Page 81 - RIVISTA NOIQUI APRILE 2023
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E                auRELIO ACETO



 S  Se la parola drammatica pubblicata è un segno doppio che appartiene contemporaneamente a due sistemi lingui-  FILASTROCCA DEL COMIZIANTE BELLIGERANTE
 stici diversi (letterario e scenico), il dramma scritto esprime non solo la sua forma, ma una volontà della stessa ad
 S  essere altra: coglie la forma in movimento.  (...DISTORSIONE DEI PENSIERI, E DELLE PAROLE)



 E  Per Andreini, come per tanti altri attori-autori, la necessità di conformare la scena al libro non è


 R  dovuta solo all’esigenza di nobilitare il teatro conferendogli dignità letteraria, ma anche di creare   E poi, a un certo punto,
 un ponte che metta in contatto e in dialogo teatro e letteratura.
                è salito sul palpito.
 E  Il libro-manoscritto era anche fornito di un corposo apparato didascalico, con indicazioni rela-  Bisunto, senza toga , con foga,

 tive all’impianto scenografico, ai cambi di scena, agli effetti luministici, ai costumi e alla recita-
                aveva dentro un rogo.
 zione; tutto un apparato utile alla messinscena e funzionale per i futuri allestitori. Queste indica-  Con tono impastato, si è cementato in un discorso duro,


 N  zioni elencate dal comico-drammaturgo sono stimoli agli atti mentali del lettore, il quale, assorto   così duro che il cuore ebbe un boato.
                Viso paonazzo, fece una lunga ispirazione,
 dalla parola, non deve dimenticare che il dramma ha dato vita ad un evento irrecuperabile o che
 O  darà vita comunque ad uno spettacolo. Questa operazione viene definita «lettura scenica» pro-  e la voce tornò a sfociare, tonante.

 prio perché permette al lettore un dialogo con il teatro, anche in sua assenza. Furono utilizzati
                “Bisogna andare, a guerreggiare”,
 N  anche gli avvertimenti a chi legge, i quali fornivano una serie di informazioni al lettore, riguardo   gridava agli astanti dal suo vertice d'altare.

 alle scelte tecniche e linguistiche operate dall’autore, oltre che promuovere le imprese teatrali ed   “Guerreggiare, dove pare a me, ma senza di me”.

 editoriali di un manoscritto che si colloca nel vasto territorio della letteratura.  Ah!

 A  Raffaele Granato  Il ventriloquo sinistro ebbe un imbarazzo,
                assieme al destro. Si ammutolirono.
 P              La gente, tornata attenta, vedeva il paonazzo

                simile a un pupazzo.
 P              “Non sarà mica pazzo?” ...


 A              Brusìo, brusìo...Uno, due, tre, suppergiù,
                ma anche ìo, a voce alta:

 R              “È un deja-vu!”.

                “Sì, non lo vogliamo più!”,
 I              non più assopito, un vecchietto



 R              ardito, allibito e con non poco sospetto.
                I ventriloqui sinistro e destro:
 E              “Il mostro nuoce, veloce, che non abbia più voce,

                a questo proto-retorico che gli si blocchi il diastolico!”

                Gli astanti, quelli meno distanti:
                “Che nessuno lo tocchi, può essere infestante,

                una malattia, andiamocene via.

                … E resterà meno di un Niente”.



                La filastrocca è sciocca, ma il tema tocca: una volta che un essere umano calpesta il

                proprio cuore (è salito sul “palpito”, nella filastrocca), poi è facile generare il grande
                caos morale, fino all'annientamento dell'ordine civile (guerreggiare) e psico-biologico

                (malattia infestante).
























 GIOVANNI SEANBARRS









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