Page 57 - RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2022
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due soli piatti, uno di pollo, l’altro di pesce che veniva cotto, sul momento, alla brace. Due tavoli senza tovaglia trovavano VERSANTE SUD ORIENTALE
posto all’estremità di una veranda in legno; intorno ai tavoli vecchie poltrone, un divano e qualche sedia di plastica bianca. Con il declino di Famagusta come località balneare, conseguenza dell’invasione turca, cittadine quali Agia Napa, Pernera
Ora le sedie di plastica sono state affiancate da altre di legno e da comodi tavolini. Accanto al nostro tavolo, coperto da una e Protaras, situate anch’esse sul versante orientale dell’isola, ma a sud della linea verde, hanno acquisito un posto di primo
tovaglia scolorita e piena di macchie, un tavolino rotondo raccoglieva gli oggetti più disparati: un posacenere, una radio, una piano nell’industria vacanziera. Agia Napa, un piccolo villaggio di pescatori, si è trasformata nella più animata e turistica cit-
penna, uno specchietto. Sulla parete esterna della baracca una manciata di foto, due cartine un po’ consunte di Cipro, alcune tadina di Cipro. Pernera e Protaras, prima due distinte comunità, ora fuse insieme in un serpentone di hotel, bar, ristoranti,
cartoline, la foto delle orme lasciate sulla sabbia dalle tartarughe. Su una piccola mensola, che fungeva da bancone-bar, un pub, night e piccoli supermercati. Alberghi giganteschi svettano sulle spiagge deprivandole dell’originaria bellezza. Alcune
barattolo contenente una piccola tartaruga sotto formalina, una conchiglia, alcune lattine, bottigliette d’acqua, fogli di carta, calette sono ancora spettacolari se l’occhio spazia verso il mare, ma irrimediabilmente rovinate se si volge lo sguardo verso
una cartolina. Su un ripiano più in alto, invece, una fila di liquori. A parte Hasan, soprannominato l’uomo delle tartarughe l’entroterra. A Cipro è un’impresa scovare residence o situazioni alberghiere contenute, con contenute intendo che non
di Nangomi, che conosceva l’inglese e che al nostro arrivo è assente, gli altri addetti alla ristorazione non spiccicano parola, superino i due/tre piani d’altezza. Agia Napa, comunque, benché turistica, si presenta ridente e gradevole per trascorrer-
almeno in una lingua a noi comprensibile. vi una serata o due. Tra i tanti locali scenografici, con ambientazioni da film, ci sono anche ristoranti meno appariscenti,
Al momento di accomodarci a tavola non so dove sedermi, se sulla vecchia poltrona con i braccioli di legno e tappezzeria accoglienti e frequentati dalla gente del posto dove poter gustare piatti greci o ciprioti. Tra le specialità meritano di essere
scozzese, oppure sullo sgangherato divano maculato al naturale. La poltrona appare sicuramente più pulita, ma estrema- assaggiati i meze, una sorta di variegati antipasti che vanno dalle salse iniziali da spalmare sul pane a piccoli piatti di carne
mente scomoda; il divano invece più comodo, ma estremamente sporco. Fra la scomodità e le macchie di unto, opto, sep- o di pesce o di entrambi. Le salse sono rappresentate dalla taramosalata (con uova di pesce), dal classico tzatziki (yogurt
pur con ribrezzo, per la seconda alternativa. Alla loro proposta di servirci del pollo, chiediamo del pesce. Ci conducono naturale con cetrioli e aglio), dal tahini (a base di sesamo) dall’hummus (purè di ceci al sesamo) di derivazione libanese e
all’interno della baracca e, rovistando nel vano di un frigorifero, tirano fuori un piatto con qualche spigola. Con un cenno da creme di patate. Molto gustosi sono alcuni piatti di pesce fra cui l’insalata di polpo, le lumachine di mare al pomodoro,
della testa esprimiamo il nostro assenso e ci riaccomodiamo a tavola, dove ordiniamo le bevande. Vorremmo chiedere le chele di granchio infilzate nel surimi, gli anelli di calamari che, seppur giganteschi, si sciolgono in bocca, le alici all’aceto
anche un po’ di contorno, ma in che lingua? Attendiamo fiduciosi che ci pensino da soli e così un’insalata mista e un bel e talvolta pesciolini fritti e tranci di pesci vari. Fra le carni, accanto a stracotti d’agnello molto aromatici e dal gusto deci-
piatto di patate fritte giungono sulla nostra tavola. Arrivano pure le bevande, bottigliette d’acqua tanto piccole da non dis- samente forte, vengono serviti il classico kebab, le keftedes, polpette di carne fritte, le salsicce e pezzetti di pollo. Il tutto
setare neppure un lillipuziano; ne ordiniamo subito delle altre, ma la nostra richiesta cade nel vuoto. Centelliniamo quella accompagnato da olive, insalata di pomodori e striscioline di verza cruda e dall’halloumi, un tipico formaggio di pecora a
