Page 10 - RIVISTA NOIQUI SETTEMBRE 2022
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fRAnCEsCA pATITuCCI
LA VENDEMMIA: FATTI E CURIOSITÀ SU UNA TRADIZIONE SECOLARE. LA VITE
Un po’ di storia Curiosa e saltellante
a inerpicarmi tra i vitigni
La storia della vendemmia, risale già ai tempi dei romani: si racconta che il 19 agosto celebravano la cosiddetta “Vinalia della festa
Rustica”: una festa in onore di Bacco che dava inizio alla vendemmia. nel vociare, la fatica dei
L’uva veniva raccolta a mano mediante arnesi simili a coltelli, poi riversata in vere e proprie vasche, chiamate “lacus più grandi
vinaria”, dove veniva pigiata. a respirare profumo d’ebbrezza.
Durante tutti i giorni della vendemmia, le attività quotidiane erano accantonate e l’intera famiglia si riuniva per dedicarsi E le api facevan la ola a chi
esclusivamente al lavoro nei vigneti. s'accaparrava gli acini più succosi.
Da ciò nasce il carattere conviviale e sociale di questa attività che univa le persone per festeggiare la raccolta e per tra- Il sole d'agosto aveva maturato frutti buoni
scorrere un po' di tempo insieme. attendevo intrepida
Oggi, uno dei simboli della vendemmia è la cesta rossa dove si raccolgono le uve, ma in passato era necessario usare il susseguirsi della scampagnata.
scale e delle ceste con l’uncino. La nonna mi chiamava per darle una mano
Nella società contadina, la data d’inizio della vendemmia era definita dal responsabile dei vigneti, che mediante continui a scaldare il suo cuore
mentre preparava cibo in quantità
assaggi degli acini ne valutava la maturazione. Per la raccolta, intere famiglie si spostavano di podere in podere, facendo per le genti di buona volontà.
a gara a chi vendemmiava prima il filare assegnato. Il sorriso ci accomunava tutti
Per poggiare le viti, venivano utilizzati alberi come l’olmo, il “testucchio” (gambo, stelo, fuscello, incrociato) e i grappoli tra sudore e aria frizzantina.
più alti venivano raccolti con le scale e panieri con uncino. Anche la zia lesta di polemica
Le uve raccolte nei cesti venivano poi riversate nelle “bigonce” (recipiente di legno di ca. 50 litri, fatto a doghe rinsal- sembrava rilassarsi a buoni
date tramite cerchi di legno, di forma leggermente svasata dal fondo alla bocca di forma ovale) e infine trasportate alla consigli e chiacchiere leggere.
cantina da carri trainati dai buoi. Le canestre piene... d'uva e di donne
Oggi, con l’introduzione di strumenti meccanici, che favoriscono la raccolta delle uve, il momento della vendemmia
ha perso un po' parte del suo valore festivo e conviviale, anche se diverse cantine e paesi cercano di mantenere viva la forti e amorevoli
… Fino al dì, prima che piovesse
tradizione del proprio territorio. a riempire i bigonci
Fatica, sudore, tradizione e divertimento. di mosto a divenire e dolcezza.
Settembre, il mese della vendemmia. Nostalgiche rimembranze
m'accaldano
È il mese dei buoni propositi, dell’inizio della scuola, del ritorno alla routine quotidiana e delle giornate dei ricordi e mi sembra ancora di danzare
tra i vigneti, dove un bacio
dell’estate appena trascorsa. Ma soprattutto settembre è il mese della vendemmia, un momento fondamentale per i innocente
produttori che, dopo un anno di duro lavoro nelle vigne, possono finalmente raccogliere il frutto delle loro fatiche. si posò su labbra sognanti
La vendemmia è un rito che da secoli si tramanda di generazione in generazione, ricco del sapere contadino e tradizione nell'eco di ubriachi ritornelli
popolare. della nostra
L’uva è da sempre un alimento fondamentale e non solo per il vino.
