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IL GUSTO AGRODOLCE DELLA MIA LIBERTÀ

               In effetti, potrei anche farmi i fatti miei molte volte e campare meglio, cento anni, come molti pensano.
               In effetti chi me lo fa fare di espormi di qua e di là e cosa ne ricavo alla fine?
               In effetti non esiste un motivo preciso per cui faccio certe polemiche, si tratta solamente di questioni di
               principio. In effetti potrei evitare grande parte dei comportamenti che assumo, perché non mi danno
               risultati tangibili e concreti. In effetti...
               Eppure, questa sono io. Eppure, io rivendico la mia libertà di agire senza fini, io rivendico la mia libertà
               di esprimermi, io rivendico la mia libertà.
               Punto ed io voglio essere non solo ciò che mi apporta un effetto di tipo materiale ma io voglio essere
               anche ciò che è superfluo, io voglio parlare anche “tanto per”, io voglio essere ciò che sono, senza filtri
               e senza l'obbligo di dover assecondare qualcuno, di dover essere consenziente con ‘Tizio’ e con ‘Caio’.
               Io voglio essere me stessa, senza se e senza ma, e per esserlo ho bisogno che non ci siano filtri o censure
               sul mio verbo, perché il mio fiume in piena non conosce sosta e non vuole venire arrestarsi per via dei
               giudizi morali, dei discorsi retorici, del fancazzismo, del buonsenso comune, del buonismo imperante,
               di tutto ciò che vuole la cosiddetta "gente perbene".
               Nessuno me lo fa fare di dire certe cose.
               Eppure, io sono anche questo, anzi io sono soprattutto questo: “sono cioè tutto quello che faccio senza
               uno scopo preciso e che mi piace davvero tanto”.
               Perché solo così mi sento davvero libera, e non esiste una libertà diversa se viene incontro a certi com-
               promessi, non può sussistere proprio una dignità altrimenti, e io sono anche convinta anche di una altra
               cosa: che la libertà di essere se stessi paghi ed anche tanto.
               Paga dopo tanto tempo, non immediatamente, ma paga, vedete, la libertà di poter contraddire e di non
               subire in silenzio, paga eccome...
               Ed ora  io già sto danzando interiormente  sulle
               prossime parole accorate intenzionate a zittirmi, e
               già godo, già mi sollevo sulle punte ed assaporo il
               gusto agrodolce della mia libertà mentre penso al
               fatto che so che non starò zitta nemmeno stavolta!































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