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sempre incompatibili tra loro (ambito che, secondo lui, è appannaggio del po-
eta), Valéry non manca di sottolineare che (nonostante tutto il controllo che
possiamo mantenere su tali materiali) la poesia, Come ogni atto dello spirito,
esso è sempre accompagnato da "un'indeterminatezza più o meno sensibile", un
"indefinibile". Ora, come si chiama questo fenomeno incompatibile che va oltre
la nostra "manualità “se non l'ispirazione, se non il caso? Credo, quindi, che la
parola che designa "le hasard" dal "coup de dés" di Mallarmé...
Cosa succede fortuitamente, cam-
biando la direzione di ciò che ho
scritto (che siamo capovolti nella
coscienza super-risvegliata o meno)
– che nome ha?! Pessoa chiama
questo indefinibile (credo nel 1934)
l'"Uomo di Porlock", e questo in
connessione con il resoconto di Co-
leridge sugli scritti di Kubla Kahn.
La poesia, nelle mani del romantico
inglese, era commovente in un cer-
to modo, quando viene interrotta
dall'arrivo a casa sua di un ragazzo
(che proveniva dal villaggio vici-
no), con un messaggio. Questa so-
spensione della scrittura cambia il
carattere della poesia in tutto e per
tutto Pessoa inizia a chiamare que-
sto processo di deviazione dalle in-
tenzioni originarie "l'uomo di Por-
lock". Chi è quest'uomo che viene
da Porlock, se non il rappresentan-
te delle muse? Saltando molti pas-
saggi, ma solo per notare, si vede,
in fondo, che il rimbaudiano "je est
un autre" (che conduce al "veggen-
te") è sempre stato legato a questo
"Uomo" – non credete?
Franco Carta
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