Page 89 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2024
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pezzate da un vasto campionario di orologi. Ce n'erano a cucù, ad acqua, analogici, a mensola,
antichi e moderni.
«Ti aspettavo» disse il signore nel vederla.
«Aspettava me!?» rispose Grace sorpresa.
«Sì, proprio te. Nel paese corre voce che il tuo fratellino Philippe sia uscito di senno e così, im-
maginandone la causa, sapevo che saresti venuta a chiedermi aiuto.»
«Ma se lei ne conosce la causa, perché ci ha rimesso in funzione la pendola?»
«Perché ciò che la pendola rende manifesto è un mondo realmente esistente, che la maggior
parte della gente tende a negare» rispose sospirando l'anziano orologiaio.
«Soltanto i puri riescono a percepirlo.»
«I puri, allora, sono puniti perché, se entrano in questo mondo "diverso", ne escono pazzi!».
«Ma che dici, non è così. Purtroppo, è capitato a Philippe, che ha il requisito della purezza, ma
è troppo piccolo per non rimanerne scosso.»
«Bisogna fare qualcosa. Per favore, mi dia una mano.» chiese Grace con voce implorante.
«L'unica cosa che si può fare è bloccare la pendola, però è un vero peccato: è un oggetto molto
raro. Al mondo ne esistono soltanto tre così: una la possedete voi, un'altra i duchi Mac Pherson
nel castello di Broody, l'ultima ce l'ho io. L'ho trovata in un vecchio veliero depredato di ogni
bene. Era rotta e annerita da uno strato di fuliggine, come se qualcuno le avesse appiccato il
fuoco.»
«Allora non tutte le pendole funzionano come queste tre?» domandò Grace con gli occhi sgra-
nati.
«No, certo che no! Queste pendole segnano il tempo e rendono visibile il non-tempo, quello che
sfugge alle regole astronomiche e che non si riesce a misurare. È un tempo al di sopra di tutto
che contempla l'infinito più infinito dello stesso tempo.»
Grace non capiva nulla di quello strano discorso, l'unica cosa che le interessava era come porre
fine a quell'infinito più infinito dello stesso tempo.
«Comunque, non si può porre fine al non-tempo, si può solo convincersi della sua inesistenza.»
«Per l'ultima volta la supplico, aiuti Philippe.»
«Va bene, lo farò, ma non occorre che venga io, lo potrai fare tu, basta che tu prema un piccolo
pulsante, situato dietro il pendolo, e il flusso del non-tempo cesserà.»
«Ma allora, perché quando avevo bloccato le lancette, il fenomeno si era arrestato?»
«Perché, quando l'orologio è in funzione soltanto azionando il pulsante si blocca il non-tempo.
Invece quando l'orologio non scandisce il tempo non può scandire neanche il non-tempo. Il
non- tempo è strettamente legato al tempo. Non può esistere il non-tempo senza tempo.»
Sempre più confusa e in trepida attesa di essere congedata, Grace si passò la mano madida di
sudore sulla fronte.
L'oblio cancella le tracce del passato, se di quel passato non si può parlare, e Philippe, a
distanza di quindici anni, non ricordava più nulla di quell'episodio del non-tempo. All'Università
conobbe una ragazza. Si chiamava Grazia. Aveva la pelle di porcellana e i capelli rosati come i
petali di petunia.
«Ma noi ci siamo già conosciuti!» disse, porgendole la mano.
«Non mi pare proprio, sono arrivata oggi. Sono una matricola.»
«Allora abiti a Quarante?»
«Neanche questo, vengo dal nord Italia. E poi io non ti ho mai visto prima di ora.»
«Dai, non scherzare, ci siamo già incontrati. È come se ti conoscessi da lungo tempo.»
«Sicuramente ti stai confondendo» rispose infastidita la ragazza.
Ciò che Philippe ignorava era il fatto che Grazia possedeva una sorella gemella scomparsa in
mare da piccola, il cui nome era Angelica.
Antonella Polenta
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