Page 9 - RIVISTA NOIQUIGIUGNO 2024
P. 9
bruno brundisini
della domanda” fa sì che in chi prega si sviluppi una consapevolezza della richiesta per una
RIFLESSIONI SU DIO messa a fuoco del problema con possibile ricerca di una soluzione. In questo processo viviamo
l’esperienza del limite come individui e capiamo di far parte di un grande cammino umano nel
Fin da quando eravamo bambini, ci hanno insegnato a pensare Dio come l’Essere supremo, quale non siamo i padroni assoluti.
creatore di tutte le cose visibili ed invisibili, che gestisce la natura e la storia. Abita il cielo Nella visione transteista la materia riacquista il suo significato divino e quindi tutto l’universo
e comunque il soprannaturale, in una dimensione di eternità, e da lì interviene con la sua riprende quella sua sacralità che il dualismo creazionista gli aveva tolto (Paolo Squizzato). A
misericordia e la sua giustizia. Tale interpretazione è perfettamente espressa nel detto popolare questo proposito riporto alcuni passi di quella meravigliosa preghiera che è l’Inno alla Materia
“non si muove faglia che Dio non voglia”. È un Dio a cui talvolta, interpretando in maniera di Teilhard de Chardin “Benedetta sii tu potente Materia, evoluzione irresistibile, realtà sempre
letteraria le Scritture, abbiamo dato degli attributi che corrispondono alla nostra umanità. Un nascente, tu che spezzando ad ogni momento i nostri schemi ci costringi ad inseguire sempre
guerriero, un individuo di sesso maschile, anziano, quindi padre (non madre), bianco. Un Dio più oltre la Verità. Benedetta sii tu, universale Materia, durata senza fine, Etere senza sponde,
a cui rivolgiamo delle preghiere perché possa cambiare la sua idea su qualcosa che ci fa stare triplice abisso delle stelle, degli atomi e delle generazioni, tu che travalicando e dissolvendo le
male e quindi compiere un miracolo. Un Dio che cerchiamo di ingraziarci per ottenere dei nostre anguste misure ci riveli la dimensione di Dio”.
benefici. Un Dio a cui chiediamo delle indulgenze per noi e per le anime dei defunti nostri La riflessione transteista procede in pieno accordo con i progressi scientifici, espressioni del
cari, che immaginiamo stiano scontando i loro peccati in un luogo chiamato Purgatorio, che paradigma evolutivo, in particolare della fisica quantistica, della cosmologia e delle neuroscienze.
ha un suo tempo in anni e un suo spazio. Un Dio a cui abbiamo costruito delle chiese, grandi Il transteismo propone una lettura assolutamente metaforica e simbolica dei testi biblici e
capolavori di architettura, di pittura, di scultura, ove celebriamo le nostre liturgie. Si tratta di soprattutto dei Vangeli. In essi vi è la narrazione di un Gesù storico che presenta incongruenze
un modo di pensare Dio anche molto rassicurante, come un interlocutore, che ci conosce nelle di vario tipo con la realtà sociale e culturale della Palestina a quei tempi. Occorre pertanto non
parti più profonde dell’anima, vede e sa tutto, a cui chiediamo perdono per i peccati e da cui ci fermarsi ad un’interpretazione letterale, ma risignificare il testo ad un livello teologico e poi
aspettiamo giustizia e misericordia. spirituale. A questo proposito è molto chiara la teologa Annamaria Corallo “I miracoli di Gesù
Questo modo di intendere Dio, chiamato teismo, ha accompagnato il mondo giudaico – non sono un reportage di fatti realmente accaduti, ma sono un modo di raccontare l’identità di
cristiano per moltissimi secoli. Esso, soprattutto dal quarto secolo in poi, nei Concili di Nicea quest’Uomo nel quale abbiamo percepito la trasparenza del Divino”.
(325 d.c.), Costantinopoli (381 d.c.) e Calcedonia (451 d.c.) ha ricevuto una configurazione Bruno Brundisini
teologica e dogmatica atta a consolidare il potere della nascente Chiesa. Tuttavia, col progredire
della ricerca scientifica e col maturare della riflessione teologica, questa concezione del divino
è entrata in crisi. Infatti, da alcuni decenni, in occidente, da parte di molti studiosi cristiani si
va affermando una postura teologica completamente diversa del concetto di Dio, chiamata
transteismo o posteismo. I due termini sono fondamentalmente sinonimi e stanno ad indicare un
superamento dell’antropomorfismo divino e di ogni forma di dualismo, compresa la distinzione
fra spirito e materia.
Il transteismo crede nel divenire di una realtà imperfetta continuamente in evoluzione verso la
perfezione. Questo paradigma dinamico della realtà si contrappone nettamente al paradigma
statico che postula all’inizio un mondo perfetto dato da un atto creativo in cui l’uomo e la donna
sono visti come l’apice di quella creazione che piace a Dio e poi corrotti dal peccato verso un
progressivo declino. Questa pienezza di creazione fa pensare che la perfezione si trovi all’origine
e va quindi custodita negando ogni forma di evoluzione (Annamaria Corallo). I teologi del
transteismo ritengono invece che Dio e l’universo non siano due entità distinte e separate, con
un creatore (che magari ha cessato di creare, quindi non più creante) ed un creato, ma siano
la stessa realtà (Paolo Squizzato). Credere in un Dio esterno alla natura ha fatto dissociare la
materia che, diventando altro dal creatore, ha perso la sua sacralità. Ciò ha avuto un effetto
devastante nel corso dei secoli sotto vari profili, non ultimo quello ecologico.
Il transteismo, a differenza del teismo, non immagina Dio come un essere supremo distante e
distaccato dal mondo, che avrebbe pur sempre una sua realtà ontologica simile agli altri esseri,
ma postula una visione unitaria di tutto l’esistente senza scissione tra spirito e materia. Viene
superata la dicotomia fra creatore e creato e il concetto stesso di creazione quale è espresso nelle
religioni monoteiste. Viene inteso Dio come fonte dell’essere, relazionalità piena, immanente e
presente nel tutto e in ognuno di noi. Una metafora di questa interpretazione ci è offerta dalla
spiritualità dei nativi americani “Dio dorme nella pietra, sogna nel fiore, si desta nell’animale,
sa di essere desto nell’essere umano”. Tutto ciò non significa perdere un interlocutore a cui
rivolgersi nella preghiera, ma al contrario scoprire la grande ricchezza che è in noi. In realtà nella
prospettiva transteista la preghiera di richiesta o la supplica sembra priva di ogni significato,
poiché rivolta a noi stessi. Tuttavia, come fa osservare la teologa Annamaria Corallo, la “pedagogia
8 periodico mensile del gruppo NOIQUI periodico mensile del gruppo NOIQUI 9