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LA VITA COME UN TEATRO?
lità della stessa (nel senso che si dà a Napoli alla parola tranquillità) sia un bel giorno scossa da
avvenimenti di portata tale che, dopo, nulla sarà più come prima nella vita dei protagonisti.
I personaggi, ancorché esasperati nei loro difetti, come sempre avviene nella più classica tra-
dizione del teatro comico napoletano, sono delineati secondo caratteristiche che li rendono quan-
to mai verosimili. La commedia a tratti risultò estremamente esilarante perché alcuni personaggi
(Eustacchio in primis e Perzechella a seguire), classico figlio sciocco e frivolo e Pettegola di turno,
irrompevano nelle varie tragedie familiari con le loro uscite inopportune e imbarazzanti.
La resi vera, con situazioni che viviamo quotidianamente e che divennero comiche solo ed esclu-
sivamente perché portate al paradosso. In poco più di due ore, tra risate e applausi, trattai temi
scottanti quali l’omofobia, lo stupro e la ghettizzazione da parte della società per chi vive con
problemi psichiatrici. La commedia chiudeva con un colpo di scena abbastanza sorprendente e
una fortissima morale su delle tematiche che oggi, a distanza di quasi 15 anni, purtroppo sono
atroci e ancora maledettamente attuali. Ci tengo a dire che da quella compagine, firmata da 18
persone, sono usciti fuori ben 8 artisti che hanno successivamente lavorato per network nazionali
quali RAI e MEDIASET. Dopo questo fortunatissimo esordio, ho scritto molte altre comme-
die. Oggi la mia più grande compiacenza e vedere queste mie “creature” messe in scena da altre
compagnie teatrali. Eh già, vedere altri attori e registi che sposano la tua opera, la fanno loro, la
studiano, la interpretano, la modellano, la perfezionano in base alle loro esigenze e in alcuni casi
la arricchiscono con le loro performances, è una goduria indefinibile.
Un “orgasmo artistico”. Il teatro? Perciò è magico!!!
THOMAS MUGNANO
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periodico mensile del gruppo NOI QUI