Page 26 - RIVISTA NOIQUI FEBBRAIO 2023
P. 26
GRAzIA fREsTA fInA D'IgnOTI GEsuInO CuRRELI CARLO OnnIs
LE BENDE UMIDE SUL MARCIAPIEDE PENSIERO SUL DORSO NOTTURNO
Si scava Tardo è l’inverno e già Sul marciapiede ho fisso il mio binario, La luce dorme nel silenzio
sprofondando nell'intimità d'una sillaba l’ombra delle terrene lì vado e vengo, e fermo alla stazione, del mio buio
d'un pensiero tondo cede posto a tenue luce dove monta il ricordo e l’intenzione e si dilata il tempo,
che si sofferma lì, giusto lì, la luna del meriggio di ammansirlo con il vocabolario. cresce la notte aspirando,
al raggio liberata dalle incombenti nubi s'avvicina e s'allontana
parvenza d’alito vitale, dona Senza pudore il sole di febbraio come se temesse di
S'è a metà, a metà, alle cime alte dei colli, dove desta gli aliti della primavera, perdere il suo
del delirio d'un bacio il sole del mattino aveva già sarà di nuovo freddo questa sera vantaggio segreto
a sfumature intravisto; indorato di linfa nuova ma io mi scalderò col calamaio, tra cielo e terra. Ma
brividi di pennellate o puntini le selvatiche viole, poco prima , una pagina bianca, e la chimera se viene incontro alla luce
ad accogliere il sogno il biancore dell’alba , aveva portato di sublimare in canto ogni mio guaio. ripudierà il giorno,se
le anime assorte a pensare : ospite d'un mio sonno
Navigo nella vertigine ‘’chissà come vede il mondo, chi Un quotidiano e limpido scenario mi farà sognare
d'una impressione, il mondo ha lasciato , passando l’esplosione dei mandorleti in fiore, nel risveglio
nell'immenso di questa sommatoria di nell’altra dimensione ?’’ lo sguardo sui miei passi o sul colore d'un'altra alba?
punti. Noi siamo qui, con l’odore agrodolce delle luci che chiudono il sipario. Ho tutta la voce mia ancora,
dei mandarini tra i viali che ne ho tutto il suo silenzio
attendono l’estate per sognare e Destinato all’incognito futuro se la veglio o
la solitudine dei cani abbandonati e al passato che ancora mi tallona, voglio dormire
in cerca d’una carezza, d’un pezzo di a un amore ch’è diventato icona e sognarci dentro:
pane… è questo andirivieni, ve lo giuro! E mi basterà un respiro,
Tardo è l’inverno e già la luna nuova in cielo
l’ombra delle terrene cose e il vento che la culla,
cede il posto alla speranza ascoltare in questo
tra le bende ancora umide mio ebbro corpo
delle ferite dell’anima. la solitudine di quella vita
che attraversa ora il ponte
senza un minimo rumore
e non mi ricorda più?
Ruzanna Khalatyan painter
Ruzanna Khalatyan painter
26 periodico mensile del gruppo NOIQUI periodico mensile del gruppo NOIQUI 27