Page 53 - RIVISTA NOIQUI SETTEMBRE 2023
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MARIA CRISTINA SABEL- IVO TOSTI  IRIS VIGNOLA

 LA  Canzone senza voce.  VENTO D’AUTUNNO

 Nel silenzio  Non so più vivere  Odoran di muschio,
 Negli occhi  arida e la terra  certe cupe giornate di pioggia.

 una luce velata,  e l’inferno vi accede  E di cattivo umore,

 tra veli  a distruggere l’anima  di permeata mestizia.
 di ricordi passati,  dove soffi di vento  Accorato contesto,

 come foglie in autunno  portano con sé racchiusi  attraverso cui traboccan gocce,

 tremano le mani  in un pensiero imperfetto  da svariati occhi tristi,
 le palpebre del cuore,  tutte le parole immaginate  di malinconic'abbandono intinti.

 ricorda le parole

 che accarezzavano  Non è dato vivere senza amore  Staccandola dal ramo, l’impetuoso vento,
 il suo dolore,  ma l’amore svanisce in un soffio  l’ultima malandata foglia,

 non le pronuncia,  all’eco improvviso d’un battito  trascin'appresso,
 son rimaste     ch'in vorticosa spiral è danzante

 intrappolate  Non è dato vivere nel solco  - di libertà, chimera iperbolica -

 tra papille  dei pensieri nascosti nel nulla  fintantoché, rosseggiante,
 che sanno d'amore,   se l’anima non trova splendore  non s'adagi'al suolo,

 negli occhi  in questo pianeta disperato  all’amate sorelle dacché riunirsi in toto.

 lampi di un mattino,
 quando il cielo azzurro  Quando il tempo tace  Ma nel ravvivar cimiteriali viali,

 profuma  è l’orologio della vita che batte  ove s’involan mesti pensieri,

 e il mare nel vento   i suoi rintocchi silenziosi  l’afflato del cinereo autunno,
 canta,          ad asciugar la pioggia, par savio,

 si spengono i sogni  È la mia voce allora che canta  nonché profus’e scivolanti lacrime,

 da bambina,  alla luna e alle stelle  di rimorsi, di rimpianti e d’amarezza, pregne,
 con ago e filo  - senza voce solo con lo sguardo -  pell'andato vissuto,

 cuce,  la canzone soave  non esattamente da colpe indenne.

 ricordi da mettere in fila  che versa lacrime al cielo
 tra brandelli   Di sommesso brusio,

 di una vita  Verrà l’autunno  in reiterat’antic'atmosfera sito,

 che sfuggiva.   andrò nell’eterna dimora  trascurando sparsi crisantemi
 a vivere da solo  e, in filari, cipressi -

 tra rami sconosciuti  nell'alimentar speranza rinnovata

 di improbabili pensieri.  d'un vital percorso alternativ'oltre l'immanenza,

                 pur in coessenzialità reciproca colla trascendenza,

                 qual epicentro d'immacolati spiriti,
                 l’incorporea cerulea veste s’adorn'a festa.
































 GRAZIELLA COVELLI






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