Page 30 - RIVISTA NOIQUI DICEMBRE 2021
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EmmA LAmBERTI




                CARO BABBO NATALE

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                                                                                                                                         giorni che non ho più.
                                                                 abbia dimenticato, è che forse mai come                                 Ti prometto che farò la brava, anzi sarò bravissima se porterai salute e felicità a chi amo.
                                                                 quest'anno ho bisogno di te.                                            L 'albero quest'anno non l’ho fatto, non ne avevo voglia, ma non credo che i doni che ti
                                                                 Forse non ti ricorderai neanche chi sono,                               chiedo siano da trovarsi sotto uno stupido albero addobbato con quattro luci intermit-
                                                                 ma pensaci un po'...sono io, sì, proprio io,                            tenti e due palline colorate. Non troverai neanche il presepe, né le zeppoline dolci.
                                                                 la bimba che abitava su un viale alberato,                               Un cuore, incartato in un foglio stropicciato, intriso di amore e umiltà, lascio lì, sul
                                                                 in un piccolo paese a pochi chilometri dal                              tavolo.
                                                                 mare. Quella che aveva tanti sogni da rea-                              Se lo ritieni opportuno, frammentalo in coriandoli e fanne dono a chi un cuore non ha.
                                                                 lizzare e una voglia di vivere trascinante.                             La bimba gioiello di nonna.
                                                                 Io esuberante in tutto, che credevo di
                                                                 avere il mondo ai miei piedi, cocca di                                  alias Emma Altea
                                                                 papà e gioiello di nonna.
                                                                 Sai, sono diventata grande, ho un figlio
                                                                 meraviglioso, un lavoro dignitoso e mi
                                                                 manchi tanto.
                                                                 Vorrei tornare alcune volte a rivivere quei
                                                                 giorni in cui tutto era sereno, dove l'unica
                                                                 vera preoccupazione era cosa preparare
                                                                 per il tuo arrivo e per amici e parenti che
                venivano a trovarci. La casa era addobbata a festa, ogni giorno era festa, ogni gior-
                no era Natale. Mi manca la voce di nonna indaffarata a preparare dolci, o a cucirmi il
                vestitino blu con i pizzi color panna. Mi manca il buon profumo del ragù fatto da lei e
                il profumo della crema che si applicava sul viso prima di uscire. Mi manca la sua mano
                che stringeva la mia quando andavamo a messa, e quando qualcuno le chiedeva chi
                fossi rispondeva orgogliosamente " è mia nipote Emmuccia!". Mi manca. Mi manca.
                Mi manca anche il suo " mi raccomando Emma, fa' la brava!".
                Facevamo il presepe insieme, col muschio vero, profumato, che sapeva di bosco. Sce-
                glievamo i colori per dipingere le casette di carta, e il foglio da mettere come sfondo
                per rappresentare la notte stellata. Mi manca il " Tu scendi dalle stelle" e " Scende giù
                dal ciel neve" che sentivo echeggiare per casa e per le vie del mio paese. Ti scrivevo tre-
                mante, con la paura che se avessi chiesto troppo non avresti avuto soldi per comprare
                i regali agli altri bambini, e perché, forse, non ero stata tanto buona da meritare quelli
                che desideravo.
                Che giorni felici! Ora capisco la ricchezza di quei giorni. Ora
                capisco il valore degli abbracci e delle carezze che non ho più.
                Ora capisco cosa significa il vuoto che può lasciare una Donna di spessore come non-
                na.
                Ora per Natale cucino io, niente più bramosia di scartare doni, né frenesia per andarli a
                scegliere.
                Niente più richieste di regali, niente più canti natalizi.
                Vivo in una città ben lontana dal mio paese natio. Qui tutto è diverso, tutto più lontano
                dai miei ricordi di bimba.
                Ti scrivo solo perché vorrei avere nonna ancora per qualche ora e anche qualche gior-
                no della mia infanzia.



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