Page 29 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2023
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gAbRIELLA FORTunA






 Il bullismo, un fenomeno in continua crescita


 dietro a un bullo


 si nasconde sempre una brutta storia




              A scuola sempre più episodi di bullismo e l'età dei bulli si abbassa sempre di        più.

 Cosa si nasconde dietro questo atteggiamento spocchioso e albagico e qual è la rabbia del
 giovane a far valere a tutti i costi la sua prepotenza sull'altro. E ancora, cosa può fare la scuola

 per prevenire tali comportamenti e contrastare il fenomeno in crescente aumento?

 La faccenda è gravosa e non riguarda solo la famiglia o la scuola, ma riguarda l'intera società
 che spesso resta a guardare e blatera interventi sanatori, ma poi il tutto si riduce con la solita

 frase e vabbè, è così che va il mondo. Del resto, magari era definito in un altro modo, ma for-

 me di bullismo sono sempre esistiti. Ricordiamo, uno per tutti, il Rosso verghiano. E forse è
 questo il punto. È una sconfitta che riguarda ogni agenzia educativa. Se a scuola un giovane

 mette in atto comportamenti da bullo, quasi sempre alla radice c'è un vizio di famiglia ed è qui

 che deve intervenire il welfare attraverso interventi mirati, guidati e per un tempo indefinito,
 sicuramente non con il classico progettino che si riduce a qualche intervento o ad un mero

 aiutino. Il ragazzo che vive, o a volte è meglio dire che non vive le dinamiche della famiglia, è

 arrabbiato con il mondo e con sé stesso, ha perso la fiducia negli adulti, non ha nessuna mo-
 dello da seguire, ma ha solo tanta rabbia, quella stessa rabbia che poi sfocia in comportamenti

 devianti. Sono ragazzi fragili che non devono essere lasciati soli, che hanno più di tutto biso-

 gno di guida e di incoraggiamento e di tanta motivazione e soprattutto hanno bisogno di uno
 scopo da perseguire, un obiettivo da raggiungere.  Questi giovani devono essere accompagnati

 in un percorso che deve iniziare e che non deve avere una data di fine. Ogni presidio educativo

 deve fare il suo. La scuola con una forte spinta motivazionale che parti dai bisogni del discente
 e che non si concluda a fine anno scolastico. Ogni docente ha il compito di attuare qualsiasi

 strategia, anche non convenzionale, affinché il giovane possa sviluppare positive relazioni, raf-

 forzare la propria autostima, essere consapevole delle potenzialità e dei limiti, gestire i conflitti
 in modo equilibrato e soprattutto creare legami empatici con i pari e con gli adulti. Questi

 ragazzi “difficili” non sanno amare, spesso sono anaffettivi, non sanno cosa vuol dire voler

 bene perché loro non sentono di ricevere bene. Anche la famiglia non deve essere lasciata sola
 e se questo è il luogo dove manca il lavoro ed è difficile arrivare a fine mese, e dove i problemi

 sono insormontabili, allora è qui che bisogna intervenire con percorsi guidati e possibilmente

 affiancati da tutor. Forse questi interventi ci sono, ma se i risultati sono questi, evidentemente
 qualcosa di sbagliato c'è. Siamo tutti arrabbiati, corriamo freneticamente, facciamo un miliar-

 do di cose e tralasciamo quel figlio che vorrebbe solo un po’ di attenzione. Il bullo e la bulla

 sono anch’essi vittime inconsapevoli di una brutta società che corre veloce, fregandosene di
 quei sentimenti e di quei valori che stanno alla base di ogni rispetto.  CINZIA BRESCIANI

 Gabriella Fortuna

































 28   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                        29
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