Page 28 - RIVISTA NOIQUI DICEMBRE 2021
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pAsquALE VuLCAnO                                                                                                                                                    HELEnA mALAChOVá


               LA LUCE DEL NATALE                                 NATALE DI LUCE

               S'illumina la grotta nell'incanto                  Mi prostro innanzi a Te, mio Salvatore,                                  IL CIELO SILENTE
               di quel vagito atteso da millenni                  con l'anima che piange e si tormenta;
               nel vuoto mondo privo d'ogni canto                 t'offro Bambino tutto il mio dolore,
               già nel torpore e in lacrime perenni!              nel mentre fuori e dentro la tormenta                                    Andai a Gerusalemme al tempo della peste
                                                                                                                                           Vidi i muri
               Sarà una luce colma di magia                       urla con furia e non s'acqueta mai!                                      Piansi
               che vestirà il sentiero d'ogni fiore,              Non so domani cosa ancor m'attende,                                      Il cielo restò silente
               s'udrà all'intorno dolce melodia                   ché per la china e alla deriva è ormai                                   Mi bagnai nei sette fiumi sacri e bevvi avida
               che infonderà speranza in ogni cuore.              la vita mia, sì stanca, che s'arrende;                                   Fanciulli affamati guardavano le luci nel cielo scuro
                                                                                                                                           e silente
               La mente va al Bambino sulla paglia                ma poi contemplo il viso tuo celeste,                                    Mi prostrai davanti all'altare nell'attesa di un segno
               ch'apre le braccia e accoglie il mondo intero      anche se al freddo d'una mangiatoia                                      Camminai sotto il sole cocente tra rovi di rosmarino
               che ottuso nel peccato l'alma incaglia             e la speranza il cuore spento investe                                    Caddi davanti alla cattedrale muta
               e incede a stento al buio del sentiero.            e attendo che ritorni nuova gioia                                        Mi trasformai in un fiore di loto e aspettai paziente
                                                                                                                                           Vidi un serpente alato
               Diffonda la sua luce tutt'intorno                  in questa luce che risplende attorno,                                    Insaziabile
               e l'alba chiara accenda un nuovo giorno!           che calma la mia pena e ancor fa giorno!                                 nel cielo di battaglia e nirvane d'artificio
                                                                                                                                           Sgranai rosari di legno
               Nota dell'autore: sonetto elisabettiano            Nota dell'autore: sonetto elisabettiano                                  e digiunai nel deserto
                                                                                                                                           Il sole trasudava stelle
                                                                                                                                           e gli scorpioni si pungevano con la coda
                                                                                                                                           La vergine dagli occhi di cerbiatta
                                                                                                                                           tacque
                                                                                                                                           Mi gettai in estasi sulla graticola
                                                                                                                                           pur di compiere un prodigio di santità
                                                                                                                                           Mangiai ragni e formiche
                                                                                                                                           Mi feci trafiggere da frecce accuminate
                                                                                                                                           in una notte di silenzio totale
                                                                                                                                           Nessuna voce mi lodò

                                                                                                                                           Salii poi sul monte
                                                                                                                                           Altissimo
                                                                                                                                           Mi sedetti quieta in cima
                                                                                                                                           Contemplai
                                                                                                                                           l'eterna neve
                                                                                                                                           e il cielo a portata di mano
                                                                                                                                           Fu allora che udii parole
                                                                                                                                           di infinita bellezza















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                periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                                                                                                         periodico mensile del gruppo NOIQUI
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