poca acqua a temperatura ambiente che abbiamo nel bicchiere, pensando che tutto sommato l’acqua liscia e calda non è pasta dura servito crudo o grigliato, che ricorda la feta. Alla fine delle 20-30 portate – il numero varia da locale a locale – se
poi tanto dissetante. ancora non si boccheggia e un angolo remoto dello
Uno squillo di cellulare, alle nostre spalle, ci fa sobbalzare, ci giriamo, ma non scorgiamo nessuno. Una donna esce dal stomaco è in grado di accogliere ancora qualcosa, si può assaggiare il dolce tradizionale, il cui nome onomatopeico
rabberciato e pittoresco ristorante e corre verso un albero. Prima non ce n’eravamo accorti, ma dove non arriva la corrente soujoukko, già ne indica la succulenza. Mandorle immerse più volte nel succo d'uva caldo fino a che non risultano ricoperte
elettrica può la telefonia mobile: un cellulare, in un piccolo cesto, penzolava da un ramo. da uno strato spesso e caramelloso, lasciate poi essiccare al sole. A questo punto perché non allietarsi il palato con un vino
All’arrivo delle spigole fumanti, servite su piatti da cui fuoriuscivano sia la testa che la coda - il che farebbe pensare a di- dolce, robusto, famoso in tutta Cipro e non solo. Il commandaria, la cui produzione si fa risalire al XII secolo, a opera dei
mensioni ragguardevoli dei pesci in questione – rendendoci immediatamente conto della necessità di disporre di un con- Cavalieri Ospitalieri installati nel Castello di Kolossi (Limassol), è un vino rosso, ottenuto da uve lasciate appassire al sole
tenitore dove poter riversare le lische e i detriti ittici, chiediamo con decisione alcuni piatti vuoti. Ci sembra che abbiano nei vigneti situati al di sopra dei 1000 metri sui monti Troödos.
capito, ma dai gesti di risposta intuiamo che non ce li porteranno, non per scortesia, o per farci un dispetto, semplicemente Agia Napa riserva ancora alcune sorprese: il water world per gli amanti dell’acqua, l’adrenalin park per gli amanti del brivido
perché non ne hanno. Mediamo sul numero e inoltriamo la richiesta per uno solo. Dal ciondolamento della testa capiamo e degli shock e un antico monastero per gli amanti dell’arte. Costruito nel XVI secolo dai Veneziani, ai quali si deve anche la
che neanche l’ultima istanza sarà accolta. Rassegnati ci apprestiamo ad adottare la tecnica dei piccoli bocconi in modo da costruzione del muro di cinta per proteggerlo dalle incursioni piratesche e rimasto in uso fino al XVIII secolo. Nel cortile
evitare di ingerire le spine. Poi la fortuna volge dalla mia parte: nel sollevare l’opercolo delle branchie un guizzo di sangue troneggiano un antico sicomoro, che pare abbia 600 anni, e una maestosa fontana in marmo sormontata da una cupola.
mi fa rabbrividire. La mia tolleranza nel sopportare i disagi si arresta di fronte al pesce mal cotto. Con risentimento chiamo Da Agia Napa ci si può spostare verso l’interno, in direzione di Ormidia, per gettare uno sguardo sulla realtà agricola ci-
il ragazzo addetto alla brace e con disgusto gli indico la carne sanguinolenta. Il ragazzo fa un cenno di assenso e invece di priota. Disseminata da villaggi rurali che non hanno nulla di artistico, la regione della Kokkinohoria, però, con la sua terra
portarmi via il piatto sul quale ero riuscita a farci entrare qualche foglia d’insalata e due tre patate fritte, si reca a prendere rossa, ricca di minerali e le pompe dell’acqua alimentate dal vento esercita un certo fascino. Su questa terra dove abbonda-
la griglia su cui colloca il pesce. Si può immaginare la mia gioia, quando, nel riportarmelo, prendo atto non solo che il pesce no i sali di ferro cresce la famosa patata di Cipro e la Colocasia esculenta, kolokasi per i ciprioti e taro per le popolazioni
è abbrustolito, ma che è stato collocato in un piatto pulito. Non si sa per quale magia quel piatto sia saltato fuori. Per non polinesiane. È un tubero simile alla patata, ma più dolce, che va consumato cotto altrimenti risulta tossico. La Colocasia è
malignare penso che nel frattempo gli stessi ristoratori abbiano finito di mangiare e rigovernato la cucina! una pianta originaria della Polinesia che viene consumata anche in Africa e nelle Hawaii. L’abbondanza di patate a Cipro
Di notte la Golden Beach diventa una spiaggia molto frequentata almeno in diversi periodi dell’anno, ci dicono da maggio a si constata nei ristoranti. Le patate fritte accompagnano ogni piatto anche quelli per cui se ne farebbe volentieri a meno.
ottobre. Vorremmo rimanere per assistere anche noi all’arrivo delle tartarughe, ma, primo, non siamo attrezzati per restare Mangiare una moussaka, l’appetitoso piatto greco, già di per sé ricco e nutriente e in alcuni casi preparato con uno strato
e tanto meno potremmo, visto che entro mezzanotte l’incantesimo si spezza. E poi non è detto che basterebbe una sola di patate tagliate a fette, con patate fritte tutt’attorno sembra davvero eccessivo.
