Page 59 - RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2021
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IRIS vIgNOLA



                  Comprese all'improvviso il suggerimento della stellina, nello stesso momento in cui si
                  avvide di un folto gruppo di ippogrifi, i magici cavalli alati. Cercò di catturarne uno,
                  tuttavia, dopo una corsa estenuante e vana, si sedette per riposare, scoraggiato.
                  <Non riuscirò mai...> Continuava a ripetere a se stesso. Attese la notte e, senza far
                  rumore, si avvicinò al branco. D'un balzo montò in groppa a quello che risultava più
                  vicino a lui: si trattava di un bellissimo esemplare bianco, dal portamento maestoso,
                  con un paio di ali possenti. In un primo momento l'animale si ribellò e, scalciando
                  all'impazzata, tentò di disarcionarlo; infine si arrese di fronte alla caparbietà del giova-
                  ne e si lasciò domare. Al suo comando, si alzò in volo con ampi movimenti delle ali.
                  Per la paura, Giuseppe chiuse gli occhi e pregò Dio! Quando li riaprì, la Terra, sotto di
                  lui, era divenuta piccola, piccola e al contrario le stelle erano sempre più grandi.
                  <Ascoltami – gli disse la sua stellina quando le fu abbastanza vicino – se desideri ve-
                  ramente vivere per sempre accanto a me, esiste un'unica possibilità: divenire anche tu
                  una stella!> Il povero giovane non era preparato a questo e restò alquanto perplesso
                  da questa soluzione; l'idea di perdere l'aspetto umano non gli piaceva affatto. Ciono-
                  nostante, la sua indecisione fu di breve durata e, certo che tutto ciò fosse scritto nel
                  libro del suo destino, accettò di buon grado. <Dimmi, mia cara, come potrò diventare
                  simile a te?> Le domandò. <Dovrai soltanto concentrarti con grande volontà e la
                  forza del tuo amore, unito alla magia della Fata della Notte compiranno il miracolo.>
                  Gli rispose. Lo spazzacamino, dopo avere dato una rapida occhiata al pianeta sul quale
                  non sarebbe mai più tornato, seguì il consiglio dell'amata e si concentrò.
                  La Fata agitò la sua bacchetta. Pochi istanti dopo il suo corpo subì la trasformazione:
                  gli arti e la testa si allungarono per divenire le cinque punte della stella nascente e,
                  nella parte centrale, apparvero gli occhi, il naso e la bocca. Quando l'incantesimo fu
                  completo, si sollevò maggiormente, trovando spazio
                  a fianco alla sua stellina innamorata, mentre il bian-
                  co ippogrifo si allontanava per far ritorno verso la
                  Terra, in un volo armonioso. Da allora, nelle notti
                  serene, se si osserva con attenzione il firmamento, si
                  possono distinguere due piccole stelle molto vicine
                  che, guardandosi teneramente, si sorridono.















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