Page 35 - RIVISTA NOIQUI FEBBRAIO 2023
P. 35

CARMELA DE GIORGIO  UNIDA-ATZENI MARIALUIGIA  DONATO CAIONE                    GIOVANNI BARONE


 GLI INGORGHI DELL'ANIMA  TU L'IMMENSO  IL BUIO DELL’ANIMA                      IO E LA MIA ANIMA
 Nel subbuglio vertiginoso  Non mi spaventa più  Nella mente   già vivido il ricordo  Ho sempre cercato

 di incoerenti emozioni,  sapere quanto durerà  come l'eterno ritorno improvviso,  di curare la mia anima

 nel clamore di confusi pensieri  questo momento.  il tempo cristallizzato in un viso  stando attento
 echeggia il fruscio delle ombre  Impetuoso mi trascinerà lontano  ed un tenue fragile suono sordo.  a qualsiasi movimento emotivo

 del tempo passato,  sarà sfiorato dalla brezza del mare  La lontananza è figlia del vento:  lasciandola libera di emozionarsi

 il mormorio indistinto di un presente,  riscaldato dai raggi del sole,  è capriccioso durante il cammino,  e amare senza scrupoli.
 nebbioso, malato  poi d'improvviso  lacrime innocenti d’un bambino

 Scivolo, lentamente, nelle sabbie mobili  si alzerà il vento   e la cruda realtà e lo stento.  Gli amori andavano e venivano

 di sentimenti contrastanti, rugosi,  a trascinare via   Il sangue innocente è come un fiume:  lungo il cammino
 fragile e indifesa,  tutte le mie incertezze.   gli argini son frantumati dall’astio,  vivendo in piena libertà,

 vago, senza meta, su sentieri di polvere  Allora sarai tu l'immenso...   dall' uomo ottenebrato senza Dio:  abbagliati da questa scelta di vita.

  e fango,   Tu manto sublime  alla colomba han strappato le piume.
 tra schegge di rugiada su prati  a colmare in me l'universo.  Nella mente dei bagliori accecanti,  Si era persa, ritrovata

   di erba secca  la storia monumento senza nome                                ma anche dal dolore lacerata

 Nel buio stilettate  dopo il colpo e la saetta di un drone                     per poi essere abbandonata.
 di abbracci mancati, di baci mai dati,   VALERIKA OLIVER  d’ipocriti, subdoli regnanti.

 ed io sprofondo, a muso duro,  VANITÀ LUCIDITÀ   Che cosa è rimasto lo scheletro?  Ho raccolto in tempo

 con gli occhi chiusi,   Gener- Oso  oppure briciole e tanti frantumi,          il suo ultimo respiro
 nelle sabbie mobili delle mie fragilità  General-mente OSO  flebili tremanti fiammelle e lumi  e adagiandola sopra il letto

 ma non mi chiedere  a rischiarar il nudo feretro?                              delle mie lacrime

 VINCENT C. MADESANÌ  perché sono ancora a parlarti                             l'ho curata con l'essenza

 NEI SOGNI   perché sei ancora a stringermi                                     del mio cuore!

 Mi ritrovo ancora una volta a percorrere i pen-  nonostante tutti
 sieri, tanto vicino ai tuoi da riuscire a parlarti pur   nonostante gli eventi  ROSA MARIA CHIARELLO  CARMELA LARATTA

 rimanendo zitto   ti alzi come combattente  GLI INGORGHI DELL'ANIMA               GLI INGORGHI DELL'ANIMA
 senza digrignare nessun dente  Avvolta nel crepuscolo dei miei pensieri           Darsi un perché

 le ansie mi ammoniscono la coscienza e spesso   senti la notte  e nel manto nero delle disillusioni,      di certe multiple addizioni

 navigo controvento aggrappandomi alla vita con   è soave come ali d'Avorio  intono una dolce melodia   che vorrebbero planare in gioia pura

 tutte le mie forze  e non ti tocco, non posso  sulle note del mio sax.                       ma danno ansia
 non ti misuro   Scendo negli antri del tormento                                         e non sfrattano i tremori.

 annaspo nel nero tra il cielo e il mare dove i tem-  ti frantumeresti in mille pezzi  una soave malinconia

 porali mi oscurano l’orizzonte, mi spogliano di   ti sento di giorno  sorregge il buco nero  Dentro silenzi tra macigni di pensieri
 niente e…   raccogli acqua in bottiglia  che avvolge giorni, mesi, anni.          dentro risvegli tra due portici di sale
 la temperatura sale  Solo l’armonia del suono                                            stiamo in attesa di trovare


 in quel preciso istante se l’avessi,   ne assorbi il principio del mare  stravolge i sensi                    un ripostiglio
 io ti donerei una stella pur di poter accarezzare i   com'è increspato, increscioso  carisma di desideri mai appagati     -buio dove frugare per lanterne

 tuoi seni prima che il sogno svanisca.  uno sguardo, avvolto nello specchio  gli occhi semichiusi     orci per mescolare i sedimenti-
 non porta riflesso  scrutano sentimenti, amori
 trasparente nebbia  appagati dal ristoro saziano                                      ed atterrare poi sulle consolazioni

 attraversa la faccia nuda  che lenisce ogni dolore                                    con l’anima indurita che si smolla

 nessuna traccia, disegni un cuore  che placa le tempeste                           e si contenta di un nome in un addiaccio
 che solo io posso vedere  che ammansa il mare                                        che sia riconosciuto da chi conta

 sei ben nascosta lo so  e le sue onde nere                                               -come il riparo di un seno

 ma un giorno la tua essenza  che trafiggono e lacerano                                            quando allatta
 TOCCHERÒ        l’ultimo vagito di un’anima sola.                                       come carezza di uno sguardo

 Quando i fantasmi passati  Solo tu musica, mia musa,                                                 oltre la soglia-

  saranno SVANITI.  risvegli echi sublimi

                 di gioie invecchiate                                              L' amore è sfinge doppia tra pupille.

                 e pur sempre eterne.



 34   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                        35
   30   31   32   33   34   35   36   37   38   39   40