notte di osservazione. A Cipro due specie di tartarughe depongono le loro uova, la Caretta caretta e la Chelonia mydas, A ovest di Ormidia s’incontra Pyla che sorge nella zona cuscinetto delle Nazioni Unite. L’unica attrattiva del modesto
specie in estinzione. La tartaruga verde (Chelonia mydas) preferisce la Golden Beach e le spiagge settentrionali della pe- villaggio è la piazza centrale: un caffè greco-cipriota, dipinto di blu e di bianco, i classici colori greci, si erge di fronte a un
nisola di Karpas. La tartaruga comune, invece, lascia le sue uova su un numero maggiore di spiagge: ad Alagadi, situata a caffè turco-cipriota, contrassegnato da un’insegna bianca e rossa, i colori della bandiera turca. Qui, unico posto in tutta
una ventina di Cipro, le due comunità convivono pacificamente. Al centro della piazza c’è la postazione di controllo ONU. Nel villaggio
chilometri da Girne, nella baia di Famagosta, nella penisola di Karpas e persino nella baia di Pissouri. si possono vedere automobili immatricolate a Cipro del Nord, contraddistinte dalle targhe contornate da una linea rossa
o da scritte in turco, e auto immatricolate nella Repubblica di Cipro. Salendo sulla scala esterna della torre saracena, com-
pletamente restaurata, fa un certo effetto vedere il crinale antistante sormontato da postazioni militari turche. Una sagoma
gigantesca in ferro, raffigurante un soldato col fucile puntato, si staglia minacciosa contro il cielo. Come spauracchio fun-
ziona piuttosto bene, visto che anch’io sono stata tratta in inganno: credendo, in prima battuta, che fosse reale, ho sentito
il cuore sobbalzarmi in gola.
Vestigia del passato
Oltre al mare cristallino, al clima mite e a una storia da non dimenticare, Cipro offre interessanti siti archeologici: Salamis,
vicino a Famagusta, in territorio turco, Kourion e Pafos, in territorio cipriota.
Fiorente già al tempo degli Assiri, Salamis ha raggiunto il massimo fulgore nel VI secolo a.C., epoca in cui filosofi e letterati
frequentavano assiduamente la sua corte. Distrutta dai Persiani, riacquistò importanza sotto i Romani. Il teatro costruito
da Augusto e completamente restaurato presenta una scena grande a cui lati vi sono due statue acefale e mutile.
Kourion, una delle dieci città stato in cui era divisa Cipro prima della nascita di Cristo, sorge a una decina di chilometri da
Limassol. Fondata nel XII secolo a.C. da un eroe eponimo, ciò
che rimane ora sono soltanto le rovine del periodo ellenistico e romano. Una tettoia ricurva realizzata con montanti e travi
di legno massiccio e con rigidi teloni in plastica protegge i resti della Casa di Eustolio, un ricco cristiano deI IV secolo d.C.,
creando un colpo d’occhio oltremodo suggestivo per il visitatore che vi si reca per la prima volta. Il mare all’orizzonte fa
da sfondo. La villa trasformata poi in centro termale racchiude interessanti e ben conservati mosaici. Il più bello mostra un
volto di donna racchiuso in un rosone. La donna impersona Ktisis, la Creazione, e tiene in mano un regolo, come a voler
dire che Dio ha creato il mondo con misura. Altri mosaici recano disegni geometrici, figure di uccelli e di un pesce. Un’epi-
grafe nel vestibolo d’ingresso reca i nomi di Kourion, di Eustolio e di Apollo, il dio protettore della città. Questa villa ricca
di simboli cristiani e pagani offre un esempio di sincretismo religioso.
Il teatro greco-romano di Kourion, completamente restaurato, anch’esso in posizione spettacolare, in estate offre spettacoli
drammaturgici: tragedie greche e drammi di Shakespeare. Attraverso l’agorà si giunge ai resti della Basilica paleocristiana e,
proseguendo, alla casa dei gladiatori, come è testimoniato da un elegante mosaico che mostra due gladiatori dotati di scudo
e di spade spuntate che si fronteggiano.
Nel tratto di mare tra la baia di Pissouri e Pafos, a Petra tou Romiou, la leggenda colloca la nascita di Venere: in suo ono-
re alcuni massi antistanti alla spiaggia sono stati chiamati i faraglioni di Afrodite. Traducendo dal greco, però, Petra tou
Romiou, non vuol dire pietra di Venere, ma del greco. Il greco si riferisce a un certo Dighenis Akritas che lanciò nel mare
il masso per distruggere le imbarcazioni saracene nemiche. Già bella di giorno, l’insenatura diventa incantevole all’imbru-
CIPRO NORD: GOLDEN BEACH PENISOLA DI KARPAS nire, quando gli ultimi bagnanti sono andati via e il sole comincia a calare. Le scogliere bianche si colorano di un pallido
rosa, via via più intenso, finché non si tingono di rosso che le fa assomigliare a delle arenarie. Una leggera foschia rosata si
deposita sul mare che arrossisce al solo contatto. Dallo slargo con veduta panoramica si possono scattare bellissime foto.
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