Page 38 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2022
P. 38
FUORI CONCORSO
GRAZIELLA DE CHIARA FRANCESCA PATITUCCI ANGELA MARIA MALATACCA
QUANDO L'ANIMA NAUFRAGA IO E TE... A NAUFRAGAR LA TEMPESTA
T'ho vista appesa al filo delle incertezze, Non ho mai visto la tua forma Non scrivere, non preoccuparti,
rivolta a mezz'aria con tutte le tue amarezze, eppure, non v’è luogo e momento non spostare i pezzi
nel tempo ho steso solo parole a sorreggerti ove io non ti senta pulsare. sulla tua instabile scacchiera.
e ancora mi naufraghi dentro, come a perderti E quando lacera perseguiti Vedi? Già sfrondano gli alberi
Lasciami uscire da questa marea, le mie deboli illusioni sotto i colpi audaci
fammi sedere al trono della pace, ti adagi prepotente della tempesta che avanza.
ho solo questo desiderio in mezzo ai seni bianchi Fuggo dalla tua presenza
che preme al petto, a carezzare naufragi muti. e dalla matassa ruvida dei miei pensieri;
quasi ti prego in ginocchio. Scomposte vibrazioni cambio rotta senza usare il sestante,
Afferra questo vivere, si muovono nel mio traccio angoli a caso
prendilo e portalo lontano dalle angosce, dentro per trovare nuovi orizzonti.
son dure le mancate promesse fluttuante passione di ieri Andrò da sola incontro alla tempesta
e scorre il tempo sulle spalle a reclamare. mi percuote il respiro. che ingravida le nuvole
Attimi e attimi rincorrono le macerie d'un passato ardente Anche tu, cara anima mia e pennella le onde di un grigio improbabile
e tu, tu anima mia, sei indifesa, stanotte… come la mia anima che preme,
ti empi gli occhi a lacrimarmi in cuore. vorrei proteggerti ma non so scalcia, geme
Quando l'anima naufraga, farlo dietro il recinto fragile del petto.
c'è solo da morirne dentro le sue angolazioni, ché sempre tu hai sanato le mie Tra poco la lascerò andare,
che poco il corpo aggiusta sperequazioni d'amore… so che la perderò in quel mare affamato
nel vuoto a sprofondare. Giri di filo spinato c’avvolgono e mille volte sarà trascinata e sbattuta
nel campo dei sogni, oscurato. contro scogli che non ho previsto.
Sbatto come una falena Anima ferita, naufraga nel nulla,
in preda a spasmi senza più persa per volontà e senza pianto.
nome. Ma tu non scrivere, non preoccuparti,
LUCIANO ZAMPINI E tu con me, abbracciata annaspi… io resto qui, da sola,
AL VENTO DEL DOMANI! Resisti ancora un po’ ad aspettare la bonaccia.
Questo cielo piange come un bambino alla deriva dell’aurora
e gocce di luce irrompono da quegli occhi su sabbia umida di vita
infrangendosi nel grido di dolore rinasceremo
è ancora un giorno da dimenticare. dopo il naufragio della notte più
Dio della terra e dell’universo lunga.
raccogli quest’anima come si fa con la vendemmia Un’anima dolorante non può non
torchia il mosto di una vita errante risorgere
e lascia scolare lungo i pendii aridi mentre i venti d’oriente ululano
la riflessa immagine che ne rimane. noi salperemo nel futuro
In questo tempo di non tempo, nell’attesa che vorremo donarci.
anche il fato gioca la sua mano Sempre insieme!
restando immobile ad osservare lascivo le balze.
Sento l’urlo nelle ossa, nella carne, si fa padrone
piegandomi in raccolta al vento del domani!
38 periodico mensile del gruppo NOIQUI periodico mensile del gruppo NOIQUI 39