Leggere e
spaziare tra le righe dell’autrice è un excursus profondo e sentito, attraverso
i tanti mali occultati o, sfrontatamente rielaborati, a propria convenienza, da
una falsa società che detiene bieco conformismo. Perché il male fa capolino
dagli anfratti più reconditi e inimmaginabili di un mondo spesso “dorato”
L’autrice
tratta vari temi, sotto forma di racconto, a portare a galla lo scempio del potere, della legge, la violenza, i sordidi compromessi, a sfondo sessuale, la beffa del destino di donne rassegnate e succubi che trattengono dolore in nome dell’amore per i propri figli.
E lo fa mediante una penna che scivola con eleganza sul meschino essere umano, ne sottolinea, con grande abilità lessicale, le sfumature di situazioni che ogni giorno percorriamo direttamente o di riflesso, con dovizia di particolari, narrati come in un romanzo, ma tremendamente veri.
È un leggere che assale e coinvolge il fruitore immediatamente, per contenuti e bellezza d’espressione, pur nella consapevolezza di una lettura che altro non è che la trasposizione della cruda realtà che ci circonda da sempre. Forse oggi più che mai.
È davvero una raccolta che merita, assolutamente, d’essere assaporata ed interpretata, in cui
immergersi con la dovuta calma e attenzione, proprio perché affronta temi scottanti della nostra variegata trincea sociale.
Non di meno valore sono i testi poetici di Maria, che non tradiscono la sua padronanza del verbo scritto e della sua conoscenza di quanto non appare, nascosto dietro gli scuri del “non vedere e del non sentire” ma soprattutto del voler trasfigurare verità mendaci e terribili, persino ai loro stessi fautori.
Francesca Patitucci