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fRAnCEsCA pATITuCCI InTERvIsTA IL REgIsTA STEFANO MARIA PALMITESSA
Questa intervista la dedichiamo al regista teatrale e Direttore Artistico dell’A. I. M. C. (Accademia Italiana di Musica
Contemporanea) Stefano Maria Palmitessa. INTERVISTA ALLA DRAMMATURGA aLIDA CAsTAgnA
1) LEGGENDO IL SUO RICCO BACKGROUND, VEDO CHE LEI HA ALL’ATTIVO DIVERSE OPERE
TEATRALI, TRA CUI NOMI ALTISONANTI COME: SHAKESPEARE, OSCAR WILDE, PIRANDELLO 1) MI PARE D'AVER INTESO CHE, LEGGENDO IL COPIONE DEL DOTTOR KNOCK, SE NE SIA
ED ALTRI. INNAMORATA DA SUBITO.
Cosa può raccontarci dell’esperienza di mettere in scena opere di tali grandi mostri sacri della cultura del teatro? Ci piacerebbe capire le motivazioni e le emozioni che ha provato. Chi è davvero Doctor Knock ? Sì, mi è piaciuto imme-
Io come collaboratore nella Direzione Artistica e nella Vice Presidenza dell’Accademia della Musica Contemporanea, ho diatamente e credo di non essere la sola a trovarlo geniale. L’idea di mettere in scena questo testo è nata dal regista, Stefano
fatto grandissime esperienze musicali, ma ormai sono molto lontane nel tempo. Quindi è stato un mio lavoro di gioventù. Maria Palmitessa; e quando l’ho letto ho capito che era il testo giusto al momento giusto.
Per quanto riguarda la messa in scena di spettacoli teatrali relativi ai classici, io posso vantare nella mia carriera diverse rap-
presentazioni: ho fatto anche lavori su Shakespeare tipo Riccardo III in chiave moderna intitolandolo “Riccardo III on the 2) QUALI SONO LE SUE ESPERIENZE PASSATE COME DRAMMATURGA E SE C’È UN’ESPE-
beach “, che è stato uno spettacolo molto interessante, pieno di novità una sorta di attualizzazione di Shakespeare. RIENZA ALLA QUALE È LEGATA PARTICOLARMENTE, DAL PUNTO DI VISTA ARTISTICO E DI
Per quanto riguarda sempre il teatro classico devo dire che ho fatto delle esperienze con “Il Giardino dei Ciliegi” di Cechov ARRICCHIMENTO PERSONALE.
e anche una delle tappe del teatro tradizionale. Ma tra tante cose conservo nella mia memoria “Mirra” che fu uno spettacolo Ho lavorato molto con Stefano, creando spesso dei copioni adatti al suo teatro che si ispira a quello dei burattini. Lo
anche questo molto profondo, pieno di rimandi alla psicoanalisi ed era un lavoro di Vittorio Alfieri che noi riadattammo spettacolo a cui sono più legata è Chi ha suonato la sirena, un testo surreale che affronta in modo ironico e disarmante
con il titolo “L’Offerta di Mirra” , che per me ha rappresentato un passaggio definitivo verso la rielaborazione di testi che la tematica ambientale. Ma forse quello che amo di più è un monologo che ho portato in scena io stessa, sempre con la
avevano, diciamo, un velo di polvere sopra, che abbiamo provato a togliere. Quindi il mio passaggio nel mondo della tra- regia di Stefano, e che considero il mio capolavoro: Deportazioni multiple, che racconta la storia tenera e drammatica, e
dizione poi è stato in particolare recentemente, in questi giorni con l’opera di Jules Romains. con un finale sconvolgente, di una donna affetta da un inizialmente lieve ritardo mentale, finita in manicomio all’età di 14
“Knock o il Trionfo della Medicina” ritengo sia insieme a “La Gatta Cenerentola” di Giovan Battista Basile che ho messo anni e restituita alla “vita” soltanto trentacinque anni dopo. Ricordo che, per scriverlo, ho dovuto attendere di trovare una
in scena circa tre anni fa, tra i lavori più riusciti della mia regia. soluzione drammaturgica all’impossibilità di mettere in scena, con il rischio di ridicolizzarla, una persona cognitivamente
2) CI PARLI DEL SUO TEATRO D’AVANGUARDIA EUROPEO E ATTRAVERSO QUALE CANALE LO così impoverita. E la soluzione è arrivata da sola, una notte. In un momento di dormiveglia ho immaginato che Maria, la
HA POTUTO ESPRIMERE AL MEGLIO. protagonista, potesse “godere” o meglio essere afflitta ogni notte da trenta minuti di lucidità grazie ai quali poter raccon-
Come detto io mi esprimo molto con la sperimentazione teatrale. Io sono figlio degli anni 60’ e quindi delle Avanguardie tare e far muovere in scena il suo doppio, Maria la rimbambita: un modo per far arrivare il suo dolore, in modo credibile e
Storiche del teatro e dico figlio e non genitore perché all’epoca io amavo abbeverarmi di attori del calibro di Carmelo Bene. potente, al cuore dello spettatore.
