Page 26 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2022
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ROSA DI MARTINO SILVANA LA PERNA
CANTO ALLA LUNA PARLAMI DI TE
È un nido di gabbianella Hai urlato al vento
l'anima scarna tutto il tuo dolore
intrecciato di steli e di fango e di silenzio ti nutri!
in balìa del vociare d'autunno Parlami di te
ARCANGELO VITALE arginato a uno scoglio, anima sola
naufrago di tempeste, in cerca dell'amore.
NAUFRAGIO UMANO le stesse Tu vittima
Se c'è un acquitrino, e io so dove vederlo, che strappano delle tue stesse suppliche
lo cerco perché sempre un colombo trovo ad esso rivolto, per coriandoli di foglie parlami di te!
dissetarsi e con gli occhietti vispi girando il collo, quasi obliquo dai rami Anima prigioniera
nella postura, scrutarmi fra il curioso e la circospezione. e spolpano dal verbo le parole. dentro sbarre
Quella pozzanghera d'acqua, lieve, è una polla per il colombo che Pallido un raggio di sole di nuvole nere.
non penserà mai di far naufragio, ciò che capita invece all'uomo, le tende la mano Il tuo sogno è nell'aria sospeso,
irrequieto fra mille pensieri, baratri e profondità marine cercate e la invita a danzare in una bolla iridescente
fra avventure e nequizie. il suono che si fa amore. l'hai rinchiuso
E affonderà spesso, senza scialuppe, che' esse sempre spariscono Composta si ecclissa e attendi la notte per liberarlo.
dall'orizzonte quando servirebbero per il soccorso, preparando il per timore Parlami di te,
crepuscolo verso il buio pece della notte, la bontà chissà mai se non comprende il gesto... tu che frughi
in lui presente. Esce di scena: è dolore! negli anfratti dell'anima
Ed io penso che il mio colombo, invece, amico di una visione Tace in cerca di speranza,
fuggevole, volerà libero e planerà intorno agli alberi, verso su, nascosta, tanto piccola
verso gli spazi infiniti del cielo e mi insegnerà ad amare la sempli- abbracciata soltanto alle sue che più non la trovi.
cità che non è mai naufragio ne' in ristagni di pioggia caduta ne' mani... Ti nascondi
in alluvioni di sentimenti e acque furiose. padrona dentro le tasche della pelle
del pianto. per mai più soffrire.
Poi piano s'affaccia Non cercare mai di spegnere
e si lascia sfiorare il fuoco con le mani,
dalla carezza gentile dei doni la fragilità sai
che riempion di sogni l'andare. non è un difetto,
La sera profuma di lavanda,
che tra l'onda s'imbruna sa di dignità, sa di purezza,
la sente cantare sa di umanità!
il suo splendido grazie alla luna. Sempre fiori sbocceranno
tra i sassi e le fuliggini...
per far nascere un amore
basta uno sguardo...
uno sguardo appena.
E come un bimbo
che s'affaccia alla vita
il suo vagito di luce
VINCITORE CONTEST AGGIUDICANDOSI PUBBLICAZIONE come dono divino accoglierai.
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