Page 79 - RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2024
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fabiana Bia Cusumano


               il tuo profilo affilato
 TUTTO ARDE DI BELLEZZA:  che taglia d’un colpo

 un incontro con Anna Segre  un corpo in due,

 di Bia Cusumano  della magia che spandi attorno

               a polline
 Di Anna Segre ho un ricordo vivido che resterà tatuato nei miei occhi colmi di incanto. La prima   battendo gli occhi.”

 volta che la vidi fu davanti i terminali d’arrivo dell’aeroporto di Palermo Falcone e Borsellino. Era lì,

 una piccola e minuta donnina, con i capelli brizzolati arruffati e legati dietro la nuca. Gli occhiali   Invitai Anna Segre, la poetessa, la donna, il medico, l’amica per un convegno presso il Polo
 tondi sul volto scarno dietro cui brillavano due occhi piccoli e taglienti come il suo sguardo   Liceale. Lei venne, senza che ancora i nostri corpi si fossero stretti in un abbraccio di affetto

 sul mondo. Aveva un sorriso generoso, un tocco gentile e delicato. Le sue parole erano forti e   e complicità silente per le molte cose affini nelle nostre vite. La nostra corrispondenza fino a

 appassionate. Anna era un coltello di luce. Tagliava da parte a parte. Non vi erano possibilità   quell’otto marzo del 2024 era stata solo epistolare. Ma il suo entusiasmo, la sua generosità, il suo
 di menzogna o infingimenti. Era vera tanto da sapere metterti a nudo senza possibilità di veli.     volere toccare le vite altrui erano stati più forti di qualsiasi distanza, di qualsiasi sofferenza fisica

 Ti catturava l’anima, non per usarla e manipolarla.  Te la rapiva con il soffio del suo dire. La   o incastri di impegni tra la sua vita e la mia. Nulla poteva fermare il suo ardore che risuonava

 conduceva sapientemente nelle profondità della sua intelligenza dirompente, della sua ironia   con il mio. Quella mattinata presso il Polo Liceale fu un dono di inaudita bellezza. Con la sua

 viscerale, della sua cultura profonda e inarrestabile. Perfino il suo silenzio grondava di parole. Le   autenticità conquistò tutti. Vera, appassionata, irriverente, autentica, un kamikaze di ironia e
 parole erano sue fedeli creature e le giravano attorno. Ne potevi vedere l’aurea, l’energia vitale.   cultura. Senza veli, senza pudore, senza maschere. Vi era un sorriso gioioso e infante stampato

 Sostavano sul suo capo reclinato tra colpi insistenti di tosse e fazzoletti di carta che venivano   sul suo viso. Sembrava davvero una bimba felice e commossa per l’affetto straripante che la

 fuori da ogni dove. Dalla camicetta bianca che indossava, dalle tasche dei jeans, dallo zainetto   circondava. La guardavo con meraviglia. Mi aveva permesso di entrare nella sua vita, nel suo

 verde sulle spalle. Nessun vezzo di perfezionismo. Appariva quasi goffa e buffa tra inciampi   cuore, in parti struggenti e dolenti del suo passato. Pochi incontri ti cambiano sul serio la vita
 e dolori che non nascondeva. Anna non aveva necessità di nascondere le sue fragilità, le sue   ma alcuni lo fanno in maniera incontrovertibile. Dopo Alda Merini, senza dubbio, Anna Segre

 manie, le sue paure, le sue meraviglie. Il suo essere era tutto lì, davanti l’interlocutore, come   ha segnato e segna profondamente il mio percorso di docente e donna innamorata delle parole.

 se fosse steso su un lenzuolo bianco sotto il sole a picco. Non aveva bisogno di apparire una   Volevo scrivere di lei da tanto tempo. Ma la bellezza ha il passo lento. Ho letto e divorato la sua
 grande professionista, una psicoterapeuta affermata, una immensa poetessa. Lei lo era. Non per   ultima silloge A corpo Vivo, Marietti Editore, 2023.

 saccenteria, per arroganza, non per ostentazione. Lei lo era perché vi era giunta con il corpo   È un viaggio potente dentro l’amore. Ho sentito subito che quel viaggio era anche il mio. È il

 e l’anima feriti dal magma incandescente della vita, tra lividi e bruciature. Tra rabbie antiche   viaggio di chi ama senza mezze misure, senza vie comode, senza compromessi, disposto a dare
 e nuove. Tra perdite e persecuzioni. Non doveva piacere, piaceva. Non doveva conquistare.   tutto, a darsi senza pretese e senza elemosine. È il viaggio di chi supera paure, alibi, resistenze,

 Conquistava. Non doveva sedurre. Seduceva. L’avrei ascoltata per ore come se il tempo si   convenzioni, decoro. Non vi è amore autentico che non arda come fuoco.  Ma Anna non

 fermasse ai suoi piedi. Ardeva di desiderio di vita. Parlava d’amore e della bellezza onnipotente   racconta l’amore. Lo testimonia con il suo stesso corpo che dona al lettore senza paracadute,
 del sentire la differenza imponderabile dell’altro che resta un mistero, il punto di non ritorno,   senza ciambelle di salvataggio. Non si difende. Rischia. Si consegna, si affida, si offre come

 l’unica possibilità di perdersi per raggiungere il centro di sé, sfiorandolo, girandoci attorno senza   agnello che bela disposta al sacrificio estremo.  Disposta anche al massacro dell’amore. Pronta a

 mai possederlo. L’amore è l’unica possibilità che abbiamo per conoscerci. A chi non ama è   precipitare dentro le vite dei lettori se questi non avessero la cura e la grazia urgente di accoglierla,
 preclusa la piena consapevolezza del sé. Parlava dell’angoscia dell’amore e del rischio tremendo   custodirla, metterla al riparo. Anna sovverte e fende. Le avevo chiesto versi per potere scrivere

 che porta. Il non sentirsi mai all’altezza, lungo tutta una vita, di un sentimento così prepotente   sulla bellezza ferita, tema che mi sta molto a cuore per i mei futuri scritti. Mi ha inviato poesie

 e vitale che squassa e nutre, che sospinge in avanti, dona la forza di sovvertire la rotta e fiacca le   come si donano pezzi di pane. Ha sentito la mia fame. Anna ha un potere straordinario. Sente i

 vele della propria zattera. Il centro del suo universo era tutto dentro le relazioni umane. Anna   bisogni degli altri. Li sente come fossero suoi. Li asseconda, li ammansisce, li nutre, li consola,
 era una guerriera del desiderio e dell’amore. Una Katana. La Parola lo è. La Bellezza lo è. Un   li sfama.

 potere che possiede e strazia.

               “Io lo so cosa vuol dire

 “La bellezza è un potere,   la tua bellezza
 una fiocina con la quale pensi di tirare  vuol dire scultura

 e intanto ti strazi.  e viene dai pensieri che fai,

 Attorno alla ferita,   modella
 strato dopo strato,  le rughe d’espressione.

 come le katane,

 ti sei forgiata  Certe volte mi spaventa
 nella postura e   vederti guardarmi

 nella dirittura dello sguardo  mentre ti avvicini

 per colmare l’ovvio  per baciarmi
 della concupiscenza.   perché sono midriatica


               e entri dagli occhi
 Mi commuove più   come un fiume con le rapide




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