Page 11 - RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2022
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fRAnCEsCA pATITuCCI



 LA GUERRA: RIPERCUSSIONI FISICHE E PSICOLOGICHE SUI BAMBINI…

 LE FERITE INVISIBILI.
 Sono qui ad evidenziare, come voce di popolo, ciò che è sotto gli occhi di tutti.
 I bambini vittime della guerra, con molta probabilità, sono più numerosi di quanto sappiamo.
 Decine di centinaia di altri bambini nascosti in rifugi antiaerei, scantinati, stazioni della metropolitana e altre aree sotterra-
 nee. Vedono e sentono missili, bombe, carri armati. Vedono le loro case distrutte, persone insanguinate e frenetici tentativi
 di evacuazione.
 Vediamo bambini piangere per i raid aerei e salutare i propri papà ai confini.
 Pare che solo nel Donbass siano state distrutte e demolite 780 scuole.
 La loro unica colpa quella di esser nati in quella parte di mondo.
  Ma le guerre non causano solo morte o danni fisici. Hanno sicuramente un impatto notevole sulla salute mentale: depres-
 sione, stati d’ansia e disturbi da stress post-traumatico. Colpiscono l’esercito, i civili, uomini e donne, bambini e adulti, ma
 anche gli sfollati e i rifugiati.
 La guerra può uccidere i genitori, i fratelli e la comunità di un bambino. Le famiglie spesso divise. Scuole e strutture sani-
 tarie decimate. In queste situazioni, tutti i sistemi di sostegno dei più piccoli, ossia genitori, parenti, amici, scuole, vengono
 a mancare. Pertanto, ci saranno bambini spaventati, soli e confusi le cui vite saranno cambiate negativamente, e purtroppo
 per sempre.
 Assistere a tali conflitti provoca traumi a grandi e piccini ma, ovviamente, chi paga le conseguenze più dure sono proprio
 le categorie più fragili.
 Dolore, rabbia, autocolpevolizzazione, incredulità, depressione e ansia sono stati tutti ben documentati nei bambini che
 hanno vissuto in prima persona cosa significa vedere la propria casa bombardata e demolita in un attimo.


 Esiste un corpo di ricerca molto ampio ed esteso sull’impatto della guerra sullo sviluppo cognitivo dei bambini.
 Secondo l’Adverse Childhood Experiences (ACE), cioè le esperienze avverse dell’infanzia vissute dai bambini, come ap-
 punto la violenza, hanno una forte relazione con la loro vita da adulti; quindi, anche quando la violenza di guerra è cessata.
 Studi e ricerche confermano che l’esposizione diretta dei bambini al trauma della guerra porta a disturbi psichiatrici.
 Per questo, la guerra che si sta svolgendo in questi giorni in Ucraina ha un impatto imprevedibile sui bambini.
 È più che comprensibile che ferite inflitte ai bambini che fanno esperienza della guerra siano «cicatrici mentali profonde»,
 come le descrive l’ONU. Ma, nel contempo, un numero sempre maggiore di riviste mediche-scientifiche ci regala anche
 speranza, ricordando che i bambini sono spesso resilienti agli stress psicologici causati dalla violenza, forse anche più degli
 adulti.
 Quindi, una duplice visione del medesimo percorso.
 Come ha sottolineato il professor Renos Papadopoulos, direttore del Centre for Trauma, Asylum and Refugees della Uni-
 versity of Essex: «I bambini sono snaturati da questa loro esperienza, ma crescono anche grazie ad essa».
 Ciononostante, pochi giorni fa, L’UNICEF ha dichiarato: «Si ritiene che ogni bambino coinvolto nel conflitto nell’Ucraina
 orientale abbia bisogno di supporto psicosociale». Non si tratta solo di una questione geopolitica e umanitaria, ma anche
 di salute pubblica. Saranno necessarie strategie a lungo termine per sostenere coloro che sono stati esposti al conflitto in
 Ucraina. Nell’immediato sono necessari supporti psicosociali capaci e in grado di offrire buona qualità dei servizi.
 È chiaro che si auspica che questa guerra abbia termine al più presto. Ogni giorno che passa, sempre più ucraini e non
 solo, saranno messi in pericolo con conseguenze devastanti sulla loro psiche, inevitabilmente. Le loro vite non potranno
 ritornare come prima, nessuno potrà restituire loro ciò che gli è stato sottratto, che non è poco.


 La storia ci insegna che la guerra genera orrore, niente altro.
 Come se non bastasse, il conflitto russo-ucraino arriva mentre stiamo combattendo da circa tre anni la pandemia da Co-
 ronavirus che pure ha impattato notevolmente sulla salute mentale generale. Dunque, i danni psicologici della guerra in
 Ucraina si incrociano all’emergenza sanitaria che tuttora viviamo.


 Nessuno ne resta illeso, sia che si guardi il conflitto da uno schermo, sia che si venga coinvolti in prima linea a combattere.
 “Spero che si rafforzi la convinzione che le guerre, tutte le guerre sono un orrore. E che non ci si può voltare dall’altra parte, per non vedere
 le facce di quanti soffrono in silenzio”. Le parole di Gino Strada ancora oggi echeggiano come un macigno di fronte a quanto
 stiamo vivendo e a quanto abbiamo vissuto.
 Oltre agli evidenti danni psicologici, causati dall’aver assistito ad eventi di violenza estrema, ci sono una miriade di cause in
 apparenza di minore entità, e sono spesso trascurate, elementi che quotidianamente possono apportare danni psico-sociali
 ad un bambino che è stato sradicato dalla sua famiglia, dalle sue abitudini e trapiantato in una nuova comunità.
 Non è semplice per loro, non è semplice per noi, un po’ più lontani dal territorio del massacro. Non è facile sforzarsi di   ROSA DI MAGGIO
 vivere in maniera normale e dignitosa, mentre intorno a noi accade tutto questo.
 Stare sempre in tensione ed ascoltare nuove notizie ci crea molta ansia e disagio ma se è vero che la conoscenza rende   Sfogliami come il vento
 forti, è altrettanto vero che può portare al catastrofismo.                                                  scorre un libro
 La nostra speranza è che i tavoli di pace abbiano un suono più forte dell’o-                                 soffiami con veemenza dentro
 dio e delle bombe… e che i bambini ucraini, uomini del nostro domani,                                        e accarezzami tra le pagine
 possano essere liberati da tanto dolore subito e che non trova giustificazio-
 ne alcuna.                                                                                                   solca i pensieri più profondi
 Chiudo questa breve riflessione chiedendomi come possa una madre, per                                        i  sogni più intimi
 quanto amore possa nutrire versi i propri figli, proteggerli dalle brutture di                               spazza via questi oscuri momenti
 questo nostro tempo, da chi entra nella vita altrui come un bisonte, sven-
 trandola senza misericordia umana o divina.                                                                  rendimi rosa di maggio
 FRANCESCA PATITUCCI                                                                                          nel tuo impetuoso amore.


                                                                                                              Luciano Zampini















 10   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                        11
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