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bruno brundisini



               della domanda” fa sì che in chi prega si sviluppi una consapevolezza della richiesta per una
 RIFLESSIONI SU DIO  messa a fuoco del problema con possibile ricerca di una soluzione. In questo processo viviamo

               l’esperienza del limite come individui e capiamo di far parte di un grande cammino umano nel
 Fin da quando eravamo bambini, ci hanno insegnato a pensare Dio come l’Essere supremo,   quale non siamo i padroni assoluti.

 creatore di tutte le cose visibili ed invisibili, che gestisce la natura e la storia. Abita il cielo   Nella visione transteista la materia riacquista il suo significato divino e quindi tutto l’universo

 e comunque  il soprannaturale, in una dimensione di eternità, e da lì interviene  con la sua   riprende quella sua sacralità che il dualismo creazionista gli aveva tolto (Paolo Squizzato). A

 misericordia e la sua giustizia. Tale interpretazione è perfettamente espressa nel detto popolare   questo proposito riporto alcuni passi di quella meravigliosa preghiera che è l’Inno alla Materia
 “non si muove faglia che Dio non voglia”. È un Dio a cui talvolta, interpretando in maniera   di Teilhard de Chardin “Benedetta sii tu potente Materia, evoluzione irresistibile, realtà sempre

 letteraria le Scritture, abbiamo dato degli attributi che corrispondono alla nostra umanità. Un   nascente, tu che spezzando ad ogni momento i nostri schemi ci costringi ad inseguire sempre

 guerriero, un individuo di sesso maschile, anziano, quindi padre (non madre), bianco. Un Dio   più oltre la Verità. Benedetta sii tu, universale Materia, durata senza fine, Etere senza sponde,
 a cui rivolgiamo delle preghiere perché possa cambiare la sua idea su qualcosa che ci fa stare   triplice abisso delle stelle, degli atomi e delle generazioni, tu che travalicando e dissolvendo le

 male e quindi compiere un miracolo. Un Dio che cerchiamo di ingraziarci per ottenere dei   nostre anguste misure ci riveli la dimensione di Dio”.

 benefici. Un Dio a cui chiediamo delle indulgenze per noi e per le anime dei defunti nostri   La riflessione transteista procede in pieno accordo con i progressi scientifici, espressioni del
 cari, che immaginiamo stiano scontando i loro peccati in un luogo chiamato Purgatorio, che   paradigma evolutivo, in particolare della fisica quantistica, della cosmologia e delle neuroscienze.

 ha un suo tempo in anni e un suo spazio. Un Dio a cui abbiamo costruito delle chiese, grandi   Il transteismo propone una lettura  assolutamente  metaforica e simbolica dei testi  biblici e

 capolavori di architettura, di pittura, di scultura, ove celebriamo le nostre liturgie. Si tratta di   soprattutto dei Vangeli. In essi vi è la narrazione di un Gesù storico che presenta incongruenze
 un modo di pensare Dio anche molto rassicurante, come un interlocutore, che ci conosce nelle   di vario tipo con la realtà sociale e culturale della Palestina a quei tempi. Occorre pertanto non

 parti più profonde dell’anima, vede e sa tutto, a cui chiediamo perdono per i peccati e da cui ci   fermarsi ad un’interpretazione letterale, ma risignificare il testo ad un livello teologico e poi

 aspettiamo giustizia e misericordia.   spirituale. A questo proposito è molto chiara la teologa Annamaria Corallo “I miracoli di Gesù

 Questo  modo  di  intendere  Dio,  chiamato  teismo,  ha  accompagnato  il  mondo  giudaico  –   non sono un reportage di fatti realmente accaduti, ma sono un modo di raccontare l’identità di
 cristiano per moltissimi secoli. Esso, soprattutto dal quarto secolo in poi, nei Concili di Nicea   quest’Uomo nel quale abbiamo percepito la trasparenza del Divino”.

 (325 d.c.), Costantinopoli (381 d.c.) e Calcedonia (451 d.c.) ha ricevuto una configurazione                            Bruno Brundisini

 teologica e dogmatica atta a consolidare il potere della nascente Chiesa. Tuttavia, col progredire
 della ricerca scientifica e col maturare della riflessione teologica, questa concezione del divino

 è entrata in crisi. Infatti, da alcuni decenni, in occidente, da parte di molti studiosi cristiani si

 va affermando una postura teologica completamente diversa del concetto di Dio, chiamata

 transteismo o posteismo. I due termini sono fondamentalmente sinonimi e stanno ad indicare un
 superamento dell’antropomorfismo divino e di ogni forma di dualismo, compresa la distinzione

 fra spirito e materia.

 Il transteismo crede nel divenire di una realtà imperfetta continuamente in evoluzione verso la
 perfezione. Questo paradigma dinamico della realtà si contrappone nettamente al paradigma

 statico che postula all’inizio un mondo perfetto dato da un atto creativo in cui l’uomo e la donna

 sono visti come l’apice di quella creazione che piace a Dio e poi corrotti dal peccato verso un
 progressivo declino. Questa pienezza di creazione fa pensare che la perfezione si trovi all’origine

 e va quindi custodita negando ogni forma di evoluzione (Annamaria Corallo). I teologi del

 transteismo ritengono invece che Dio e l’universo non siano due entità distinte e separate, con
 un creatore (che magari ha cessato di creare, quindi non più creante) ed un creato, ma siano

 la stessa realtà (Paolo Squizzato). Credere in un Dio esterno alla natura ha fatto dissociare la

 materia che, diventando altro dal creatore, ha perso la sua sacralità. Ciò ha avuto un effetto

 devastante nel corso dei secoli sotto vari profili, non ultimo quello ecologico.
 Il transteismo, a differenza del teismo, non immagina Dio come un essere supremo distante e

 distaccato dal mondo, che avrebbe pur sempre una sua realtà ontologica simile agli altri esseri,

 ma postula una visione unitaria di tutto l’esistente senza scissione tra spirito e materia. Viene
 superata la dicotomia fra creatore e creato e il concetto stesso di creazione quale è espresso nelle

 religioni monoteiste. Viene inteso Dio come fonte dell’essere, relazionalità piena, immanente e

 presente nel tutto e in ognuno di noi. Una metafora di questa interpretazione ci è offerta dalla

 spiritualità dei nativi americani “Dio dorme nella pietra, sogna nel fiore, si desta nell’animale,
 sa di essere desto nell’essere umano”. Tutto ciò non significa perdere un interlocutore a cui

 rivolgersi nella preghiera, ma al contrario scoprire la grande ricchezza che è in noi. In realtà nella

 prospettiva transteista la preghiera di richiesta o la supplica sembra priva di ogni significato,
 poiché rivolta a noi stessi. Tuttavia, come fa osservare la teologa Annamaria Corallo, la “pedagogia




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