Page 99 - RIVISTA NOVEMBRE 2024
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passaggio si snoda sotto la Sfinge prima di giungere a un vicolo cieco a circa 4,5 metri sotto il
livello del suolo. Al suo interno non è stato rinvenuto nulla se non un paio di scarpe vecchie,
probabilmente dimenticate da qualche operaio durante la ripulitura organizzata da Baraize.
Johannes Helferich, nel 1579 d.C. descrisse la Sfinge come una donna che rappresentava la
dea Iside, raccontò inoltre che esisteva un passaggio che portava all’interno della testa da dove
i sacerdoti egizi usavano parlare al popolo. Helferich non si recò mai in Egitto limitandosi a
riportare una delle tante leggende popolari. Ma non è finita qui, non si può dire che la Sfinge
sia avara di misteri. Negli anni Venti del ‘700, Thomas Shaw scoprì un foro di circa 1,5 x 1,5
metri profondo circa 3 metri, sulla sommità della testa, ne dedusse che molto probabilmente
un tempo aveva ospitato una decorazione del copricapo, e gettò nuovi indizi per l’ipotesi
di passaggi nascosti all’interno del monumento. Questo particolare viene spesso trascurato
dagli egittologi e riportato solo in qualche documentario ma poco approfondito, il buco sulla
testa della Sfinge. Una delle immagini mostra la Grande Sfinge di Giza fotografata da una
mongolfiera nel 19° secolo. Sulla testa si può osservare una cavità circolare quasi perfetta al
centro. Nel 1740 Charles Thompson scrisse: “Non siamo riusciti a raggiungere la cima della
testa, ma coloro che l’hanno fatto hanno parlato di un buco circolare lassù dove una persona
si potrebbe calare tranquillamente”. A suo tempo Baraize fece chiudere il buco installando
una botola di ferro. In una ripresa aerea effettuata di recente si vede chiaramente come questa
cavità nella testa del monumento sia stata ricoperta da una delle tante “ristrutturazioni”
moderne. Come si può vedere nella foto scattata il 15 dicembre 1925, che mostra il restauro
di E. Baraize, la prospettiva è interessante perché l’archeologo impegnato nello scavo sta
lavorando all’interno del buco. Per le precisione, poiché si racconta che sul capo della Sfinge
anticamente fosse collocata la corona doppia (Pschent), il foro presente sulla testa sarebbe
servito per ancorare la corona. Va però detto che la Sfinge indossa il copricapo Nemes (cuffia
rigonfia con due ali che cadono sul petto) per cui pensare che al di sopra di esso potesse
trovarsi anche la doppia corona parrebbe perlomeno strano. Riassumendo si contano sei
passaggi nel corpo della Sfinge: uno si trova sul retro della statua, un altro vicino alla coscia
del leone a livello del suolo, il terzo si trova vicino al centro ed è stato rivestito in mattoni
durante i “lavori di restauro”, il quarto si trova proprio sotto l’orecchio, il quinto è quello sulla
testa che è stato chiuso, il sesto si trova tra le zampe della Sfinge.
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(Fonti e bibliografia:
Margaret Bunson, “Enciclopedia dell’antico Egitto”, Melita edizioni, 1995
Cimmino Franco, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani, Milano 2003
Paul Jordan, “Gli enigmi della Sfinge”, Roma, Newton Compton Editori, 2006
Sabina Marineo, “Prima di Cheope”, Nexus Edizioni, 2013
Irene Bellini, Danilo Grossi, “Atlante dei Misteri”, Milano, Giunti, 2006
Brian Brown, “Il libro di Thoth”, New York, Kessinger Publishing, 2003
Christiane Zivie-Coche, “Sphinx, le père la terreur”, Agnes Viénot Editions, 1997
Edda Bresciani, “Grande enciclopedia illustrata dell’antico Egitto”, De Agostini, 2005
Elio Moschetti, Mario Tosi, “Thutmosi IV un sogno all’ombra della sfinge”, Ananke, 2004
Martin Gardiner, “La civiltà egizia” - Oxford University Press 1961, (Einaudi, Torino 1997
Frederick William Fairholt, “Su per il Nilo, e di nuovo a casa”, The Library of Congress, 1862
Paul Jordan, “Gli enigmi della Sfinge”, Nrwton & Compton editori, 1999
Fugazza Stefano, “Simbolismo”, Arnoldo Mondadori arte, 1991)
Ferdinando Caputi.
periodico mensile del gruppo NOIQUI 99