Page 88 - RIVISTA NOIQUI SETTEMBRE 2023
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tEREsA LAvIOLA
PREFAZIONE
G U A R I R E L’ANIMA PER CURARE IL CORPO Esiste un dolore inutile e un dolore utile.
Attraverso questo libro non intendo in alcun modo dispen- Il dolore inutile è quello da cui fuggiamo, e che ci insegue e ci trova ogni volta, è il dolore con
sare consigli medici o prescrivere tecniche o trattamenti per cui torniamo al passato rimuginando sui nostri errori e su quelli altrui, è il dolore non vissuto,
problemi fisici e/o psichici senza il parere del tuo medico non attraversa- to, maledetto, negato.
e/o del terapeuta.
Il dolore utile è il dolore accolto come parte integrante della vita, un tunnel stretto che, come
Il mio desiderio è donarti un messaggio di luce attraverso nella nostra prima venuta al mondo, ci permette di nascere più e più volte, e grazie al quale
informa- zioni di carattere generale per la ricerca del tuo ci trasformiamo.
benessere spirituale e psicofisico. Teresa ha permesso al dolore di entrare nella sua vita, trasformando- la radicalmente, e ha
scelto di donare la sua esperienza di cambia- mento a chiunque prenderà questo libro tra le
Se vorrai, sarà tuo diritto usare tali informazioni per te stes- mani.
Il racconto del dialogo sa/o, ma in questo caso l’autore e l’editore non si assumo-
con la mia malattia-medicina no alcuna responsabilità per le tue azioni. Ha attraversato la sua malattia con lo stesso coraggio con cui ha de- ciso di raccontarla tra
queste pagine, con una forza rara che nasce solo da chi ha conosciuto a fondo tutta la sua
vulnerabilità.
Parlare di dolore oggi è un’operazione impopolare.
Abbiamo imparato ad anestetizzare la sofferenza, a tenere a bada i sintomi con farmaci che
pretendono di curare ogni cosa e a esorciz- zare la morte allontanandola dalle nostre case,
così da spiare la mor- te altrui sui social e in tv senza mai conoscerla fino in fondo.
Teresa ha scelto di uscire dal cerchio di pudore che a volte vivono le persone che attraversano
la malattia, rischiando di considerarla una punizione, fonte di vergogna, una dimensione così
lontana dalla vita prestante che ci viene comandata ogni giorno, che non può essere narrata
senza disturbare chi ascolta.
Sono grata di aver potuto accogliere, mesi fa, l’intenzione di Teresa di mettere insieme le sue
parole in un libro vero e proprio: considero la scrittura di un libro un’azione materna di na-
scita e cura.
Quando viviamo un’esperienza, quando abbiamo qualcosa da dire e ci prendiamo la respon-
sabilità di mettere nero su bianco le parole per darle al mondo, stiamo permettendo a noi
stessi di nascere: un libro è come un figlio, che ci somiglia perché viene da noi, ma che è de-
stinato al mondo, che è molto più grande della sua origine e dun- que ci supera.
Sono certa che questo libro sarà d’aiuto a molte persone: a chi vive una malattia in questo
momento, a chi l’ha attraversata, a chi si tro- va vicino a un malato e a tutti quelli che non
cercano il dolore, ma ne conoscono la presenza, lo rispettano e vogliono imparare ad ascolta-
re questo alleato di vita.
Grazie alle parole di Teresa, al suo racconto nudo, così onesto, di ogni angolo delle sue paure,
leggendo queste pagine è possibile recu- perare non solo la dimensione sanatrice del dolore,
ma — cosa ancor più importante — la centralità del Corpo, la sua perfezione, un luogo da
onorare, ascoltare, amare profondamente per non tradire sé stessi.
PRIMA PARTE
Bello sapere che questa storia ora è per tutti, per sempre.
Manuela Toto
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