Page 79 - RIVISTA NOIQUI OTTOBRE 2021
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continui: nuove energie, nuovi pensieri, differenti idee, comprensioni nuove… C’è molto
 PICCOLA DOLLY  da festeggiare!”

 Marika era stufa. Tutti i giorni la stessa routine: scuola-doposcuola-compiti-letto. La sua   Detto questo Piccola Dolly si mise a ballare battendo a tempo le sue lunghe orecchie
               bianche
 occupazione principale ormai era sbuffare. Quella notte non riusciva a dormire, così,   “Perché indossi quelle orecchie e quella coda finti da coniglio?”
 complice l’abat-jour che lasciava sempre accesa per paura del buio, si mise a osservare   “Fa parte dei festeggiamenti; ho scelto lo stesso simbolo pasquale della resurrezione, il
 bene la sua stanza, in modo particolare gli oggetti sulle mensole della scrivania di fronte   coniglio, perché ogni giorno rinasciamo
 al letto. Quante cose! era così abituata ad averle che non le guardava più e di alcune si    differenti dal giorno precedente, dentro e fuori; ogni giorno è un’occasione per crescere,
 era persino dimenticata dell’esistenza; tra queste, in un angolino, c'era una bellissima   in tutti i sensi"
 bambola, dolce e ricciolina. Marika la guardava intensamente, colpita dalla sua bellezza e   Marika sorrise. Si sentiva grande in quel momento, perché aveva imparato una lezione
 incredula di essersene dimenticata; talmente la fissò da imbambolarsi.  importante. Si lanciò nella mischia e iniziò a ballare con Piccola Dolly. Mentre volteggiava
  Quando si riprese le sembrò che tutto sulla mensola si muovesse. In effetti gli oggetti   fissava i piedini della sua amica ritrovata e si sentì nuovamente imbambolata; sapeva cosa
 avevano preso vita e in un attimo tutta la stanza era piena di figure improbabili in conti-  stava succedendo: così come il sogno era arrivato, stava per andarsene, ma non era triste
 nuo viavai. Marika si tirò su seduta, con il lenzuolo che la copriva solo dal ginocchio in   per questo, anzi…
 giù, e osservò la scena; improvvisamente si formò una lunga fila davanti a qualcuno che   La sveglia trillò; Marika si tirò su dal letto, prese Piccola Dolly dalla mensola e se la mise
 distribuiva qualcosa. Siccome da lì dov'era non riusciva a capire chi distribuisse cosa, la   nello zaino. Un altro giorno era iniziato, un altro tran-tran quotidiano da affrontare, una
 bambina si alzò dal letto e andò a vedere. Si mise in fila; pur essendo più alta di tutti i   nuova occasione di crescita. Si guardò allo specchio e immaginò di infilarsi un paio di
 giocattoli e soprammobili, non riusciva a scorgere nulla, perché evidentemente chi c'era   grandi e soffici orecchie da coniglio. Poi corse fuori… non c'era tempo da perdere: c'era
 al di là della fila era molto più basso degli altri. Finalmente finì il turno del falco di pelu-  da festeggiare!
 che che aveva davanti e si ritrovò faccia a faccia con quella bellissima
 bambola della mensola; aveva dei biglietti in mano, ed era ancora più bella perché ani-
 mata. Appariva un po' diversa da quando era lassù: ora sfoggiava infatti un codino e due
 lunghe orecchie bianche da coniglio.
 “Ecco il tuo accesso", le disse improvvisamente porgendole un ticket completamente
 bianco
 “Accesso per cosa"? le chiese Marika
 “Per il tran tran quotidiano”
 “Se non lo prendessi non potrei accedervi?” le chiese la bambina incredula e contenta
 insieme
 “Marika, ma tu devi accedervi, è la tua vita"
 “Come sai il mio nome?”
 “Oh, tutti noi lo sappiamo qui; facciamo parte proprio del tuo tran-tran. Anche tu co-
 nosci il mio nome, così come quello degli altri; ce l'hai dato tu stessa tempo fa, solo che
 te ne sei dimenticata”
 “Potresti ricordarmelo?”
 “Mi chiamo Piccola Dolly, Piccola di nome e Dolly di cognome”
 In quel momento partì una musica molto coinvolgente, e tutti i presenti iniziarono a   ELISABETTA DE MICHELE
 sorridere e danzare
 “Che succede qui?”, domandò Marika alla sua bambola ritrovata
 “Festeggiamo il tran-tran quotidiano"
 “E perché mai lo festeggiate? Io lo detesto"
 “Per quale motivo?”
 “Mi annoio… sempre le stesse cose… forse per te non è così"
 “Lo è, ma non lo è. Se ci pensi bene le cose non sono mai uguali. In un giorno cambia
 tutto: un sorriso in più o in meno, tuo o di chi incontri; un argomento nuovo imparato a
 scuola o grazie a qualche libro letto; un brufolino in più o in meno sul tuo viso; un vicino
 di casa che arriva e uno che se ne va… senza contare dentro di noi quanti cambiamenti




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