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B
UNO BRUNDISINI
la GUerra, IMperatIvo Morale:
UccIdI
Il principio
etico di non
uccidere è ra-
dicato nel-
la coscienza
dell’uo mo ,
per cui anche
il criminale
che ammaz-
za, in genere
si rende conto
di agire con-
tro una rego-
la morale. La
grande ecce-
zione a tale
legge etica è presente nella mentalità di chi combatte in guerra. Ciò sem-
bra un inesplicabile paradosso, che spinge a mettere in dubbio l’esistenza del
principio morale prima esposto, facendo dire a Freud che non c’è amore per
il prossimo, gli esseri umani sono una masnada di criminali e che nei popoli
civilizzati alberga l’assassino come nei primitivi. In effetti la storia dell’uomo
è insanguinata da continui massacri e il contenuto di ogni guerra è l’uccisione
del proprio simile, per cui, in tale circostanza, l’assassinio non solo è lecito,
ma è addirittura un imperativo morale: tu devi uccidere! Nell’esperienza psi-
cologica della guerra l’uomo tratta la morte e l’odio come qualcosa di pubbli-
co, che non gli appartiene e che quindi prescinde dalla propria responsabilità.
Nella realtà bellica, indipendentemente dai motivi per cui si combatte, si ha
sempre il capovolgimento del rapporto fra ragione e istinto, col primato di
quest’ultimo. In altri termini emerge il contenuto immorale dei nostri sogni,
cioè dell’inconscio, che non conosce la legge morale e vive nel grande oggi,
nell’adesso. Uno studio approfondito delle motivazioni che portano l’indi-
viduo a combattere è stato effettuata nel secolo scorso da Franco Fornari,
dando un’interpretazione psicanalitica a partire dall’esperienza sconvolgente
della Seconda guerra mondiale. Per Fornari la guerra è data dallo scatenarsi
di comportamenti psicotici e allucinati. Al fine di comprendere i meccanismi
psicologici che sono alla base di questo sovvertimento morale, dobbiamo fare
riferimento agli studi di Freud sull’Es, sull’Io e sul Super-Io, le tre istan-
ze della personalità la cui interazione genera il comportamento. Com’è noto
l’Es è la parte primitiva che comprende le pulsioni interne e i comportamenti
irrazionali volti ad ottenere il piacere immediato. Con lo sviluppo della per-
sonalità, nel bambino, si viene poi a formare l’Io che segue il “principio di
verifica della realtà” grazie al quale l’energia istintiva dell’Es viene repressa.
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