Page 11 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2023
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rOsA mARIA chIARELLO



               lei. L'uomo mi informa che la ragazza si chiama Samira e che è stata accompagnata all'Ospedale


 Migranti      Civico per accertamenti. Ritorno a casa, non so che fare, apro l'armadio prendo un pò dei miei
               vestiti, dei pigiami, chissà ne avesse bisogno, qualche asciugamano, salgo in macchina e mi avvio
               verso il pronto soccorso del Civico. L'inferno che si pone davanti ai miei occhi è inverosimile.

               Gente ovunque, nei corridoi, sulle sedie, sulle barelle di fortuna, gente che si lamenta, bambini,

 E'  cupo  il  cielo  stamane.  Dai  ve-  anziani. Tutto mi sembra inumano.  Occhi dolenti ti chiedono aiuto, mani tremanti ti guardano

 tri vedo scivolare rivoli di rugiada,   sgomenti, il dolore, la sofferenza, la paura di non essere curati

 guardo  oltre, tutto è grigio. L'ac-  adeguatamente li fanno sentire impotenti davanti a tanto squallore. Mi guardo intorno e in un
 qua scende giù a pulire lo sporco   angolo del corridoio, seduta su una sedia, trovo Samira sola, abbandonata a se stessa, impaurita.

 della città ma non riesce ad elimi-  Mi avvicino, vedo scorrere lungo il suo viso delle lacrime silenziose, non sa cosa fare, non co-

 nare tutto.  Osservo il muro di in-  nosce la lingua, sta male. All'improvviso le scende del liquido in mezzo alle cosce, si guarda e si
 differenza che regna fra gli uomi-  ritrova in una pozza di sangue.  Ha una emorragia in corso, la conducono nella stanza delle visite

 ni. Guardo lontano, oltre i tetti, il   e le iniettano, immediatamente, un anti emorragico. Il medico di turno chiede subito il consulto

 mare stranamente calmo. I gabbia-  di un ginecologo che dopo un pò arriva. Non la lascio un attimo, cerco di rassicurarla, non ci ca-
 ni volano a filo d'acqua, cantano e   piamo ma penso che intuisca che la voglio aiutare, mi guarda con quegli occhioni grandi e neri,

 si rincorrono. Vedo avvicinare una   e si affida. Il ginecologo che la visita rimane inorridito "La ragazza è stata stuprata, ha diverse

 nave, si dirige verso il porto, non   lacerazioni dovute a diversi rapporti con uomini diversi, mi dice, i danni che le sono stati causati
 è una delle solite e all'improvviso   hanno bisogno di un intervento chirurgico”. Rimango in silenzio, sensazioni diverse sento den-

 lo spazio antistante  si  riempie  di   tro di me: schifo, rabbia, dolore, tanto dolore. Mi passano davanti agli occhi le immagini della

 macchine, ambulanze. C'è un via   violenza subita da Samira, sulla nave. Gente senza scrupoli che alletta queste giovani donne con
 vai, tutti attendono la nave che si   promesse di una vita migliore, di un lavoro nella terra promessa e invece, la usa oltraggiando

 avvicina. Mi chiedo cosa stia acca-  non  solo il corpo  ma anche l'a-

 dendo e di lì a poco tutto mi diven-  nima di ognuno di loro. Mi sen-
 ta chiaro. Il porto di Palermo, negli   to impotente, chiedo come posso

 ultimi anni, è stato meta di navi di   aiutarla e  il medico  mi consiglia

 migranti e questa è una di quelle.   di starle vicino. E cosi che faccio,
 La nave attracca al porto e comin-  sto con lei, si rassicura e si asso-

 ciano le operazioni di sbarco. Che   pisce. La guardo, quanta tenerez-

 tristezza! Donne, bambini, giovani   za,  penso a tutto il dolore che ha
 e vecchi, tutti nudi o quasi, infred-  dovuto sopportare. E' partita dal

 doliti con i visi smunti, stanchi, si   suo paese lasciando i suoi affetti

 guardano  intorno  spauriti. Final-  più cari in cerca di un nuovo futu-
 mente terra. Guardando tutta questa gente, mi vengono in mente i nostri migranti quando in   ro e si ritrova in un letto di ospe-

 passato hanno lasciato i loro affetti e la loro terra in cerca di fortuna raggiungendo l'America   dale stuprata e violentata. L'anima

 o il centro Europa. E penso ai nostri ragazzi, che, anche oggi,  non trovano lavoro nella nostra   lacerata non riesce a ribellarsi. E
 terra e devono,  emigrare per trovarlo altrove. Osservo fuori mentre avviene lo sbarco e fra   penso a tutte  le donne  vittime

 tutti mi colpisce una giovane donna, direi una ragazza, penso che abbia non più di quindici   della violenza. In che mondo vi-

 anni. Bella, occhi grandi, alta, capelli nerissimi e una pelle che sembra ambrata. Ha paura, si   viamo! Ho la sensazione che l'es-
 guarda attorno, sembra che i suoi occhi invochino aiuto. Si avvicina a lei uno dei soccorritori    sere umano non ha più nessun va-

 la invita a raggiungerlo. L'uomo è cordiale e lei gli si avvicina quasi cercasse un'ancora di sal-  lore, abbiamo perso, nel tempo, la
 vezza. Parlano un pò e l'uomo l'accompagna alla vicina ambulanza affidandola ad un medico,   pietàs, solo vizio, sete di potere e

 la mettono su e vanno via. La pioggia fitta continua a cadere, anche nel suo grigiore Palermo   di denaro. Gli esseri umani ridotti

 continua ad accogliere. Così grigia e così piena di sole, con le sue strade di gente multicolore,   a “cose”,  merce di scambio, una
 dove una carezza o un sorriso non si nega a nessuno. Ospitale da sempre, dai primordi della   nuova tratta degli schiavi dove uo-

 storia dove uomini di tutte le razze hanno trovato terreno fertile per ricostruire la propria   mini  e donne  vengono  utilizzati


 storia, e le loro tradizioni, che ci hanno tramandato costituendo, oggi,  il tesoro della  città.   solo a scopo di lucro per soddi-
 L'arte di tutti i popoli che hanno sostato in Sicilia ha arricchito il nostro patrimonio culturale,   sfare piaceri insani di uomini sen-

 lasciando grandi opere. Oggi la storia si ripete. Guardo tutta la gente che sosta al porto e la   za scrupoli. Guardo Samira e non

 curiosità mi induce a scendere. Voglio capire cosa è successo a quella ragazza dagli occhi tristi.   posso fare a meno di pensare al
 Mi avvicino ai soccorritori e chiedo informazioni sulla ragazza all'uomo che si è occupato di   suo destino futuro in questa ter-
               ra piena di contraddizioni. Chissà





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