Page 98 - RIVISTA NOVEMBRE 2024
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TRA MITOLOGIA E LEGGENDA                                                              ferdinando caputi


               C’ERA UNA VOLTA L’EGITTO

               LA GRANDE SFINGE DI GIZA  -  (Quinta parte)

               I CUNICOLI E IL BUCO SULLA TESTA
                                                                              Intorno alla metà dell’Ottocento, Caviglia

                                                                              continuò per un certo periodo gli scavi

                                                                              collaborando con l’egittologo inglese Howard
                                                                              Vyse, famoso per i suoi metodi decisamente

                                                                              invasivi. Vyse con il collega John Shae Perring

                                                                              praticò un foro sulla schiena della Sfinge alla

                                                                              ricerca di eventuali camere nascoste che però
                                                                              non trovò e dopo alcuni metri fortunatamente

                                                                              si fermarono. Dopo di loro Mariette, Maspero,

                                                                              Baraize ed altri intrapresero scavi per liberare

                                                                              completamente la statua dalla sabbia, ma fu solo
               nel 1936 che l’egittologo Selim Hassan riuscì a completare l’opera liberando l’intero sito della

               Sfinge. Leggende popolari derivanti da miti del passato parlano dell’esistenza di numerosi

               passaggi segreti all’interno della statua che condurrebbero ad una stanza, la cosiddetta “Stanza
               dei Registri”. Per non farci mancare nulla parliamo anche di questa ipotetica “Stanza”. Mito

               che si tramanda da secoli, si tratta di una delle più famose “teorie alternative” nate intorno alla

               storia dell’Antico Egitto. L’appellativo “Hall of Records” (Stanza dei registri) venne coniato da
               Edgard Cayce, che si rifaceva a Plinio il Vecchio il quale, nel suo “Naturalis historia”, riporta

               che gli antichi Egizi affermavano che sotto la Sfinge si trovava la “Stanza di Thot”, il dio egizio

               raffigurato con testa di ibis, o di babbuino. Il dio Thot era il depositario delle conoscenze
               più antiche del popolo egizio, era il dio della sapienza, della scrittura e della magia. In quella

               stanza sarebbero conservati i 42 libri che Thot avrebbe redatto e lasciato sulla terra nei quali

               sarebbero raccontati i misteri dei cieli e predizioni di eventi planetari futuri. Erodoto ed altri
               storici antichi raccontano che nessuno poteva attingere liberamente ai libri di Thot poiché in

               essi erano contenute conoscenze pericolose tanto che avevano condotto alla fine di Atlantide;

               in essi si trovava nascosto il segreto dell’immortalità. Quale che sia la verità ovviamente noi

               non la conosciamo ed essa rimane un grande mistero. Al problema si interessarono anche
               gli scrittori Hancock e Bauval secondo i quali esisterebbero tre passaggi attorno alla sfinge,

               due di origine sconosciuta ed uno che si crede essere un piccolo vicolo cieco scavato dietro la

               testa e risalente al XIX secolo, appunto quello accennato sopra praticato da Perring. Io riporto

               quanto attingo dalle fonti senza pregiudizi anche se va detto che le varie teorie riguardanti
               la “Stanza dei registri” e tutti i vari passaggi segreti all’interno della Sfinge sono considerati

               come fantarcheologia. Su queste ipotesi sono state effettuate ricerche che non hanno portato

               ad alcun riscontro scientifico anche se gli ultimi scavi del 2007 hanno rilevato la presenza
               di una fitta rete di cunicoli. Le ricerche hanno comunque portato al ritrovamento del breve

               passaggio ricavato sulla schiena della statua, dietro la testa, praticato da Vyse e Perring anni

               prima. Ma questo non è l’unico “passaggio”, secondo l’archeologo Zahi Hawass nel corpo
               della Sfinge sono stati riscontrati diversi passaggi, uno dei quali nel recinto, che però non

               conducono a nessuna camera segreta. Hawass ha esplorato il foro praticato sulla schiena

               della Sfinge da Perring e Vyse ma anche questo non sbuca da nessuna parte, all’interno è
               stato rinvenuto un filo da trivellazione ivi abbandonato. Hawass ha poi esplorato un’altra

               apertura, fotografata da Baraize nel 1926, che si trova sul lato nord della statua, si tratta di un

               breve scavo cieco che non conduce a nulla pertanto è stato bloccato. Nel 1980 Mark Lehner
               e Zahi Hawass, avvalendosi di quanto riferito da Mohammed Abd al-Mawgud Fayed, che

               aveva lavorato da ragazzo nel 1926 con Emile Baraize, hanno localizzato un passaggio nella

               pietra che parte dalla crepa sul retro della Sfinge e si protrae per circa 9 metri. Il passaggio

               scende sotto il corpo della Sfinge e raggiunge la falda che si trova più in basso. Una parte del




                98  periodico mensile del gruppo NOIQUI
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