Page 54 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2022
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GRAZIELLA DE CHIARA                                                               LILLI SANNA                                                                     FRANCESCA PATITUCCI                                            OANA LUPASCU


               Donna                                                                             Rosso birmano il cuore                                                          ( VIOLENZA)                                                    VICOLI DEL CUORE
                                                                                                 Rosso carminio il dolore                                                        Anche i grilli tacevan                                         Buio malgrado i lampioni accesi

               T'ho lasciata tra le braccia della luna,                                          Rosso vermiglio il sogno che mente                                              E c'erano i grilli a cantare                                   Percorro in fretta quasi correndo

               figlia d'un destino crudele                                                       Rosso quel pugno sferrato con rabbia                                            le cicale a frinire                                            strade da sempre conosciute
               a perdere tutto dentro un amore malato                                            Rosso lo schiaffo che lascia segni                                              i ciclamini col capo alzato                                    i vicoli della mia gioventù

                                                                                                 sul viso                                                                        a inebriarsi d'un cielo terso.                                 dove una volta mi sentivo protetta

               piegata a un ricatto al sapore di miele,                                          Rossa e straniera la mano che uccide                                            La mia mano scorreva su tela                                   E anche la vecchina che guardava
               quando il verbo infinito si perde nel ventre di madre                             Rosso vermiglio il sangue che scorre                                            vergine                                                        in strada

               che d'ogni consolazione fa il manto del perdono                                   Non era rosso amore                                                             nel fluido andare d'un tiepido                                 Tenendo le finestre ben aperte

                                                                                                 Rossa la scarpa                                                                 sole.                                                          che chiacchierava con le vicine
               eppure, trafitta da mille pensieri,                                               Nera la morte di ogni donna                                                     Ma il male giunge anche in                                     e  scherzava con i passanti

               continui a donare amore senza chiedere,                                           che muore...                                                                    Primavera...                                                   Allora innamorata della vita

               senza chiederti dov'è la ragione e dove finisce                                                                                                                   D'improvviso, una nube oscurò                                  spensierata e felice

                                                                                                                                                                                 tutti i colori della mia stagione.                             accennavo qualche passo di danza

                                                                                                                                                                                 E non capivo...                                                La salutavo ridendo
                                                                           LUCIANO ZAMPINI                                                                                       Il pianto a imbrattare l'immacolata                            Ma ora se un'ombra mi segue


                                                                           IL MIO NOME... DONNA                                                                                  tela, il violento pulsare                                      o sento dei passi dietro di me

                                                                           #noiquinsieme                                                                                         che                                                            io non mi giro
                                                                           Ho pianto e riso per orgoglio,                                                                        i sensi miei stordì di pena                                    Ho il terrore che sia lui

                                                                           il mio cuore ha ingoiato dolore amaro                                                                 e ignominia.                                                   il mio carnefice il mio aguzzino
                  ANNA GIANCARLO                                           e con il volto tumefatto                                                                              Quanto dolore giunse alle mie                                  E corro via in preda al terrore


                  SENZA CATENE                                             le tue risate risuonavano come tormento.                                                              spalle…                                                        E la vecchietta non s'affaccia più
                  Svetta in alto l'arcobaleno                                                                                                                                    non avevo più voce a urlare                                    Non guarda nemmeno da dietro

                  spezzata è la catena                                     Ho difeso il mio amore contro tutti                                                                   ché tutta la natura                                            le tendine
                  degli anelli passanti,                                   come un fiore prostrata ai tuoi piedi                                                                 zittiva                                                        E l'ombra del presente che m'insegue

                  è finita la prigionia                                    imploravo la pietà mai arrivata,                                                                      in un sol grido di terrore.                                    mi prende alla gola

                  s'è dissolta la schiavitù...                             eppure, dicevi di amarmi!                                                                             E la bellezza di attimi ormai                                  mi attanaglia le gambe
                  Tace ora quel lugubre suono,                                                                                                                                   falcidiati                                                     malgrado che là dietro quel angolo

                  quel rumore assordante                                   Irrazionale rabbia, la tua, aravi la mia pelle,                                                       scorreva nel sangue della                                      non ci sarà forse nessuno

                  non trascina più l'anima                                 addosso mi tatuavi l'assurda violenza                                                                 disperazione, orfana di                                        Ma sento adesso voci amiche
                  tra lacrime amare                                        additata, segnata, sbeffeggiata                                                                       redenzione.                                                    Vado verso di loro e loro vengono

                  e dolore opprimente,                                     mi marchiavi come una bestia.                                                                         Ero felice in Aprile.                                          verso di me

                  non sgorga più il sangue                                                                                                                                       Ora stringo le mie vesti                                       Pronte a proteggerci a vicenda
                  dalle ferite inferte                                     Io, un corpo da macellare,                                                                            con un laccio lercio                                           Tutte portiamo scarpette rosse

                  nè le braccia sono inermi                                un pungibal dove colpire e sentirti padrone,                                                          a non far entrare alcun                                        balliamo di nuovo siamo serene
                  lungo i fianchi.                                         vile, vigliacco, insoddisfatto...                                                                     detentore                                                      ci proteggiamo

                  Nel lugubre silenzio,                                    insulso essere, senza coscienza e orgoglio.                                                           delle mie carni, alacremente                                   e insieme non abbiamo più paura

                  nella turgidezza della morte                                                                                                                                   segnate, a vita.
                  un lampo si delinea all'orizzon-                         Ho pianto e riso come una margherita al mattino

                  te...                                                    tra le pareti di una casa nemica                                                                      Mi feci alcova d'amore

                  È Tacita che accoglie                                    soffoco al buio di questa caverna.                                                                    all'innocenza.
                  il corpo straziato per diventare                         Fuori la luce è ancora speranza?                                                                      Tenere manine m'accarezzano

                  la sua ideale compagna                                                                                                                                         oggi, i solchi invisibili

                  in questo viaggio                                        Io, amante, amata, nel ritornello di questo amore                                                     dell’umana ferocia.
                  tra fiori e arcobaleno.                                  il mio nome... Donna.                                                                                 .
                                                                                                                                                                                 E anche i grilli tacevan

                                                                                                                                                                                 nel triste commiato d'un giorno

                                                                                                                                                                                 che il destino ancora tiene
                                                                                                                                                                                 nel mio grembo.






                54   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                                                                                                                                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                       55
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