Page 33 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2023
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Dalle fornaci di Auschwitz si leva fumo nero,                               In questi giorni penso al vento fra i tuoi capelli,

   segno che gli dei non hanno ancora deciso di eleggere                                   agli anni che fui nel mondo prima di te

                  il popolo eletto.                               e all'eternità che prima di te andrò a incontrare,
        Dopo Auschwitz non c'è teologia:

 le cifre sugli avambracci dei prigionieri dello sterminio

                        sono i numeri telefonici di Dio                               ai proiettili che non mi uccisero in battaglia
                             da cui non c'è risposta                                               ma uccisero i miei amici,

               e ora, a uno a uno, non sono più collegati.                                                 di me migliori perché

                Dopo Auschwitz c'è una nuova teologia:                                              non vissero oltre come me,
                          gli ebrei morti nella Shoah                               penso a te nuda davanti al fornello d'estate,

                        somigliano adesso al loro Dio                                       sul libro curva per leggere meglio
                 che non ha immagine corporea né corpo.                                         nella luce morente del giorno.

              Essi non hanno immagine corporea né corpo.

               Tra un ricordo e l'altro di una donna amata, il poeta ci parla anche dei “proiettili che non
 Ad Auschwitz c'era la neve, la stessa neve che per la prima volta Mahmoud Darwish ha visto   l'hanno ucciso in battaglia”, e dei suoi amici morti, amici di altri amici che a loro volta sono di-

 in un villaggio profughi in Libano, da bambino, quando fu costretto a scappare insieme con   ventati degli assassini, e questi li ritroviamo in un altro testo dell'altro poeta, Mahmoud Darwi-

 la sua famiglia dal suo villaggio in Palestina nel 1947, sotto i bombardamenti israeliani, con la   sh, un testo tratto dalla sua raccolta più bella dal titolo “Stato d'assedio”, li ritroviamo in un
 speranza un giorno di poter tornare. Ma così non è stato perché quel villaggio non sarebbe   dialogo con un assassino, un dialogo quasi surreale se non fosse cruda realtà,

 più esistito.

 Eccolo quindi un altro esodo ed un altro popolo oppresso, e a questo punto bisogna mettersi              [A un altro assassino:] Se non l'avessi ammazzato nel grembo
 d'accordo con il buon Dio, e bisognerebbe chiedergli se sa già come andrà a finire, o anche lui              ancora trenta giorni e tutto sarebbe diverso

 brancola nel buio.             l'occupazione potrebbe finire e il bambino senza ricordo

 Nell'attesa di una risposta che con molta probabilità non arriverà mai, non resta che ricostrui-             del tempo dell'assedio
 re luoghi e tempo con la poesia.             crescerebbe forte, da giovane

 Darwish stesso definisce la poesia come unica portatrice di armonia in un mondo devastato              studierebbe con una delle tue figlie

 dalla guerra, e definiva la sua poesia come “una tenda per la nostalgia”, la stessa nostalgia che              la storia antica dell'Asia
 abbiamo letto nei versi di Amichai. Versi che donano villaggi e campi, che si fanno casa per              s'innamorerebbero

 chi non ha più nulla, che rievocano una normalità chimera, là dove la realtà è fatta solo di di-             farebbero una figlia [sarebbe ebrea di nascita]

 struzione, di fuga e di esilio. Se tutti ricorressimo alla sola “arma” della parola per ricostruire              e quindi, cosa hai fatto?
 la perdita e risanare la ferita, che mondo meraviglioso sarebbe, ma purtroppo così non è, e              Tua figlia adesso è vedova

 dovremmo tenerceli stretti quei versi che incontriamo sulla nostra accidentata strada, come un              la figlia di tua figlia orfana

 miracolo alla portata di tutti.             cosa hai fatto della tua famiglia raminga?
                          Come hai potuto colpire tre colombe con una pallottola sola?

                   “Profugo”

    Hanno incatenato la sua bocca  In questo testo, pur rivolgendosi ad un assassino, c'è lo strazio per la perdita di quel sogno di
    e legato le sue mani alla pietra dei morti.  pace e convivenza tra popoli, “il bambino che hai ammazzato nel grembo avrebbe sposato tua

    Hanno detto:”Assassino!”,  figlia e avrebbero fatto un'altra figlia ebrea di nascita”, ed invece con “una sola pallottola sono

    gli hanno tolto il cibo, le vesti, le bandiere  state colpite tre colombe... la pallottola di colui che è scampato ad altri proiettili.
    e lo hanno gettato nella cella dei morti.  E quando saprai il nome di quel bambino, gli permetterai di andare, ma la lotta non è tra Gia-

    Hanno detto:”Ladro!”,  cobbe e l'angelo, bensì tra Giacobbe e sé stesso, in una stretta che porta solo alla morte. Ed

    lo hanno rifiutato in tutti i porti,  eccola la lotta nei versi della poesia di Yeuda Amichai
    hanno portato via il suo piccolo amore,                                         Giacobbe e l'angelo

    poi hanno detto: “Profugo!”.                                Poco prima dell'alba sospirando

   Tu che hai piedi e mani insanguinati,                              lei lo stringeva così, e lo sconfisse.
   la notte è effimera,                              E anch'egli la stringeva, e la sconfisse,

   né gli anelli delle catene sono indistruttibili,                               e sapevano entrambi: quella stretta

   perché i chicchi della mia spiga che va seccando                                              portava la morte.
   riempiranno la valle di grano.                                E rinunciarono a dirsi i loro nomi.




 Il grano nella valle sarà mosso dal vento, come i capelli della donna amata, ed entrambi sguin-                                         Ma al primo chiarore
 zaglieremo i nostri ricordi allo stesso modo, e così possiamo cogliere altre analogie tra il testo                                           egli vide il suo corpo:

 precedente di Darwish, ed il seguente di Amichai,            “Sguinzagliare ricordi”                                          ed era ancora bianco



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