Nel passato, l’uva non era solo destinata alla produzione del vino, ma era una risorsa alimentare importante. Vendemmia.
La vite
Curiosità gravida di frutti
Una delle ricette, che ancora oggi possiamo trovare sulle nostre tavole in questo periodo, è il Busarò. La classica schiac- sull'orlo delle nostre semplici
ciata contadina fatta di pasta di pane con uva fragola e zucchero. coscienze.
In passato, grazie al succo non fermentato della vendemmia, si otteneva una bevanda rinfrescante, mentre con il mosto
fresco di giornata si otteneva la “Sapa”: una specie di sciroppo ottenuto dalla cottura lenta del mosto con noci, fichi o
mele, conservato poi in bottiglie ed utilizzato per più preparazioni.
Sicuramente la fatica è tanta, il caldo umido delle giornate settembrine, il lavoro in piedi e le braccia stanche, ma
non mancano i momenti di svago, risate, racconti, canti popolari e la mitica e immancabile merenda in vigna con sala-
me, prosciutto, pecorino e un bel calice di vino!
Ed è proprio questo clima conviviale che le cantine del Movimento Turismo del Vino Toscana vogliono celebrare que-
sto momento in occasione di “Cantine Aperte in Vendemmia”, perché la vendemmia è soprattutto una festa da
condividere con i wine lover per brindare a un’ottima annata.
FESTE E TRADIZIONI ITALIANE
Nell’Alto Piemonte, la tradizione della Vendemmia è ancora un’usanza sentita e vissuta in molti paesi e tantissime canti-
ne.
Tra le feste più importanti questa terra, a inizio settembre, dà inizio alla “Festa del Vino di Gattinara”, che quest’anno
ha festeggiato la 37° edizione.
Grazie a questo clima di accoglienza, la Festa è uno dei principali eventi della città di Gattinara ed è tra le più presti-
giose manifestazioni legate alla vendemmia del Piemonte, che celebra per tre giorni uno dei grandi vini rossi italiani: il
Gattinara D.O.C.G.
Un altro paese che merita attenzione in questo particolare periodo dell’anno è Sizzano, La Festa di Sizzano, che ha ini-
zio il 22 settembre. Una giornata organizzata nei minimi dettagli, offrendo la possibilità di passeggiare per i vigneti, con
l’illustrazione degli impianti di alcuni produttori, le uve tipiche e le tecniche di coltura.
In aggiunta, un pranzo suggestivo nella vigna con piatti tipici della tradizione piemontese come polenta, tapulone e
prodotti tipici del territorio, fino ad arrivare in piazza a Sizzano per la pigiatura dell’uva.
Gemellata alla giornata anche Ghemme, dove viene proposta la visita di alcune cantine, la vinificazione e la visita al
Ricetto (borgo antico).
Questi vignaioli cercano di mantenere la tradizione, la convivialità, e la condivisione del loro lavoro, non solo portando
sulla nostra tavola vini di ottima qualità da degustare, ma dando vita a vere proprie feste per valorizzare l’Alto Piemon-
te, che spesso viene sottovalutato.
Le cantine sono aperte tutto l’anno, il momento della vendemmia è sicuramente però il più suggestivo, ma i racconti dei
vignaioli non sono da meno, perché hanno sempre una storia del territorio da raccontare.
Ovviamente ogni posto d’Italia vendemmia secondo le tipiche usanze
Io stessa conservo dei bellissimi ricordi di questo periodo di “fatica festaiola” come io la definisco.
Un momento familiare e d’amicizia vera, di affetti che oggi vivono nelle memorie, tradizioni tramandate che poi, via
via, sono state sostituite dalla tecnologia, con i pro e i contro.
Ma, per fortuna, sono ancora tanti i posti della bella Italia dove questo spirito sociale e conviviale viene coltivato.
E allora concludo con l’augurio a tutti i viticoltori, produttori e aziende di poter raccogliere i frutti della fatica, di con-
cretizzare una buona annata e fare un brindisi a tutti noi, che sia di buon auspicio.
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