Quindi, noi siamo nati con queste capacità di tali grandi artisti di capovolgere e di stravolgere la visione del teatro, quindi
quella che era la più comune: Grotovski in particolare, appunto Carmelo Bene, ma anche prima Berthold Brecht, che han- 3) UN GIUDIZIO SULL'AUTORE DEL COPIONE DIVENTA PREPONDERANTE, DATA LA SIM-
no dato a tutti noi una spinta verso l’innovazione. BIOSI CHE SI CREA TRA I DUE RUOLI.
Io sono un regista che ama il nuovo, ama provare i nuovi linguaggi del teatro e spero che, nelle mie performances, abbia Ho conosciuto Jules Romains proprio grazie a Knock, ovvero il trionfo della medicina , un’opera geniale scritta nel
saputo delineare anche uno stile personale riconoscibile che faccia dire, al di là dell’apprezzamento in quanto il gusto è lontano 1923, un’opera il cui meccanismo ricorda per certi versi La visita della vecchia signora, un dramma di Friedrich
sempre soggettivo, “questo è il teatro di Palmitessa”. Dürrenmatt scritto nel 1955. Nell’opera di Romains un medico trasforma inesorabilmente la popolazione di una piccola
3) DA COSA NASCE L’IDEA DI “KNOCK O IL TRIONFO DELLA MEDICINA” E COSA VUOL FAR AR- cittadina in una congrega di malati, in quella di Durrenmatt , che tra l’altro è il testo che occupa il primo posto in assolto
RIVARE AI SUOI SPETTATORI CON L’ESPRESSIONE - CONOSCERE PER RIVELARE - nella mia classifica, abbiamo una vecchia signora che riesce a trasformare la popolazione di una cittadina onesta in un covo
Dunque, Knock nasce da impressioni molto forti della mia fanciullezza. Io ero un bambino, c’erano le prime televisioni di criminali. Entrambi mettono in scena la paura della malattia: Romains fa agire la paura, più intima e individuale, della
in bianco e nero e avevo la fortuna di averne una e vidi questo “Knock o il Trionfo della Medicina” rappresentato dal malattia e della morte, mentre Durenmatt aziona la paura della miseria, che in fondo è la più grave delle malattie sociali.
grande Alberto Lionello, che veniva dal teatro di tradizione, ma anche d’ avanspettacolo, e dal teatro di rivista più che
avanspettacolo, mi correggo. Grande artista dotato di rilevante sensibilità. Io mi ricordo da giovanissimo che mi divertii 4- QUAL È IL PERSONAGGIO PIÙ ACCATTIVANTE DELL’OPERA IN QUESTIONE E QUALE ASPET-
tanto e questa impressione mi è rimasta così impressa che, a distanza di tantissimi anni, in coincidenza con il dramma della TO HA PERSONALIZZATO, DURANTE LA RAPPRESENTAZIONE CONCRETA?
pandemia, dovuta al Covid, mi è tornato alla mente, facendo riaffiorare quelle impressioni su un soggetto che ho trovato Senza dubbio è il dottor Knock, spregiudicato ma anche appassionato personaggio. Il suo sdoppiamento, nato da un’esi-
perfettamente aderente al tempo che stiamo vivendo, perché alla base di Knock o il Trionfo della Medicina c’è questa forte genza di regia, è ciò che mi ha divertito di più sia nella riscrittura, sia nel vederlo impersonato sulla scena. Alla richiesta del
critica alla strumentalizzazione della medicina, alla manipolazione che qualcuno può operare sulle persone, approfittando regista di ridimensionare la parte di Knock e di affiancargli un personaggio, dopo una prima esitazione, ho deciso di “farlo
della permeabilità propria dell’animo umano e quindi influenzandole magari oltre il dovuto o comunque in maniera non ammogliare”. La signora Knock avrebbe potuto essere un’antagonista del dottore ma ho preferito invece che ne fosse il
corretta, qualche volta anche per fini molto prosaici. Quindi non ho trovato di meglio che riprendere questo testo e farlo prolungamento e il rafforzamento. In questo modo ho potuto mantenere le stesse battute, modificandole quel tanto che
adattare da Alida Castagna, mia collaboratrice di sempre, drammaturga per la quale ho creato testi originali da lei creati, e basta per renderle adatte al nuovo personaggio che fa di lei una complice assoluta e tronfia. Quando parla di lui, non ne
metterlo in scena in questi giorni al Teatro “Le Salette”, debbo dire con un bellissimo successo di pubblico. omette mai la definizione che li collega: mio marito il dottore, è una sorta di tormentone nel dialogo della signora Knock.
