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RIVISTA NOIQUI APRILE 2025 https://www.youtube.com/@noiqui/featured
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UNO BRUNDISINI
I mEccAnISmI DI AncORAggIO
Gli ancoraggi sono funzioni fondamentali del nostro modello della realtà. Essi
costituiscono dei segnali di condizionamento in grado di evocare in noi un
determinato stato d’animo. Un’ancora può essere una parola, una suono, una
frase, un luogo, un odore, un sapore, capace di ricordarci inconsciamente qual-
cosa e di mettere in moto una reazione emotiva di piacere, di dolore, di malin-
conia, e via dicendo. Una canzone può evocare in noi particolari sensazioni.
Ancore più complesse sono date dalla partecipazione di più canali sensoriali.
Puoi tornare in un piccolo paese in cui eri stato in passato con una persona
di cui ti eri innamorato, rivedere le strade, le case tutte bianche, gli alberi, ri-
sentire l’odore del fieno accatastato, gli accenti degli abitanti, quella leggera
brezza che soffia tra la chiesa ed il vicina municipio, il sapore della pasta al
sugo di funghi. Tutto ciò evocherà in te lo stato d’animo di allora. Nella scala
del potere ancorante delle percezioni, gli odori hanno la forza maggiore, perché
raggiungono direttamente l’inconscio. Anche i sapori hanno una grande forza,
dal che l’efficacia delle convinzioni trasmesse a pranzo.
La nostra giornata, la nostra vita è piena di ancore. Il linguaggio non è solo la
dimensione più ricca e tipica del simbolismo, ma è anche un sistema complesso
e articolato di ancoraggi. I luoghi che frequentiamo quotidianamente sono
ricchi di immagini ancoranti. Lo stesso i nomi delle persone, la musica, il cibo.
In termini strettamente fisiologici le ancore sono riflesse condizionate. Esse
possono avere significati positivi, evocando piacere, gioia, speranza, benessere,
amicizia, amore. Possono avere significati negativi, evocando dolore, sofferen-
za, disgusto, disprezzo, odio, violenza.
In ogni caso le ancore fissano stati d’animo ed agiscono nel nostro mondo emo-
zionale. Normalmente esse si fissano spontaneamente ed inconsciamente, dan-
do una direzione al nostro agire, ma è anche possibile indurre un ancoraggio.
Un riflesso condizionato di tipo pavloviano classicamente può essere prodotto
nell’animale e nell’uomo sottoponendo il soggetto a ripetute esperienze tipo
stimolo risposta. Associando allo stimolo un segnale è sufficiente, in seguito,
attivare il segnale senza lo stimolo, per avere la risposta.
Così ad es. si pone davanti alla vista di un cane del cibo (stimolo) che induce
salivazione (risposta). Successivamente, mentre si mostra il cibo, si fa squillare
un campanello. Dopo aver ripetuto per un certo numero di volte questo stimo-
lo associato al suono del campanello, sarà sufficiente far squillare il campanel-
lo, senza mostrare il cibo per indurre la salivazione.
Pavlov ha dimostrato che se lo stimolo associato al segnale viene somministra-
to in una situazione di intensa carica emotiva, è sufficiente una sola volta per
ottenere la risposta. Questa è quindi un’ancora.
Ancorare quindi significa indurre uno stato interno mediante modalità spe-
cifiche, fissarlo e poi, a distanza di tempo, riattivarlo, riproducendo le stesse
modalità che sono servite a indurre quello stato.
Per ottenere un buon ancoraggio sono necessarie alcune condizioni.
La persona deve essere in uno stato di associazione a se stessa. Deve essere
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