Page 16 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2023
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Quando nel 1630 la grande peste si prese Milano, e con essa le vite dei suoi laboriosi abitanti
(come da manzoniana memoria), Fede Galizia decise di redigere un dettagliato testamento.
Morì poco dopo a soli 52 anni, di cui quasi quaranta dedicati alla pittura.
La pittrice aveva una cospicua quadreria personale, comprendente copie di dipinti famosi, ritrat-
ti, nature morte e pale d’altare, che lasciò alla cugina, al nipote e ai padri teatini di Sant’Antonio. Fede Galizia, Ritratto di Paolo Morigia, post 1592
Nonostante il successo in vita, il ricordo di Fede Galizia sbiadì nel tempo, anche per via della e ante 1595, Pinacoteca Ambrosiana, Milano
difficoltà nel catalogare e attribuire correttamente tutte le sue opere. Solo negli ultimi decenni
del Novecento la sua figura è stata rivalutata e studiata, portando alla luce una storia artistica che
non poteva essere dimenticata.
“Fede ottiene un successo straordinario tra committenti dell’epoca, ma a tutt’oggi non esiste un
repertorio completo delle numerose testimonianze letterarie che celebrano, in versi e in prosa
le sue doti, da intrecciare con un completo regesto documentario, che sarà approntato per l’oc-
casione.”
Fede Galizia, Alzata con prugne, pere
e una rosa, 1602 circa, olio su tela, Giovanni Ambrogio Figino, Piatto metallico
Collezione Privata con pesche e foglie di vite, 1592 - 1593 circa,
olio su tavola, Collezione privata
Fede Galizia, Giuditta con la testa di Oloferne e la serva
Abra, 1596, olio su tela, Ringling Museum of Art, Sarasota
Fede Galizia, Noli me tangere, 1616, olio su
tela, Pinacoteca di Brera, Milano
Fede Galizia, Ritratto di Federico Zuccari, 1604,
olio su tela, Galleria degli Uffizi, Firenze
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