Page 84 - RIVISTA NOIQUI LUGLIO 2023
P. 84

o abbrustolito. Sembra già troppo raffinato per rispondere all'instabilità di una barca e del-                                                               rebbe dolorosamente la sapidità delle vongole, trasformando il piatto della libertà in un monco,

                le diete dei pescatori, per quanto affascinante e verosimile. Ma la storia della cucina italiana                                                             parziale, mal riuscito spaghetto allo scoglio (dove invece ci vanno le cozze, ben più resistenti e

                si è sviluppata così, lasciando campo alla fantasia per coprire i buchi inevitabili della realtà.                                                            corazzate all'acidulo del pomodoro). Tutti d'accordo, gli spaghetti alle vongole in bianco sono
                Segnare il punto iniziale da cui è sbocciata l'epica degli spaghetti alle vongole, con 7500 chi-                                                             la regola base, il resto è fantasia e inclinazione personale.

                lometri di coste, è decisamente un'impresa da Ulisse della gastronomia, che di stelle ha quelle

                nel cielo e di mappe possiede solo quelle incomplete.                                                                                                        Quello che rende gli spaghetti alle vongole il piatto easy rider degli italiani, è la scenografia
                                                                                                                                                                             dell'immaginario, costruito sapientemente in una manciata di decenni. Il punto zero del welfare

                Ma se fosse giusto così, se fosse possibile smettere, o quantomeno sospendere l'ossessione                                                                   scacciapensieri, l'evasione dal dovere quotidiano che sublimò nella nascita del concetto di we-

                per la ricostruzione identitaria dei piatti nel tempo, almeno una volta? Anche perché non c'è                                                                ekend (e poi della villeggiatura), il passaggio obbligatorio della società contemporanea dal post-
                bussola che trovi il nord di fronte alla semplicità di questo inno alla gioia, agognato come un                                                              bellico alla pace definitiva. La noia è un concetto borghese, diceva qualcuno. Ed è qui che si crea

                lusso prezioso, benchmark assoluto dei primi piatti di pesce: in un ipotetico sondaggio sulle                                                                la scintilla dell'attimo in cui gli spaghetti alle vongole si tramutano in ticket to ride dall'insoffe-

                preferenze, gli spaghetti alle vongole guadagnerebbero il primo posto senza nemmeno fatica-                                                                  renza urbana, liberando i capisaldi di un sogno che comincia con un finestrino abbassato, un
                re troppo. Perché sì, sono lo zenit della meraviglia, ma è anche l'immaginario di libertà che si                                                             pullover in eccesso e le sneakers tolte al volo per ficcare i piedi sulla sabbia, per incarnarsi in un

                trascinano automaticamente dietro. Non amano le sovrastrutture, gli spaghetti alle vongole,                                                                  singolare che sa di collettivo e in un riflessivo grammaticalmente errato, ma troppo potente per
                per questo richiedono la massima precisione nella sequenza di un procedimento teso a sfio-                                                                   spingere alla correzione: "Andiamo a farci uno spaghetto alle vongole?". Il dove, sottinteso, è il

                rare, di volta in volta, una perfezione di tanti elementi. "Nella ricetta c'è tutto, tranne l'essen-                                                         mare più vicino, o il ristorante di fiducia con i fuori menù sussurrati con complicità carbonara.

                ziale" sosteneva il re degli chef Gualtiero Marchesi citando il compositore Gustav Mahler, e                                                                 Gli spaghetti alle vongole sono una dichiarazione d'amore implicita, l'attimo in cui si decidono
                nulla potrebbe descrivere meglio l'avvicendamento di eventi che conduce all'agognata infor-                                                                  i destini di una relazione o di un'amicizia, persino il rapporto con sé stessi. Per scappare una

                chettata. I fattori sono tanti, il primigenio è solo uno: vongole fresche e spaghetti di qualità                                                             giornata al mare/solo e con mille lire, e concedersi il piacere primigenio del piatto di pasta più

                altissima. Pasta lunga, ovviamente, al massimo vermicelli più sottili o linguine piatte, ma ne-                                                              universa(bi)le del mondo.
                gli ultimi anni hanno preso spazio gli spaghettoni che offrono ben più superficie al palato.

                Cottura al dente, ça va sans dire, o persino al chiodo, prima di essere mantecati. Per quanto

                riguarda le vongole, in alternativa vanno fortissimo anche i piccoli cugini telline e lupini, i
                fasolari grandi e ramati, rari (e più buoni crudi) i tartufi di mare. La fortuna di incappare nel-

                le veraci italiane, striate fuori e gonfie di sapore dentro, è sempre più chimerica, ma con un

                po' di sorte e insistenza si può ottenere il meglio. Per spurgare le vongole con cura in acqua
                leggermente salata c'è chi aggiunge un pugnetto di farina di mais, che pare aiuti i molluschi

                nella loro operazione di filtraggio: non c'è cosa peggiore della sabbia tra i denti durante lo

                spaghetto alle vongole, è la profanazione suprema dell'attimo fuggente.


                                                                        La rumba gentile della preparazione comincia dopo:

                                                                        farle aprire in padella a calore moderato, pochi se-
                                                                        condi per non tramutarle  in caucciù,  e  tenere  da

                                                                        parte il prezioso liquido che servirà a mantecare la

                                                                        pasta. Via con le decisioni: aglio schiacciato, in cami-
                                                                        cia, tritato grossolano, infuso nell'olio? E quale olio,

                                                                        poi, più o meno profumato, persistente o leggero?
                                                                        Peperoncino o pepe? Qui c'è già una concordanza

                                                                        di intenti: il troppo piccante devasta la delicatezza

                                                                        dei molluschi, meglio dosare con giudizio. E il prez-
                                                                        zemolo? È la chiusura del piatto post mantecatura:

                                                                        rigorosamente fresco e tritato, colpetto erbaceo ai

                                                                        recettori del palato per completare l'opera d'arte del-
                                                                        lo spaghetto alle vongole perfetto. Progressivamente

                                                                        abbandonata la sfumata al vino bianco, dopo aver

                                                                        imparato che allunga i tempi di cottura e rende le
                                                                        vongole più dure, e risolta la grande diatriba sugli

                                                                        spaghetti alle vongole e pomodorini: sì a un paio di

                                                                        datterini piccoli da schiacciare leggermente nell'olio                                                                           SPAGHETTI AL NERO DI SEPPIA E VONGOLE
                                                                        per sporcare il sughetto, leggerissimi e rinfrescanti,

                                                                        no assoluto alla passata di pomodoro che annulle-





                84   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                                                                                                                                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                       85
   79   80   81   82   83   84   85   86   87   88   89