Page 34 - RIVISTA NOIQUI FEBBRAIO 2023
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CARMELA DE GIORGIO UNIDA-ATZENI MARIALUIGIA DONATO CAIONE GIOVANNI BARONE
GLI INGORGHI DELL'ANIMA TU L'IMMENSO IL BUIO DELL’ANIMA IO E LA MIA ANIMA
Nel subbuglio vertiginoso Non mi spaventa più Nella mente già vivido il ricordo Ho sempre cercato
di incoerenti emozioni, sapere quanto durerà come l'eterno ritorno improvviso, di curare la mia anima
nel clamore di confusi pensieri questo momento. il tempo cristallizzato in un viso stando attento
echeggia il fruscio delle ombre Impetuoso mi trascinerà lontano ed un tenue fragile suono sordo. a qualsiasi movimento emotivo
del tempo passato, sarà sfiorato dalla brezza del mare La lontananza è figlia del vento: lasciandola libera di emozionarsi
il mormorio indistinto di un presente, riscaldato dai raggi del sole, è capriccioso durante il cammino, e amare senza scrupoli.
nebbioso, malato poi d'improvviso lacrime innocenti d’un bambino
Scivolo, lentamente, nelle sabbie mobili si alzerà il vento e la cruda realtà e lo stento. Gli amori andavano e venivano
di sentimenti contrastanti, rugosi, a trascinare via Il sangue innocente è come un fiume: lungo il cammino
fragile e indifesa, tutte le mie incertezze. gli argini son frantumati dall’astio, vivendo in piena libertà,
vago, senza meta, su sentieri di polvere Allora sarai tu l'immenso... dall' uomo ottenebrato senza Dio: abbagliati da questa scelta di vita.
e fango, Tu manto sublime alla colomba han strappato le piume.
tra schegge di rugiada su prati a colmare in me l'universo. Nella mente dei bagliori accecanti, Si era persa, ritrovata
di erba secca la storia monumento senza nome ma anche dal dolore lacerata
Nel buio stilettate dopo il colpo e la saetta di un drone per poi essere abbandonata.
di abbracci mancati, di baci mai dati, VALERIKA OLIVER d’ipocriti, subdoli regnanti.
ed io sprofondo, a muso duro, VANITÀ LUCIDITÀ Che cosa è rimasto lo scheletro? Ho raccolto in tempo
con gli occhi chiusi, Gener- Oso oppure briciole e tanti frantumi, il suo ultimo respiro
nelle sabbie mobili delle mie fragilità General-mente OSO flebili tremanti fiammelle e lumi e adagiandola sopra il letto
ma non mi chiedere a rischiarar il nudo feretro? delle mie lacrime
VINCENT C. MADESANÌ perché sono ancora a parlarti l'ho curata con l'essenza
NEI SOGNI perché sei ancora a stringermi del mio cuore!
Mi ritrovo ancora una volta a percorrere i pen- nonostante tutti
sieri, tanto vicino ai tuoi da riuscire a parlarti pur nonostante gli eventi ROSA MARIA CHIARELLO CARMELA LARATTA
rimanendo zitto ti alzi come combattente GLI INGORGHI DELL'ANIMA GLI INGORGHI DELL'ANIMA
senza digrignare nessun dente Avvolta nel crepuscolo dei miei pensieri Darsi un perché
le ansie mi ammoniscono la coscienza e spesso senti la notte e nel manto nero delle disillusioni, di certe multiple addizioni
navigo controvento aggrappandomi alla vita con è soave come ali d'Avorio intono una dolce melodia che vorrebbero planare in gioia pura
tutte le mie forze e non ti tocco, non posso sulle note del mio sax. ma danno ansia
non ti misuro Scendo negli antri del tormento e non sfrattano i tremori.
annaspo nel nero tra il cielo e il mare dove i tem- ti frantumeresti in mille pezzi una soave malinconia
porali mi oscurano l’orizzonte, mi spogliano di ti sento di giorno sorregge il buco nero Dentro silenzi tra macigni di pensieri
niente e… raccogli acqua in bottiglia che avvolge giorni, mesi, anni. dentro risvegli tra due portici di sale
la temperatura sale Solo l’armonia del suono stiamo in attesa di trovare
in quel preciso istante se l’avessi, ne assorbi il principio del mare stravolge i sensi un ripostiglio
io ti donerei una stella pur di poter accarezzare i com'è increspato, increscioso carisma di desideri mai appagati -buio dove frugare per lanterne
tuoi seni prima che il sogno svanisca. uno sguardo, avvolto nello specchio gli occhi semichiusi orci per mescolare i sedimenti-
non porta riflesso scrutano sentimenti, amori
trasparente nebbia appagati dal ristoro saziano ed atterrare poi sulle consolazioni
attraversa la faccia nuda che lenisce ogni dolore con l’anima indurita che si smolla
nessuna traccia, disegni un cuore che placa le tempeste e si contenta di un nome in un addiaccio
che solo io posso vedere che ammansa il mare che sia riconosciuto da chi conta
sei ben nascosta lo so e le sue onde nere -come il riparo di un seno
ma un giorno la tua essenza che trafiggono e lacerano quando allatta
TOCCHERÒ l’ultimo vagito di un’anima sola. come carezza di uno sguardo
Quando i fantasmi passati Solo tu musica, mia musa, oltre la soglia-
saranno SVANITI. risvegli echi sublimi
di gioie invecchiate L' amore è sfinge doppia tra pupille.
e pur sempre eterne.
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