Page 59 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2024
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Antonella Ariosto  Patrizia Basile  MG Bragantini                                   Francesco Billa

 NOTTI DI SOLITUDINE  SOLITUDINE  L’INELUTTABILE GRANITICO                           I FIMMINI

 Abbraccio quel tempo  Ci stringemmo la mano,  barattoli di latta,                   I fimmini su' propriu comu i ciuri,                              E
 quando gioia e paura  intrecciati cuore e mente,  il dolore metallico e lucente     tutti crisciuti 'nto granni ciardinu,                             S

 non riuscivo a separare.  nell'oscuro, abisso di un oceano,   allaga lo stomaco     su’ beddi di la sira a lu matinu,

 Abbandonarmi ai sogni  di parole intrappolate nella rete,   e fodera la mente.      sana surgiva d'unni nasci amuri.                                  S
 lasciarmi andare  che danneggia il fondale.                                         I fimmini su’ duci comu u meli,

 mentre nel cuore  Io senza di te, io senza respiro  Pensieri s’adoperano            si l'accarizzi, comu è giustu fari,                              E

 dilagava  solitario abbandono di ali spezzate  a ritagliare l’anima in piccoli pezzi,   mettunu zuccuru 'nta li jornati amari                        R
 il pesante timore  nel silenzio, il freddo, mi gela le ossa  per gettare al vento   e ammucciunu i duluri cchiù crudeli.

 di non essere  nella penombra, di un remoto angolo,  coriandoli di cuore.           I fimmini su’ frischi comu l'aria                                E

 per te importante.  ritrovo me stessa.                                              di ‘na jurnata di la primavera,

 Nello specchio, l’anima piange  Così sale annaspando                                rifriscunu l'arma di cu si dispera
 Erano notti  nel ricordo del tempo, il colore scarlat-  fiato lacrimoso d’impotenza,  e cancianu li malanovi in gloria.                              N
 che dondolando  to  ché la paralisi dell’agire                                      I fimmini su’ cauri comu u suli

 tra infinite emozioni  sul volto baciato, lungo il viale di corse   annega la favella sotto l’ugola.  squagghiuni li pinseri e li malanni            O

 guardando alla luna  e risate.                                                      e puru quannu pisunu già l'anni
 cercavo  Ti ritrovo mia amante, compagna di   È proprio l’ineluttabile granitico    nun addiventirannu mai faccioli.                                 N

 rassicuranti conferme.  vita e per la vita...  che schiaccia l’esistenza,           I fimmini su’ fimmini, e n'abbasta,


 Poiché senza te, perdo anche me.  a scolpire il volto e il suo oltre,               e menu mali ca u Padri nostru Eternu
 Le risposte conoscevo  quale pietra viva.                                           ‘nni lassa allatu, estati e puru 'nvernu,                        A

 quando insonne                                                                      accussì a sorti mai sarà funesta.

 aspettavo  DECLAMAZIONE                                                                                                                               P
 come giovane amante  DECLAMAZIONE                                                   (Traduzione)

 la tua presenza.                                                                                                                                      P



 Ora tace la luna  Demetrio Rosa                                                     LE DONNE                                                         A
                                                                                     Le donne sono proprio come fiori
 e dubbiosa mi osserva  GUARDO NEL VUOTO  MG Bragantini                              Che sono cresciuti in un grande giardino                         R

 mentre lampi di solitudine  Guardo  Guardo  Se FIAMMA o BRACE                       Sono belle alla sera ed al mattino,
 i miei occhi attraversano.  lo specchio  il nulla  Ora fiammella che appicca,       sana sorgente da cui sgorga l'amore.                              I
 e non vedo  e il nulla  dorata e gentile principia sottecchi,                       Le donne sono dolci come miele.


 L'orizzonte non smetto mai  me stesso,  mi ama,  con portamento sinuoso, elegante…  Se le accarezzi, come è giusto fare,                             R
 di guardare  lo so',  lo so',  muove lo stomaco languida                            mettonbo zucchero nelle giornate amare                           E

 anche se spesso  Il tempo  e' il suicidio  e affretta il battito.                   e nascondono i dolori più crudeli.

 mi appare distante.  mi travolse.  d' una estate.                                   Le donne sono fresche come l'aria
 Guardo  Guardo  Ora vampa scarlatta e imperiosa

 Un sospiro  il silenzio  lo specchio  che travolge e avviluppa,                     di una giornata della primavera
                                                                                     Rinfrescano l'anima di chi si dispera
 che non da sollievo.  nel tempo  in cerca  arde togliendo il fiato,                 e cambiano le brutte notizie in gloria.
 fermato,  di me stesso,  trasudando dai pori
 lo so',  lo so',  obnubila il pensare.                                              Le donne sono calde come il sole,

 DECLAMAZIONE  non sono  non sono                                                    sciolgono i pensieri ed i malanni
 che un fossile.  esistito.  Ignoto rimarrà il sapere se,                            e anche quando già pesano gli anni

                infonderà calore, o smorzate braci,                                  non diventeranno mai false.

 DECLAMAZIONE   ci illuminerà d’immenso,                                             Le donne sono donne e questo basta,
                o sarà notte senza stelle…                                           E meno male che il nostro Padre Eterno
                                                                                     ce li lascia accanto estate ed anche inverno


                Noto è che Amor sarà comunque Fuoco.                                 e così il destino non sarà mai funesto.





                            DECLAMAZIONE                                                              DECLAMAZIONE










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