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                 C

                       ARMELITA CARUSO



                    “Il parco deGlI deI dI MarIella costa, dove Il

                                      MIto rIGenera la MeMorIa”


                C’è un luogo, nascosto tra le pieghe della Locride, dove l’antico e il moderno si
                incontrano in un abbraccio di pietra e colore. E’ il Parco degli Dei, creato da
                Mariella Costa a Roccella Ionica, un’oasi d’arte sorta in un’aria industriale.
                Qui, le divinità della mitologia greca tornano a vivere non per nostalgia, ma
                per tracciare nuove traiettorie di bellezza e speranza in un territorio segnato
                dalla marginalità. Mariella Costa non è un’artista “per caso”. La sua storia è
                quella di una donna che ha saputo trasformare il dolore della perdita – quel-
                la di un’attività familiare nel settore del cemento, chiusa a seguito della crisi
                economica – in linfa creativa. Da imprenditrice a scultrice, da figlia del Sud a
                madre di un sogno culturale condiviso: il passaggio è stato radicale, ma profon-
                damente coerente con il tessuto umano e simbolico della sua terra. Nel luogo
                in cui sorgeva l’antico cementificio di famiglia, Costa ha costruito un parco –
                museo all’aperto: non solo una collezione di opere, ma un vero e proprio ecosi-
                stema narrativo, in cui arte, archetipi e paesaggio dialogano incessantemente.
                Il Parco degli Dei si estende per migliaia di metri quadrati in uno spazio rigene-
                rato con materiali riciclati – cemento, ceramica, vetro, pietra – a testimonianza
                della volontà di ridare vita a ciò che era destinato all’oblio. Le opere che lo
                abitano sono sculture polimateriche che evocano le figure più emblematiche
                della mitologia: Teti, madre di Achille, emerge dalle acque con forza ancestrale;
                Atena osserva il visitatore con sguardo protettivo; Afrodite danza tra i colori
                come promessa di rinascita.
                Ogni statua non è solo una presenza estetica, ma un nodo simbolico che resti-
                tuisce al visitatore la sensazione di trovarsi all’interno di una narrazione viva,
                dove i miti non appartengono più soltanto al passato, ma si fanno guida del
                presente.
                Ciò che colpisce maggiormente del Parco non è solo l’abilità scultorea o la cura
                del dettaglio paesaggistico, ma l’intenzione profonda che anima il progetto:
                fare dell’arte uno strumento di cittadinanza attiva. Il Parco è infatti concepito
                come spazio pubblico, accessibile, pedagogico. Qui si tengono eventi, concerti,
                letture poetiche, incontri con scuole, performance teatrali e conduttrice del
                programma Meraviglioso su Telemia con Saro Bella.
                 E’ un anfiteatro naturale dove cultura non è lusso, ma un diritto condiviso.
                Costa ha più volte ribadito che il suo desiderio è “restituire bellezza dove prima
                c’era solo polvere”. E ci è riuscita, ha costruito un luogo che non ha eguali, un
                vero tempio contemporaneo, in cui la sacralità non è religiosa ma etica, fonda-
                ta sul rispetto del paesaggio e sulla rigenerazione delle conoscenze.
                Il sogno di Mariella Costa è quello di far diventare il Parco un polo culturale a
                tutti gli effetti: un “porto delle idee” nel cuore della Magna Grecia, aperto al
                dialogo tra culture, generazioni e linguaggi artistici diversi.
                Il Parco degli Dei non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da attra-
                versare. Mariella Costa ha dato forma a un’utopia concreta, dimostrando che
                l’arte può non solo curare le ferite del singolo, ma sanare interi paesaggi dell’a-


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