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LuCIA LO bIAnCO
di un discorso personale in cui lei, l’autrice, racconta e si racconta.
A voi il mio mare, il mare del tramonto La prima impressione de “Il Mare del Tramonto” è di immergersi in un’atmosfera di colori forti
ed evanescenti al tempo stesso. Questa poesia di appena otto versi, su due strofe, esemplifica
il principio portato avanti dalla poetica della Dickinson: versi brevi ed incisivi dotati di sintesi
(Una lettura di “The Sea of Sunset”, “Il mare del tramonto” di e concisione e tali da leggersi in una sola seduta, secondo i dettami dello scrittore Edgar Allan
Emily Elizabeth Dickinson) Poe. I colori si riproducono a livello esponenziale riuscendo a farci intravedere il “Mar Gial-
lo” (v. 2), il “traffico viola” (v. 5) o “le balle di opale” (v. 6), pietra simbolo di trasformazione,
The Sea of Sunset Il Mare del Tramonto cambiamento. La poesia ha ritmo, immediatezza e dinamicità tipici di una tradizione orale. La
narrazione procede a scatti in un gioco di insistenze che ci spinge a fermarci mentre ci sprona
This is the land the sunset washes, Questa è la terra che il tramonto bagna, ad andare avanti, quasi la Dickinson si divertisse a tenderci dei tranelli.
These are the banks of the Yellow Sea; queste sono le rive del Mar Giallo; Ai nostri occhi così compare il mare e il suo mistero, pinne e conchiglie fosforescenti che ci
Where it rose, or whither it rushes, dove è sorto, o dove si precipita, riportano ai famosi “water snakes” (serpenti marini) della già citata “Ballata del vecchio marina-
These are the western mystery! questi sono il mistero occidentale! io” di Coleridge. Il potere del poeta è di creare dal nulla con il dono dell’immaginazione, eser-
Night after night her purple traffic Notte dopo notte il suo traffico viola citando un rapporto con il lettore che sempre Coleridge chiamava “poetic faith” (fede poetica).
Strews the landing with opal bales; cosparge il pianerottolo di balle di opale; Proprio questa qualità evoca una scena reale e fatata al contempo, “vele fatate” “s’immergono e
Merchantmen poise upon horizons, mercanti in bilico sugli orizzonti, svaniscono” in modo fuggevole, lasciando la sensazione di un momento magico sulla spiaggia
Dip, and vanish with fairy sails si immergono e svaniscono con vele fatate. che non durerà per sempre: arriverà presto il buio della notte e le vele si allontaneranno verso
l’orizzonte.
Il Mar Giallo, nonostante le lettere maiuscole, non sembra avere alcun riferimento geografico,
Il fascino misterioso del mare non finisce mai di colpire l’immaginazione degli artisti secondo come confermerebbe il verso “questi sono il mistero occidentale” (v. 4). La mescolanza tra re-
una tradizione vera da sempre. Ne sono testimonianza i dipinti, le sculture con rappresenta- ale e irreale è la forza e, sicuramente, l’intenzione del testo come pure il desiderio di espandere
zioni di creature marine, i romanzi e le creazioni poetiche che hanno presentato l’ambiente del l’idea delle dimensioni del mare del tramonto, vasto e scintillante a dismisura ai nostri occhi.
mare nella sua multiforme essenza, passando dal bello al sublime e confermandone l’assoluto Ritmo ora spezzato, ora incalzante il verso della Dickinson riesce a rimbalzare da un ambito les-
potere e impatto sull’essere umano. sicale e sentimentale all’altro mantenendosi su livelli schietti e arguti. Tutto il testo si configura
Il mare è un variopinto set di colori dall’alba al tramonto. Oggi si è purtroppo trasformato in come una metafora estesa dell’esistenza, una breve ma efficace narrazione di una vita che volge
teatro di sofferenza e di morte, soprattutto nel “Mare Nostrum” che ha accompagnato la no- al tramonto, seguendo il corso del mare. Ci ritroviamo così, allora, come poveri mercanti, “in
stra crescita culturale ed umana. I poeti nel tempo si sono sbizzarriti per presentare il mare e bilico” sull’orizzonte del mondo.
gli oceani come forza superiore e distruttiva. Samuel Taylor Coleridge, nel “The Rime of the
Ancient Mariner” (La ballata del vecchio marinaio), ci presenta un contesto ricco di simboli Lucia Lo Bianco
e immagini dove il viaggio spirituale dell’essere umano attraversa tutte le sue fasi, dal peccato
fino alla Redenzione e alla Salvezza, caricandosi di pregnanti suggestioni cristiane e bibliche.
Il mare può, però, anche colorarsi di striature romanticheggianti, come nel celebre sonetto
“One day I wrote her name upon the strand” (Un giorno scrissi il suo nome sulla sabbia) del
poeta rinascimentale Edmund Spenser, dove la forza distruttrice del mare viene sconfitta dal COME SE IL MARE SEPARANDOSI...
potere della poesia e dell’arte di immortalare ciò che è effimero e quindi destinato a scompa-
rire. Molte le interpretazioni e le atmosfere riprodotte da poeti e scrittori nel panorama lette-
rario mondiale, come un rapido sguardo alle poesie sul mare può testimoniare.
Succede anche di leggere versi limpidi proveniente da una voce ferma, implacabile e protesa
verso una costante ricerca formale, come quelli di Emily Dickinson, poetessa nata ad Amherst,
nel Massachusetts, nel 1830 che si configura come presenza appartata eppure così armoniosa
e presente nel panorama della letteratura americana. L’intenso processo riflessivo e meditativo
della Dickinson riesce non solo a carpire le sfumature impalpabili del reale ma anche e so-
prattutto ad afferrare ciò che l’occhio e la sensibilità comune non riescono a percepire. Emily
Elizabeth Dickinson interpreta brillantemente le istanze volatili della poesia.
“The Sea of Sunset” è un esempio lampante della necessità comunicativa ed espressiva della
Dickinson. I suoi versi sono un perenne esame di coscienza, una ricerca ultima delle sfumature
della natura che nella sua asciutta commozione non appare mai banale. La poetessa scandaglia
i diversi strati del mondo che la circonda elaborando una vera e propria fenomenologia di gio-
ia e dolore, partecipazione emotiva e oggettiva osservazione, conducendo il lettore all’interno
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