Page 57 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2022
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DANIELA SONCINA
UN GIORNO DI SETTEMBRE.
Un giorno qualunque d'un settembre languido e frizzante.
Un giro per sentieri, mano nella mano, con te, primo amore dei suoi quindici anni.
Un abbraccio, carezze sul viso,un bacio un po' più audace e il cuore ti batteva in petto con
l'estro di una banda in parata nel giorno della festa
Lo seguisti serena, fiduciosa, su un sentiero tra arbusti prossimi a cambiar colore a fronde
verdi d'un'estate che ancora non voleva andarsene.
Ti passò un braccio intorno alla vita e tu ti sentisti leggera come una farfalla!
Avevi un ragazzo, come le tue amiche. Un ragazzo dolce, a cui piacevi. Un ragazzo che
non viveva in paese. Un segreto tutto tuo. Lo avevi già incontrato molte volte. Eri la sua
ragazza.
Ti fece sedere a terra sull'erba calda di sole e tu, docile, lo lasciasti fare quando ti fece sdra-
iare dopo aver poggiato il suo maglione sotto la tua schiena.
D'un tratto i suoi occhi verdi, dolci e lucidi cambiarono umore.
RAFFAELE GRANATO Divennero duri, lame di coltello!
Era distesa, guardava i colori di quel Un attimo e ti fu addosso come una fiera sulla preda. La sua mano sulla gola ti stringeva
magnifico paesaggio che sembrava- da togliere il fiato. Respirava forte, ansimava...I tuoi occhi sbarrati guardavano i suoi, d'ani-
no cingerla con le braccia come in un male affamato.
abbraccio. Mentre si abbandonava a Un attimo e non vedesti più nulla.
quell'irresistibile forma di voluttà per gli Ti svegliati con lui dentro che si muoveva forte, con rabbia, cattiveria.
occhi e per l'anima, improvvisamente Urlasti, ti muovesti, cercasti di scrollatelo di dosso. Un gran dolore!
quell' incanto iniziò a trasformarsi. Due pugni ti ruppero il naso e le labbra.
C'era qualcosa, una macchia in quel di- Diventasti inerme, senza fiato, un pupazzo di stoffa era il tuo corpo mentre l'anima guar-
pinto, che iniziò ad espandersi e, al con- dava lontano le foglie diventare marroni e rosse. Entrambe le sue mani ti stringevano il
tempo a turbarla non poco. collo.
Fu istintivo in lei di raccogliere le sue Ti trovarono così, tre giorni dopo, coi jeans alle caviglie, una gamba nuda, sangue rappre-
cose e andarsene a passo svelto da so, seno scoperto preso a morsi da qualche altro animale di passaggio di notte, usciti per la
quell'incanto sinistro. In pochi attimi la caccia, vicino a quel bosco alle tue spalle.
sua camminata prese a diventare una cor- Le donne del paese chiesero a tua madre perché ti aveva lasciata andare in giro da sola a
sa. Non si voltava, mai. La sua serenità si era di colpo deformata in un terrore lancinante. passeggiare per boschi. Ti avevano trovata con vicino un mazzo di fiori selvatici appassiti,
Mi domandavo perché questa sua reazione? sparpagliati.
Davvero si era così spaventata? Respingevo l' idea che mi temesse. Gli uomini dissero a tuo padre che una figlia così bella non l'avrebbe dovuta far girare da
Presi a rincorrerla, e in un attimo l' afferrai. Lei cercava di divincolarsi, di liberarsi dalla mia sola. Quel seno e le sue forme facevano gola ad ogni uomo tanto eri bella.
brama di possederla, ancora una volta, come l'ultima volta. Tuo padre urlò a tua madre che era tutta colpa sua se eri morta in quel modo, al limitar del
La mia furia indomabile la spogliò di ogni suo colore. Placati gli ardori criminali, su di lei bosco...e la prese a schiaffi.
rimase solo il bianco, un bianco candido e un rosso sfatto.
Me ne andai con le labbra sporche del suo rossetto.
Quel colore è l'unico che mi porto ancora addosso. MARIA ROSA ONETO
La maternità urgeva dentro come un fiore non ancora schiuso. Non mi consideravo colpevole
di nulla e, nei mesi dell'attesa, mi sentivo donna; come mai prima d'ora. Gravida d'amore. Di
quell'immenso mistero ancora da concepire. Tu, "marito senza seme" non lo avresti mai capito
nel delirio di un maschilismo vuoto. Essere ignobile e meschino. Bardato di falsa vanità e di
narcisismo. Sarei stata madre. Ampolla di un desiderio mai realizzato. Feconda di sentimenti:
dolci e autentici. Ti avrei stretto tra le braccia. Coccolata - già speravo che sarebbe stata fem-
mina - adorata e viziata. Quel "lui" sposato e tenuto sulle spalle come un peso di angoscie e
dolori, mi avrebbe lasciata sola. "Nuda" davanti alla mia scelta. Indifferente alla sorte che mi
attendeva. Libera di vivere quell'amore materno, senza sensi di colpa e con la felicità nel cuore!
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