Page 46 - RIVISTA NOIQUI APRILE 2022
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trascorso insieme, si erano prodigati per il bene della “famiglia temporanea”, ma nel momento dell’addio non hai avuto
il benché minimo rimorso nel mandarli via, non lo hai avuto nemmeno dopo aver saputo che si erano suicidati. Sai cosa
vuol dire questo? Che dovranno comunque scontare il loro gesto presso la dimora del Principe Nero e, conoscendolo,
ELANOR E IL FIORE DEL DESTINO so che non sarà clemente nel giudicarli. E il loro castigo sarà quello di vagare senza tempo nel limbo prima di avere una
nuova occasione per tornare a vivere in un nuovo corpo».
C’era fermento in quel periodo nel piccolo villaggio di Baradiel, si avvici- ragazza «Ma la mia bellezza non può appartenere ad un solo uomo, loro lo sapevano, ed hanno accettato la regola». disse la
nava il giorno della consegna del fiore, una tradizione che ormai veniva ri- «Quale regola? Quella della scadenza? Oh si, l’hanno accettata, ma dopo il primo uomo che si è ucciso per te non
spettata da qualche anno, da quando la giovane fanciulla Elanor era andata hai pensato nemmeno per un attimo che questa regola potesse essere sbagliata? Ingiusta? Soprattutto egoista? Hai conti-
a vivere lì. Era veramente bellissima, talmente bella che, insieme al tempo nuato pensando solo a te stessa, e così con il secondo, e poi il terzo, e poi ancora il quarto, e adesso sono arrivato io. Solo
con cui aveva fatto un accordo, aveva scelto di non voler appartenere ad perché hai fatto un patto con il tempo, questo non significa far soffrire chi ti sta accanto, non è giusto. Per quanto vuoi
un solo uomo, ma di essere di tutti, però solo per un periodo limitato ad continuare ancora? Quanti morti avrai sulla coscienza?».
un anno, proprio per dare modo ai compagni che sceglieva di godere della «Ma il patto col tempo esigeva questa clausola».
sua compagnia. Durante l’anno che trascorreva insieme all’uomo prescelto «Che ha portato quattro persone a uccidersi per te, sei stata egoista, non altruista, ti sei raccontata questa storiella
però, lei non si concedeva, era questa la condizione che specificava chiara- per avere una giustificazione morale verso te stessa. Guardati bene, puoi mentire a me, a loro, ma non a te stessa».
mente. Solo se si fosse totalmente innamorata allora la situazione sarebbe «Hai perfettamente ragione, sono stata egoista e cieca, ma il male ormai è fatto e non si può tornare indietro».
potuta cambiare. Il tempo per lei non passava, infatti anche lui, folgorato «Se non si può tornare indietro potresti evitare di andare avanti su questa strada, e comunque qualcosa tu puoi
dalla bellezza di Elanor, aveva deciso di non infierire sulla sua persona, e fare».
stipulò con lei un accordo: le avrebbe lasciato la sua bellezza a patto che «Davvero? E come?»
lei la distribuisse a tutti quelli che la volevano. E così fu. «Come ti ho appena detto, evitare di andare avanti e sciogli il patto che hai fatto col tempo».
La cerimonia della consegna del fiore era semplice, il primo giorno di «Ma questo significa che invecchierò».
primavera, sotto il tiglio nella landa adiacente il paese, lei aspettava i pre- «Hai ancora molto da vivere, e la tua bellezza rimarrà intatta, ma la donerai solo all’uomo di cui ti innamorerai dav-
tendenti, ma solo ad uno di loro sarebbe stato consegnato questo fiore, un vero, e da cui sarai ricambiata. Non c’è gioia più grande che donare il bene più prezioso che abbiamo a chi si ama».
fiore di un colore blu intenso con al centro una stella dorata, era chiamato «Ma ormai qui non verrà più nessuno da me, basta vedere la giornata come è andata, la voce dei suicidi si è ormai
il fiore del destino perché cresceva solo nella valle che porta appunto que- sparsa , qui non ho futuro».
sto nome, una valle a cui l’accesso era riservato solo a lei. Ma come tutte «Il mondo è grande cara Elanor, e potrai partire per trovare il tuo uomo altrove».
