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rAffAELE gRAnATO
Dice bene Jan Kott – durante un seminario di studi sulla Tempesta coordinato da Giorgio
CENNI SULLA STORIA DEL TEATRO Strehler – che «il tema generale (…) è il passato che ritorna nell’isola; ed è il passato che finisce
Con il lungo regno di Elisabetta I (1558 – 1603) l’In- perché cominci la storia. Il passato di Prospero arriva con suo fratello, con il re. È molto bella
ghilterra conosce un forte sviluppo culturale oltre l’idea di Shakespeare che il passato arrivi con le navi: come egli comanda la tempesta, come egli
che economico. La corte si circonda di artisti, stu- comanda le navi, così comanda al passato di ritornare» . Quella nave è la mente di Prospero of-
diosi e scrittori di un certo calibro. Il teatro tra la fuscata dai ricordi. Strehler nel suo storico allestimento ha ben tradotto questa riflessione unen-
metà del Cinquecento e la metà del Seicento, con do l’irrealtà dell’opera con la realtà del teatro: i tecnici nascosti dietro le quinte sono gli spiriti e
Elisabetta e poi con Giacomo I, è la forma d’arte più servi di scena di Prospero, i quali simulano un naufragio agitando sete azzurre e producendo i
popolare. A Londra si fondano i primi teatri stabili. suoni del temporale con musica da percussioni.
Il primo The theatre risale al 1576. Ciascuno ha la
sua compagnia di attori. Nel Globe Theatre (1599), La mente di Prospero è una mente che “batte”, come dice lui stesso, che rimugina incessante-
recita la compagnia del più celebre drammaturgo di tutti i tempi, William Shakespeare, le cui mente. Sente il bisogno di liberarla dal peso opprimente di quei tristi ricordi. Per cui, col prete-
opere sono destinate a vivere nei secoli a venire su tutti i palcoscenici del mondo. Nel corso sto di riparare il torto subito egli riscrive la sua storia e, nel riscriverla, la ripete. La tempesta è la
di una rappresentazione ogni attore recita più personaggi mentre alle donne di quel periodo storia di una «storia che si rivela, che si ripete» afferma Kott, «è la storia dell’umanità, dell’uomo
è vietato recitare. Pertanto, spetta agli uomini più giovani ricoprire anche le parti femminili. che si rivela» : un nuovo fratricidio, il re Alonso, sull’isola di Prospero, rischia di essere ucciso
da suo fratello Sebastiano che ambisce a rubargli la corona. La ripetizione del passato consen-
IL MAGO PROSPERO: AUTORE DELLA SUA NUOVA VITA te a Prospero di ricostruire il presente in un nuovo presente. Non servono più magie e artifici
La penna è da sempre la bacchetta magica del suo scrittore. L’immaginazione è quell’attività scenici. L’uomo è della stessa sostanza dei sogni: può svanire e ricomparire in una forma diver-
intellettuale senza la quale una storia non avrebbe ragione di vita. sa, basta un po’ di umanità. Il perdono che egli concede a suo fratello Antonio gli è necessario
William Shakespeare (1564 – 1616), nel 1611 impugna il suo calamaio come un mago agita la per placare la sua tempesta interiore, e ricongiungere le parti: quella dell’isola con quella della
bacchetta per far sì che gli eventi del fato si realizzino a suo piacimento. La Tempesta, ultima corte nel matrimonio di Miranda con Ferdinando principe di Napoli; Prospero non più mago
opera scritta di suo pugno, per la somiglianza con la vicenda di Prospero – un vecchio mago si ricongiunge con il ruolo di duca di Milano. Così facendo egli si libera del suo doppio ruolo:
che dopo aver concertato le parti e i ruoli nella sua isola, decide di abiurare la sua arte magica quello di regista, in cui ha utilizzato lo spirito Ariel per allestire tutta la tempesta, e quello di
per smettere di raccontare la sua storia – è stata considera dagli studiosi scespiriani un’opera colonizzatore, di un’isola non sua ma del mostro Caliban, anche costui tenuto in schiavitù.
di carattere autobiografico. Shakespeare ormai vecchio, come il suo Prospero – dopo aver a Shakespeare sembra voglia comunicarci che il perdono, sembra essere l’unica penna in grado di
lungo esaminato nelle sue tragedie, le passioni che ardono nel cuore umano – prende consa- scrivere una nuova storia con nuovi uomini.
pevolezza della natura immutabile e crudele dell’uomo e del mondo, per cui, rassegnato, sce-
glie di disfarsi degli abiti da drammaturgo per trascorre gli anni senili a Stratford-upon-Avon, Tocca in fine al pubblico, convocato da Prospero, a decidere cosa scrivere delle sue sorti: se
dove poi muore nel 1616. Le opere a seguire, l’Enrico VIII e I due nobili congiunti verranno continuare ancora la recita oppure lasciare che quest’uomo scriva liberamente la sua storia fuori
scritte in collaborazione con John Fletcher. dalla scatola del teatro.
In occasione dei festeggiamenti della festa di Ognissanti, La Tempesta è il testo prescelto dal- (…)
la corte reale per il debutto nel sontuoso palazzo reale di Whitehall, il I° novembre del 1611. Ora sta a voi
Viene poi ripreso nel febbraio del 1613, ed è tra i diciotto drammi scelti per celebrare le nozze Tenermi qui confinato
della principessa Elisabetta con l’Elettore Palatino. Ma solo nel 1623 il testo è ufficialmente O mandami a Napoli.
dato alle stampe nell’in-folio: l’opera omnia che raccoglie tutte le fatiche del grande Bardo. Poiché ho riavuto il ducato
Ne La Tempesta, le memorie di un tempo remoto servono da fondamenta alla costruzione E perdonato il traditore,
del tempo presente del dramma. Per il mago Prospero, il presente, è il tempo della farsa, della Non fatemi rimanere
recita; c’è una verità terribile ed è sepolta dal passato. Per riesumarla bisogna smettere di re- Col vostro potere
citare. Ma il tempo presente è anche l’occasione per ripristinare un ordine perduto e, per far In quest’isola nuda,
ciò, bisogna porre fine al presente e far ritornare il passato. A inizio del primo atto, le vere Ma scioglietemi da ogni legame
origini di Prospero e di sua figlia Miranda vengono fuori nel loro primo dialogo dopo che Con mani generose.
costei ha assistito al naufragio di un veliero con a bordo la corte del re di Napoli. Il mago di-
chiara di essere il duca di Milano, e che tra i superstiti di quella nave da lui affondata con le arti
magiche, ci sono i suoi traditori, i quali, dodici anni prima ordirono contro di lui una congiura
per detronizzarlo dal suo ducato. Come in una tragedia greca, il racconto di quella terribile
vicenda funge da prologo al dramma. Antonio, fratello di Prospero, aveva approfittato della
sua assenza quando costui si era ritirato in solitudine per dedicarsi ai suoi studi, e, tramite un
compromesso stipulato con il re di Napoli Alonso era riuscito ad ottenere il ducato. Prospero
fu cacciato e, messo a bordo di un vecchio vascello con sua figlia Miranda ed i suoi libri, ven-
ne spedito in una lontana isola deserta situata nel mezzo delle Bermuda e del Mediterraneo.
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