniforme fin dal 13 luglio 1814. Gli Alamari nel mondo militare sono
ma tu, ti prego, smettila di fare mobbing sul lavoro, ornamenti particolari che un tempo, oltre a costituire un motivo di eleganza esteriore, designavano
di licenziare quelle donne che stanno per procreare, l’appartenenza a un Corpo elitario distinguendone i componenti da tutti gli altri soldati. Il nome,
o chi, per cattiva salute, fa fatica a lavorare. di origine araba “allamar” cordicella, indicava delle guarnizioni che abbellivano le asole dei
bottoni dell’uniforme per cui venivano applicati sulle patte delle tasche, sui risvolti al petto degli
Non ti voglio affatto giudicare. abiti, sui paramani. Essi apparvero sulle uniformi, verso la fine del XVII secolo e da subito
Ma tu, ti supplico, non fare più guerre servirono per distinguere le truppe dei reggimenti reali, ossia di quei reparti scelti che erano
e non uccidere chi, come te, posti alle dirette dipendenze del sovrano. Un nucleo sceltissimo per doti personali e per qualità
ha diritto di vivere, di gioire e di amare. professionali che generalmente andava a costituire la cosiddetta “guardia” e i reggimenti che ne
facevano parte erano solitamente accompagnati dagli appellativi “reali” o “di Sua Maestà” (ad
Non bisogna giudicare. esempio: Carabinieri Reali, Dragoni di sua Maestà ecc.). Nei documenti più antichi gli Alamari
Ma tu, dimmi, perché continui a sono indicati come “azzole”, proprio perché guarnivano gli occhielli delle asole. Gli Alamari
urlare, a picchiare, a stuprare. per i soldati venivano realizzati in gallone più o meno ripiegato che poteva essere di filato d’oro,
d’argento o di stoffa. Gli Ufficiali portavano Alamari con motivi ornamentali in genere a foglia,
No, non ti giudicherò mai più o meno elaborati a seconda del rango. Per quanto riguarda la tradizione italo – piemontese,
se alcune volte ti comporti in modo inadeguato. sono già della fine del 600 le disposizioni che concedono gli Alamari alle Compagnie Guardie
Ma, se quel tuo comportamento del Corpo. Quando Vittorio Emanuele I re di Sardegna, il 13 luglio 1814, istituì il Corpo dei
è recidivo e reiterato, Carabinieri Reali, volle che esso occupasse il primo posto per rango nell’Armata Sarda per
è bene che tu sia giudicato e condannato. questo e per i compiti istituzionali di polizia del tutto specifici ed esclusivi, il sovrano concesse
ai suoi appartenenti il prestigioso distintivo degli Alamari, oltre all’appellativo “reali”. Quindi i
Carabinieri di ogni ordine e grado avevano l’abito ornato di Alamari al colletto, ai paramani e
Annalisa Potenza, docente, scrittrice, counselor e pedagogista sulle patte delle tasche, quelli degli Ufficiali erano in filo d’argento che rappresentava un intreccio
di foglie d’acanto, una felce simbolo di particolare elezione, gli altri militari li avevano in filo
bianco ed erano a forma di gallone ornato nella parte terminale con una nappina frangiata. La
foggia degli Alamari si è mantenuta quasi inalterata nel tempo fino ad oggi.
Illustri personaggi della storia d’Italia, hanno scritto quanto segue sull’Arma dei Carabinieri
CARABINIERI
“Calma, severa, tacita, compatta, ferma in arcione,
gravemente incede la prima squadra, e dietro
al Re s’accampa in chiuse file.
Pendono alle selle, lungo le staffe nitide, le canne
delle temute carabine.
Al lume delle stelle lampeggian le sguainate sciabole.
Brillan di sanguigne tinte i purpurei pennacchi,
irti ed immoti come bosco di pioppi irrigidito.
Del Re custodi e della legge, schiavi sol del dover,
usi obbedir tacendo e tacendo morir; terror dei rei,
modesti ignoti eroi, vittime oscure e grandi; anime
salde in salde membra, mostran nei volti austeri,
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