le storie belle, anche questa aveva il suo rovescio della medaglia. Tutti gli «Ma, il fiore del destino allora? Che fine farà?»
uomini con cui era convissuta per il periodo di tempo considerato erano
«Tranquilla, nella valle del destino ci sarà sempre chi si occuperà di questo fiore meraviglioso, tu non hai più biso-
impazziti totalmente, per poi morire di dolore. Questo perché durante la convivenza essi si innamoravano perduta- gno di lui».
mente di lei, ed il momento della interruzione del rapporto era talmente doloroso che prima impazzivano e poi, come «Quindi non donerò più fiori».
detto, morivano. E quell’anno successe la stessa cosa, proprio nel momento in cui l’ultimo pretendente doveva lasciare «Oh no, tu donerai il tuo fiore più bello, esso non ha colore e non ha forma, e non cresce in nessuna vallata, que-
per sempre la sua casa. Si disperò a tal punto che corse a perdifiato verso il ponte che passava sul fiume e, arrampica- sto fiore cresce solo in te, è custodito nel tuo cuore, ed ha più vitalità di tutti. Se ricordi bene il fiore del destino dopo un
tosi sopra di esso, vi si gettò e per poi scomparire tra i flutti. anno appassiva, e tu cacciavi chi ti aveva amata. Ma se donerai il fiore del vero amore alla persona giusta, esso non appas-
Venne quindi il giorno tanto atteso, e di buon mattino già molta gente stava arrivando. La giornata si preannunciava sirà mai, credi a me, è il dono più bello che puoi portare a chi ti ama davvero».
come una vera e propria festa, con canti, balli, buon cibo e buon vino, una bella occasione per stare insieme. La conse- «Ebbene sia Charun, farò come dici, all’alba partirò per sempre».
gna del fiore sarebbe avvenuta al tramonto, proprio sotto il tiglio. «Saggia decisione Elanor, decisione che porterò come informazione al Principe Nero, e sapendo questo, sicura-
Arrivò quindi l’ora , ma ancora non si era presentato nessuno, la cosa era strana, negli anni passati c’erano sempre mente sarà clemente con gli uomini che hanno dimorato nella tua casa e che si sono uccisi».
almeno una decina di pretendenti in attesa. Elanor arrivò puntualmente, ma al tramonto tutto sarebbe terminato. Co- «In che modo sarà clemente?»
minciò quindi a prendere in considerazione l’idea di trascorrere l’anno a venire da sola nella sua casa. «Li farà reincarnare subito, senza lasciarli nel limbo ad espiare la loro colpa, che in parte è stata generata da te».
Mentre era assorta nei suoi pensieri ecco arrivare un uomo che nessuno aveva mai visto in paese, indossava un abito «Allora domani partirò, e porterò in dono solamente il fiore del vero amore, quello che non appassisce malgrado
bellissimo, tutto damascato, con un cappello a forma di cilindro sempre damascato, il passo era lento ma deciso, e si il tempo che passa, e voi,» disse rivolgendosi alle anime degli uomini che lei aveva cacciato, «se potete perdonate il mio
andò ad accomodare sotto il tiglio. Alla sua vista Elanor ebbe un moto di gioia, (almeno non sarebbe rimasta sola), e egoismo».
poi quell’uomo era davvero niente male. La giornata trascorse quindi in allegria, tra canti, balli e divertimento, mancava «Loro non provano rancore, il loro stato di spirito non conosce questa parola, ma così facendo li hai salvati da una
poco ormai al tramonto. Che puntualmente arrivò. Si diede quindi il via alla cerimonia, con l’unico pretendente che ve- punizione forse esagerata. Adesso noi andiamo, ricorda di sciogliere il patto col tempo, parti e vivi una vita felice».
