Page 55 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2022
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GRAZIELLA DE CHIARA   LILLI SANNA  FRANCESCA PATITUCCI                          OANA LUPASCU


 Donna  Rosso birmano il cuore  ( VIOLENZA)                                      VICOLI DEL CUORE
 Rosso carminio il dolore  Anche i grilli tacevan                                Buio malgrado i lampioni accesi

 T'ho lasciata tra le braccia della luna,   Rosso vermiglio il sogno che mente  E c'erano i grilli a cantare  Percorro in fretta quasi correndo

 figlia d'un destino crudele   Rosso quel pugno sferrato con rabbia  le cicale a frinire  strade da sempre conosciute
 a perdere tutto dentro un amore malato   Rosso lo schiaffo che lascia segni  i ciclamini col capo alzato  i vicoli della mia gioventù

 sul viso          a inebriarsi d'un cielo terso.                                dove una volta mi sentivo protetta

 piegata a un ricatto al sapore di miele,   Rossa e straniera la mano che uccide  La mia mano scorreva su tela  E anche la vecchina che guardava
 quando il verbo infinito si perde nel ventre di madre   Rosso vermiglio il sangue che scorre  vergine  in strada

 che d'ogni consolazione fa il manto del perdono   Non era rosso amore  nel fluido andare d'un tiepido   Tenendo le finestre ben aperte

 Rossa la scarpa   sole.                                                         che chiacchierava con le vicine
 eppure, trafitta da mille pensieri,   Nera la morte di ogni donna  Ma il male giunge anche in   e  scherzava con i passanti

 continui a donare amore senza chiedere,   che muore...  Primavera...            Allora innamorata della vita

 senza chiederti dov'è la ragione e dove finisce   D'improvviso, una nube oscurò   spensierata e felice

                   tutti i colori della mia stagione.                            accennavo qualche passo di danza

                   E non capivo...                                               La salutavo ridendo
 LUCIANO ZAMPINI   Il pianto a imbrattare l'immacolata                           Ma ora se un'ombra mi segue


 IL MIO NOME... DONNA  tela, il violento pulsare                                 o sento dei passi dietro di me

 #noiquinsieme     che                                                           io non mi giro
 Ho pianto e riso per orgoglio,  i sensi miei stordì di pena                     Ho il terrore che sia lui

 il mio cuore ha ingoiato dolore amaro  e ignominia.                             il mio carnefice il mio aguzzino
 ANNA GIANCARLO  e con il volto tumefatto  Quanto dolore giunse alle mie         E corro via in preda al terrore


 SENZA CATENE  le tue risate risuonavano come tormento.  spalle…                 E la vecchietta non s'affaccia più
 Svetta in alto l'arcobaleno   non avevo più voce a urlare                       Non guarda nemmeno da dietro

 spezzata è la catena   Ho difeso il mio amore contro tutti  ché tutta la natura   le tendine
 degli anelli passanti,   come un fiore prostrata ai tuoi piedi  zittiva         E l'ombra del presente che m'insegue

 è finita la prigionia   imploravo la pietà mai arrivata,  in un sol grido di terrore.   mi prende alla gola

 s'è dissolta la schiavitù...   eppure, dicevi di amarmi!  E la bellezza di attimi ormai   mi attanaglia le gambe
 Tace ora quel lugubre suono,   falcidiati                                       malgrado che là dietro quel angolo

 quel rumore assordante   Irrazionale rabbia, la tua, aravi la mia pelle,  scorreva nel sangue della  non ci sarà forse nessuno

 non trascina più l'anima   addosso mi tatuavi l'assurda violenza   disperazione, orfana di  Ma sento adesso voci amiche
 tra lacrime amare   additata, segnata, sbeffeggiata  redenzione.                Vado verso di loro e loro vengono

 e dolore opprimente,   mi marchiavi come una bestia.  Ero felice in Aprile.     verso di me

 non sgorga più il sangue   Ora stringo le mie vesti                             Pronte a proteggerci a vicenda
 dalle ferite inferte   Io, un corpo da macellare,  con un laccio lercio         Tutte portiamo scarpette rosse

 nè le braccia sono inermi   un pungibal dove colpire e sentirti padrone,  a non far entrare alcun  balliamo di nuovo siamo serene
 lungo i fianchi.   vile, vigliacco, insoddisfatto...  detentore                 ci proteggiamo

 Nel lugubre silenzio,   insulso essere, senza coscienza e orgoglio.  delle mie carni, alacremente   e insieme non abbiamo più paura

 nella turgidezza della morte   segnate, a vita.
 un lampo si delinea all'orizzon-  Ho pianto e riso come una margherita al mattino

 te...   tra le pareti di una casa nemica   Mi feci alcova d'amore

 È Tacita che accoglie   soffoco al buio di questa caverna.  all'innocenza.
 il corpo straziato per diventare   Fuori la luce è ancora speranza?  Tenere manine m'accarezzano

 la sua ideale compagna   oggi, i solchi invisibili

 in questo viaggio   Io, amante, amata, nel ritornello di questo amore  dell’umana ferocia.
 tra fiori e arcobaleno.  il mio nome... Donna.  .
                   E anche i grilli tacevan

                   nel triste commiato d'un giorno

                   che il destino ancora tiene
                   nel mio grembo.






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