Page 85 - RIVISTA NOIQUI APRILE 2023
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IRIs vIgnOLA
IRIs vIgnOLA NON SOGNO E NON REALTÀ
Sogno o realtà, fantasia o follia,
son qui sveglia o nel dormiveglia
BELTÀ E GRAZIA HAN ARRISO ALLA TUA FORGIA o, ancora, profondamente addormentata
e d'improvviso percepisco una malia:
Beltà e grazia han arriso alla tua forgia, un refolo di vento, dal letto, mi rapisce
di maestria si son plasmate, nell’imprimer il lor marchio. e su, sempre più in alto, veloce, mi trasporta,
Quant’è stata real veemenza, nel desiderar di far di te, la sua carezza lieve 'l viso mio or avvolge,
creatura alata, ineguagliabil esemplare mai esistito tale? intanto ch'il suo sibilo all'orecchio mi fa udire,
acciocché 'l sussurro suo, suadente,
Grata alquanto, far a me arrivare.
all'etereo mio arrancar sin ove arriva 'l sogno,
in un cielo ch’ha dismesso 'l velo nero D'un costellato mondo ignoto,
- scippato dal color buio dell’ombra - m'accingo a varcar il confine di mistero.
pell'estasiante aurora, giungente a rischiarar l’intorno. Scalz'i miei piedi non tastano 'l terreno,
frattanto che, dagli occhi strabiliati alquanto,
Nell’atto di posar piedi s’un'accumulata nube, sgorgan lacrime d'emozionale pianto
mi costringo si'all’esilio si'al diniego del risveglio, e lo spirito si satura d'immenso.
acciocché possa ancor restar nel sonno,
a favorir lo spazio che ricerco. E riecco 'l vento...
La sua folata nuovamente mi solleva,
Cavalcar su di te, o mirabile destriero, fin al sentiero impervio su cui, stranita,
carezzar il corno tuo, ch’ha sapor di sortilegio, ond'arrivar al cielo, m'inerpico a fatica.
com’eretto, sul tuo capo, a corona sorprendente. Blu, la notte,
Aggrapparmi a soave morbidezza del tuo lungo crine biondo, di cui, allorquando un canto stellar nel firmamento
del color copiante 'l sole, risplendente or or da Oriente, s'eleva, 'l soave respir percepisco,
ond' intender non cader nell’accedere alle stelle. mentre par, la Via Lattea, osservarmi sapiente,
al fin d'indicarmi la Via dell'incanto.
Straordinario, morbido manto,
di luce lunare irradiato,
puro, parimenti alla neve, 'l supremo candore.
Saettante, liscia e fluente criniera
tutt'intorno sferza l'aria.
Altero, 'l portamento, da giovin destriero,
visibilmente tanto maestoso quanto fiero.
Troneggia, sull'affusolato muso, 'l corno,
ch'all'apparir mio sulla scena, scintilla.
L'ali imponent'intrise di bellezza, scorgo,
intanto che dal fluido fatato attirata,
sul dorso monto dell'unicorno,
cosicché volar a rimirar le stelle da vicino...
A contemplar la luccicante scia delle comete...
A enumerar le radiose, lontane galassie infinite.
A scoprir, dell'universo, la grandezza,
in detta notte unica e incredibile,
non sogno e non realtà, ma inenarrabile.
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