Page 87 - RIVISTA NOVEMBRE 2024
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Non so perché in questo momento che sto scrivendo mi tornano in mente alcuni dipinti

                del pittore Henri Rusoi, detto il Doganiere. In quei quadri si vede qualcosa di meraviglioso,

                rimasto sospeso, senza fiato, come nel’ lembo. Forze, da una innocenza primordiale, dove
                l’ombelico della vita appare così com’ era, o almeno, come poteva esserlo, una innocenza

                che penetra come un coltello le nostre7 menti ottuse dal modernismo.



                Sembra come se il pittore è nell’attimo irricuperabile della ricreazione del mondo con i

                suoi colori, con le tinture così leggere, e quella atmosfera, magica e da sogno. Come se è

                messo in gara con Dio sa creare la sua Eva, i boschi dove sfumano insieme al tramonto, i
                riflessi dei soli e i pianeti, il miracolo che si chiama Vita!




                Chi vince meglio? E c’è in tutta la sua opera qualcosa di più che una semplice ingenuità e
                innocenza; l’avvertimento della relazione che sta sempre perdendo l’uomo con la natura

                e con i suoi esseri, così diversi e preziosi. Pensando a questi degradi, improvvisamente

                ti prende la nostalgia di tornare di nuovo in un mondo primitivo, dove non esistono né

                popoli, né le razze predefinite, né le diverse culture e politiche, né le religioni, ma dove
                c’è solo il senso esistenziale del vivere. Ricreare tutto dal capo, stare a guardare e seguire

                l’esempio delle rondini, come viaggiano e costruiscono le loro nidi, amare selvaggiamente

                come gli orsi e i caprioli, cibarsi di erba viva e carni al sangue, affacciarsi davanti lo specchio

                del cielo e delle acque e comprendere ogni suono, alquanto piccolo esso sia.



                Ma mi resta per ora solo quell’ detto che esprimeva: “ Forze, quello che chiedono gli

                illuministi, il ritorno nella natura, e così impossibile, quanto anche la lontananza dalla
                natura”.




                Mi resta come una specie di consolazione.






                - ANCHE TU, AMICO, SEI PAGANO?



                Il paganesimo e il mondo religioso.



                Nella sua vita quotidiana, l’uomo antico ci sembra di esserne più libero a paragone di

                noi moderni. Per noi, però, questa specie di libertà sembra che non abbia senso e non sia

                legittimato se non serve a uno scopo più elevato, a un ideale ben definito, che sia la fede in

                un dio, o la fede nell’amore o nella patria.



                Quale di importante tolse all’uomo la religione, e quali delle cose migliorò? ...




                Scrive Anatol France nel suo libro di saggi “ Il giardino di Epicuro”; “ Il cristianesimo ha
                fatto molto per l’amore, facendone un peccato.”




                Qui si riferiva all’amore, però, se osserviamo attentamente, cosa sarebbe stato del mondo
                di oggi senza le religioni? E cosa è il mondo oggi con le religioni? Civilizzando l’uomo e

                preparandolo a far’ parte in una società dove regna il morale e l’obbligo, non hanno fatto

                altro che un mondo diviso in due, un mondo dove predomina il più forte, il denaro, e
                dove regnano i contrasti e sempre di più, si seminano le guerre. Sarebbe stato meglio, un

                mondo ancora pagano, intatto, a paragone di un mondo predominato dalle paure e le

                superstizioni, dalle guerre e le religioni così potenti che sono diventate grandi ingranaggi
                che mettono in moto i meccanismi del tempo?



                                                                                 periodico mensile del gruppo NOIQUI                            87
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