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cLELIA MOScARIELLO


                         BATTIATO E LA LEGGEREZZA DI CERTI INSEGNAMENTI




                                                           Cosa ci ha insegnato Franco Battiato e cosa ci è
                                                           rimasto di lui, cosa ha cambiato davvero questa
                                                           sorta di genio nella musica e nella cultura?
                                                           Per quanto mi riguarda la vera rivoluzione Bat-
                                                           tiato l'ha fatta scendendo dal piedistallo.
                                                           Battiato  avrebbe  potuto restare  in cattedra
                                                           come "Maestro" ed invece ha scelto di non es-
                                                           sere un maestro, ha scelto di utilizzare un lin-
                   guaggio comune, fruibile dalle masse, ha scelto la contaminazione, ha scelto il pop.
                   Perché per Franco Battiato il pop rappresenta oggi quello che ha rappresentato a suo
                   tempo la musica da camera, per Battiato è il pop oggi il linguaggio chiave per farsi
                   comprendere.
                   E lui oltre a non snobbarlo ha mostrato come persona e come intellettuale di essere
                   scevro da sovrastrutture culturali, di parlare una lingua che tutti possono compren-
                   dere.
                   E' stata questa secondo me la chiave di svolta ha reso lui un genio, tanti hanno paura
                   di sporcarsi parlando il linguaggio di tutti e mantengono uno steccato che li divide
                   dalla società, lui no, si è sporcato le mani, e lo ha fatto anche utilizzando il pop.
                   Ed ha scelto di musicare i suoi testi profondi, eclettici e raffinati con un rimo ballabi-
                   lissimo e non lo ha fatto di certo per vendere i dischi, perché non ne avrebbe avuto
                   di certo bisogno.
                   Cosa ci rimane allora di lui, del maestro eccelso che è stato?
                   Come tutti i grandi, secondo me, lui hanno possedeva talmente tanti aspetti variegati
                   che ad ognuno di noi ha lasciato qualcosa, una sorta di testamento spirituale che è
                   possibile trovare nelle sue canzoni dai testi immensi e nella sua filosofica ricerca mi-
                   stica.
                   A me di lui personalmente tra tutte le cose mi resta proprio questa: la semplicità
                   estrema che appartiene solo ai grandi, l'umiltà che è un aspetto che denota solo quelle
                   anime immense che non hanno paura di essere fraintese e non comprese, ed è questo
                   il bello.
                   Mi riferisco a quelle anime che non hanno paura di scendere tra la gente comune, che
                   non si pongono il problema di piacere o meno, e questo li rende irresistibili, perché
                   non si pongono il problema del risultato, e sono per questo anime grandi, rare, ma
                   pur sempre esistenti.
                   Grazie Maestro di tutti i suoi insegnamenti.
                   E grazie più di tutto per non averceli fatti pesare come lezioni questi insegnamenti.
                   Grazie infinite per essere stato il Professore più simpatico, estroso e leggero di tutti
                   quelli che ho avuto finora.
                                                                              CLELIA MOSCARIELLO










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                                                                  periodico mensile del gruppo NOIQUI
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