niva chiamato dal giudice affinché pronunciasse il “giuramento di accettazione”, praticamente una promessa con cui si E così come era arrivato, Charun se ne andò insieme alle quattro anime che aveva portato con se. Elanor chiamò subito
impegnava solennemente a non trasgredire alcuna regola, prima fra tutte quella di avere un comportamento rispettoso il signore del tempo col quale siglò anni fa il contratto, e, anche se a malincuore, ci rinunciò. Si levò quindi di buon mat-
ed esemplare verso la fanciulla durante l’anno di permanenza accanto a lei. tino per partire. Mentre si lasciava alle spalle il villaggio si voltò solo una volta per guardare indietro, ma senza nostalgie,
“ Giuro solennemente, in virtù della fiducia concessami da Elanor, di rispettarla e onorarla per tutto l’anno che dentro di lei era convinta della decisione presa. Si guardò la mano sinistra, quella con la quale donava il fiore del destino,
verrà, e di non aver nulla a pretendere dopo la scadenza di esso, a meno che lei non voglia avermi al suo fianco per e comprese che da quel momento avrebbe donato solo il fiore del vero amore, quello che abbiamo dentro e che a volte
sempre.” non riusciamo a vedere. Si era raccontata una triste verità, quella di voler donare la sua bellezza a più uomini pensando di
In quel momento la fanciulla si avvicinò all’uomo e le consegnò il bellissimo fiore. Conclusa quindi la fase più impor- essere altruista, ma in realtà era lei che godeva della situazione. Ma donando il fiore del vero amore aveva sperimentato su
tante della giornata, il pretendente avrebbe avuto libero accesso alla casa di Elanor fin dalla sera stessa, cosa che però, di sé il detto profetico del mondo antico:
stranamente, non successe. Di solito il fortunato che ha ricevuto in dono il fiore non aspetta altro, ma l’uomo dama- “Donare una sola volta una grande verità ci appaga molto di più che donarne molte volte una piccola”
scato, subito dopo la cerimonia, sparì nel nulla. E dalla sua mano, finalmente, lasciò scivolare per sempre il fiore del destino. Nel villaggio nessuno seppe più nulla di lei.
La giornata quindi si concluse con un quasi nulla di fatto, e di questo Elanor ne rimase turbata. Fece quindi ritorno Forse un giorno sarebbe tornata, o forse no. Intanto dopo pochi mesi dalla partenza di Elanor, nacquero a Baradiel quat-
alla sua casa e si preparò qualcosa da mangiare. Ma i suoi pensieri tornavano sempre a quello strano uomo che aveva sì tro nuovi bambini. Il Principe Nero aveva mantenuto la sua parola? Anche questo, nessuno lo seppe mai.
accettato il suo fiore, ma si era eclissato chissà dove. Era quasi mezzanotte e lei, stanca della giornata, decise di andare
a coricarsi quando improvvisamente qualcuno bussò alla sua porta. Incuriosita, data l’ora, si affacciò alla finestra per
vedere chi era ma per il troppo buio non vide nessuno. Scese quindi per andare ad aprire quando una voce dal di fuori
la anticipò:
«Elanor, sono l’uomo a cui hai donato il fiore, sono qui fuori».
Riconobbe la voce in un attimo, e col cuore gonfio di emozione aprì la porta; era proprio lui.
«Posso entrare?» disse l’uomo
«Dovresti, anzi, saresti dovuto essere qui già da un po’, cosa è successo?»
«Capirai tutto Elanor, intanto se vuoi puoi chiamarmi Charun, e sono uno psicopompo mandato dal grande
Principe Nero per portarti un messaggio».
Elanor sapeva bene che lo psicopompo era il “traghettatore delle anime dei morti”, meglio conosciuto col nome di Ca-
ronte, ma forse, essendocene molti, i nomi differivano.
«Dimmi Charun, sei venuto per stare con me o per altro?»
«Prima di parlare cara Elanor, voglio presentarti alcune anime che sono venute insieme a me, dovresti ricono-
scerle». In un attimo aprì la porta, e ad uno ad uno entrarono quattro persone, avevano la tristezza sul volto e guarda-
vano Elanor con sguardo innamorato.
«Non li riconosci?» –disse Charun»
«Si – rispose Elanor – Li riconosco tutti, ma cosa fanno qui?»
«Sono qui per te». MAURIZIO ALBANO
«Per me?»
«Si, vogliono darti un ultimo saluto prima di andare per sempre nel mondo delle ombre, un mondo dove tu
hai avuto una grande responsabilità nel mandarli. Loro erano innamorati di te. Come ben ricordi, nell’anno che avete
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