Continuando poi con - conoscere per rivelare -, si è la mia cifra stilistica poiché io amo quella terra di mezzo tra il palco- Mantenere le battute il più possibile fedeli al testo di provenienza è stato per me un atto dovuto; ciò che è perfetto non si
scenico e la platea che è scissa da questo sipario dove non si sa se il sipario sia da una parte o dall’altra, chiuda una parte tocca se non è necessario. La sfida è stata quella fare dei tagli per ridurre il testo senza impoverire il testo di partenza e di
e ne apra un’altra, degli ambienti dove esso si trova. Quindi anche in scena io ripropongo questo disequilibrio che c’è nel valorizzarlo grazie alla creazione di un coro e di alcune canzoni che non erano presenti nell’opera originale.
mostrare poco per evidenziare il tanto, nel portare gli attori non completamente nella loro figura presente, quindi dare una
parziale presenza dell’attore affinché l’attore si possa esprimere meglio e possa rivelare meglio se stesso, quindi come una 5) CHE COSA L’HA SPINTA AD IMBOCCARE LA STRADA DI DRAMMATURGA? HA DOVUTO
sorta di sorpresa continua, una sorta di befana a cui il pubblico assiste. AFFRONTARE DELLE RINUNCE O LE ASPETTATIVE, E CONSEGUENTI SUCCESSI, NE HANNO
4) QUALI ASPETTATIVE NUTRE PER IL SUO FUTURO ARTISTICO, VOLENDOSI RAPPORTARE E CONFERMATO LA PASSIONE INIZIALE, IN TERMINI DI SODDISFAZIONE PERSONALE?
FOCALIZZARE SUL PUBBLICO CHE LA SEGUE? È stata una scelta casuale nata da un incontro col regista una trentina di anni fa. Vedere le parole che prendono vita sulla
Per quanto riguarda le aspettative del mio pubblico io spero di continuare attraverso questi grandi interpreti che mi hanno scena mi emoziona profondamente. È soprattutto nei momenti di dormiveglia che mi si presentano davanti situazioni o
aiutato nella predisposizione di questi spettacoli, a portare questo ragionamento artistico sempre perfezionandolo, miglio- personaggi che chiedono di prendere forma. Ed è nel silenzio della casa che ascolto i dialoghi che essi di volta in volta mi
randolo e rendendolo più affine al momento storico che stiamo vivendo. Proprio per questo mi sono avvalso, nella mia suggeriscono. Insomma, sento che la drammaturgia, come la poesia, è qualcosa che arriva da lontano, che si insinua nella
compagnia “Paltò Sbiancato” di : Alessandro Laureti, Maria Laura Familiari, Alfonso Brescia, Arina Cazontova, Diana mente e nel cuore e che preme per essere trascritta. Di alcuni miei lavori sono profondamente soddisfatta ed è per me un
Lenoci, Ezio Provaroni, Lucy Catalano, Mery Fotia, che tra l’altro ha curato i costumi e anche naturalmente la musicista successo il fatto che essi esistano e che si possano rappresentare trasformandosi così in suono, movimento, colore, emo-
Giovanna Castorina che ha interpretato un personaggio in scena, con le coreografie di Mara Palmitessa, che è mia figlia, zione. E non posso che ringraziare Stefano che ha reso possibile questa incarnazione più e più volte nel corso della mia
gli assistenti alla regia impagabili, Viola Creti e Massimo Barbieri. Attraverso loro spero di poter sempre meglio mettere a esistenza.
fuoco la sostanza del vivere il nostro difficile e problematico presente.
5) SAREBBE INTERESSANTE CONOSCERE I SUOI PROGETTI FUTURI IMMINENTI, SE NE HA,
SEMPRE CHE NON SIA SCARAMANTICO.
Beh, si ho tanto progetti. Noi ricominciamo a lavorare con lo spettacolo di Melafaga, che è uno spettacolo che abbiamo già
messo in scena al Teatro Elettra di Roma e che ha avuto un grande successo, per fortuna lo riproporremo senz’altro con
interpretazione di Mery Fotia, le musiche di Giovanna Ca-
storina, la drammaturgia di Alida Castagna e le coreogra-
fie di Mara Palmitessa. Poi ho in mente di preparare una
cosa nuova, molto orientale, non posso dire di più, che mi
sta stimolando proprio in questo momento storico, in cui Ringrazio la drammaturga Alida Castagna ed il regista teatrale Stefano Maria Palmi-
mi sembra che questa semantica orientale, questa maniera tessa per questa interessante intervista e in bocca al lupo per i lavori in cantiere.
del vivere diverso dalla nostra società sia entrata e sia una Francesca Patitucci
possibilità che abbiamo di poter comprendere quanto sia
bello il mondo e quanto noi sbagliamo nel non vederne
l’aspetto estetico e la sua bellezza
14 periodico mensile del gruppo NOIQUI periodico mensile del gruppo NOIQUI 15