Page 21 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2022
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MENZIONE DI MERITO  ANNA MAZZARA                      ANNA FIORILLO-CLAVELLI                             ANNA GIANCARLO


 ALBERTO PREGNO  ANDREA VENANZI  INFAUSTA SORTE        HO RAPITO LA LUNA                                  DILLO ALLA LUNA


 LA MIA LUNA  VITE RUBATE  Non fu lo scoppiettio       Ho rapito la luna                                  Cammino senza meta
                                                                                                          nel deserto di quest'alma affranta.
                                                       per sognare un cielo
               della legna ad incenerire
               i capelli color miele                   che passeggia nell'aria                            Lungo i meandri
 La mia luna, sei stasera  Voglio che tu mi porti  Sentire i tuoi effetti nel cielo  di mia madre.  per vedere ballare le stelle  dei percorsi della vita
 Luce quadrata nella mia camera da  alla mia femmina da amare.  vedere anche l'altra faccia  Né i lampi a sfrecciare    per abbracciare il respiro  s'intrinsecano i pensieri,
 letto  affinché si possa capire.  dai vetri sbiancando  della luce che mi invade.                        si perde l'orientamento
 testimone delle mie rivelazioni  Mi manchi quando ti assenti  le mie rosee guance.                       della sincerità.
 quando parlo con lei  la mia terra copre la tua luminosità  Questa luce illumina i passi  Non è stata l'ultima neve   Ho rapito la luna, l'ho adagiata  Ricordi di un passato appresso
 con la sua foto tra le mie mani.  e fino al violino dei grilli  di marzo a gelare i nostri               s'ergono possenti
 la sua musica, non si sente  senza dirigere quelli di alcuni  su un mare di dolcezza
 Mi fai l'occhiolino e ti nascondi  Torna indietro, la mia luce quadra-  che percorrono e vivono il   resti e tingere di sangue   per tuffarci insieme  alla ragione,
               il poco pane rimasto
                                                                                                          giunta è l'ora
                                                       in una notte dove iniziano
 male.
 Santo Graal, per un istante  ta  per coccolare il gorgoglio   i sogni del mio amore                      della confessione,
 e rendi triste la mia notte la tua   illuminando la mia camera da letto  Lacrime innocenti si specchia-  alle viscere di noi poveri   con te oltre l'orizzonte  tacere è finito il tempo
 penombra  no  agnellini.                              dove la vita continua.                             urla e si dimena
 Non guardando la foto della mia   Se non ti vedo, luna piena
 amata.  non è che ti manchi una parte  in te Luna, piangendo vite   Tragici risvolti questa   Ho rapito la luna  il discernimento.
 rubate
                                                                                                          Giunta è l'ora
               trascorsa   notte
 La tua stanza sta diminuendo
 Ti vedo anche al tramonto  nei miei sogni, con la mia amata.  da uomini gaglioffi e diabolici.  al suonare delle sirene  quando l'ho vista   di mendicare il perdono.
               d'improvviso di metalli
                                                       nel pozzo, sola e triste
                                                                                                          Nella valle del silenzio amaro
 pettinare i tuoi ricci  e detriti furono coperti      ho sentito la sua                                  la luna altera fugge
 allo specchio del mare  La mia luna, sei stasera  i nostri innocenti corpi  essenza abbandonata          la mia angoscia interiore
 e i gabbiani che ballano  quella che mi ispira nei miei versi
 festeggiando la tua presenza  parlare di te e della mia musa  addolorando la luna    e l'ho rapita per farla   sferzata dal vento.
                                                       abitare in due cuori
               per l'infausta sorte.
                                                                                                          Intorno soltanto il vuoto
 luce argentata nel mare.  la mia anima viaggia così lontano  che si amano                                e l'ombra del rimpianto...
 e illumini il mio cammino
 Alzo gli occhi verso il cielo  fino ad arrivare alle braccia  da sempre e per sempre.
 sospiri di me se ne vanno  della donna che nei miei sogni
 come un lupo entra nel suo zelo  Ho segnato il mio stesso destino.  ANNALENA CIMINO  CARMELA DE GIORGIO   CHIARA GAMBARARA
 per portare il suo compagno
               NON SI PUÒ                                   L'ALTRA FACCIA DELLA                           LUNA
                                                            LUNA
               Non si può fermare                                                                          Oh
 Alexandra Firita
               lo scorrere del tempo,                       Luna bugiarda,                                 falce di luna fulgente

 LA LUNA       non si possono placare                       luna beffarda,                                 tu che
                                                            piuttosto che niente
                                                                                                           simile a lucida conca d’argento
               le onde del mare.
 (l'ultima parte del poema)   Con i piedi bagnati di Amnios  Non smetterà mai  mi illudi e mi incanti      raccogli
                                                                                                           ogni silenziosa lacrima mia
               l'avvicendarsi delle sue fasi
                                                            con una virgola
 fu baciato dalla Luna ed iniziò
 C’era la Luna bianca  a spargere i suoi piccoli grandi passi   la luna.  di luce velata,                  ospitando
               Non s'addormenterà mai
                                                                                                           nella smussata ansa crescente
                                                            alone soffuso,
 d’avorio incantato fantasma  nei quattro venti  il giorno senza aver baciato  traballante                 le segrete preghiere
 che spoglia i suoi mille veli   come il seme che germoglia la foresta  la notte.  su un mare in burrasca,  d’un minuscolo cuore spaurito
 svelando celesti segreti.  come la vita che genera la vita.  Non si disperderà mai  fra frasi fatte,      or dimmi forte
 Sui mari, la Luna, appena sentita la brezza   Con i suoi piccoli grandi piedi  il vento fra le nuvole.  di circostanza,  se possiedi
                                                            tra frammenti di ombre
                                                                                                           un definito pensiero inespresso
               Non si placherà mai
 dolce come un respiro di neo-genito,   toccò la sofferenza del cammino  un amore immenso.  in una notte scura,  una chiave d’accesso
 come un sospiro d’albatro in nottambulo volo,  senza naufragarvi, senza fermarsi altrove,  Vivrà per sempre riflesso  fra brandelli di cuore  al tuo nucleo complesso
 Ella, così grandiosa, fantastica,  arrivò sulla Via Lattea.  in una lacrima.  sparsi tra flutti del mare  poiché l’ignoranza
 in una danza sulle onde                                    in tempesta                                    dell’original verità
 C’era la Luna come un occhio sveglio
 mille lune, frantumi galleggianti verso la riva,  nell’animo della notte, limpida, serena,  DANIELA CAPPANARI  E dietro il chiarore  spaventa
                                                            artificiale
                                                                                                           anche i più risoluti animi
 lì, dove la sabbia ammucchiava le alghe    benedetta Luna che faceva sorgere dalle sue labbra  d'una finestra,  ed io
 e le conchiglie vuote  dal suo cuore di madre un incantato fiume  DARGLI UN NOME   affacciata sul vuoto,  tenero fiore tremante
 come in un marsupio.  di ninna nanna che dondolava dolcemente  pieno di niente,                           di disciogliermi rischio
 me, quello appena giunto nel Mondo, bagnato di Amnios.  Quando cadrà la luna  un'anima in pena si dispera  nel calderon delirante
               non saranno i poeti                          Respira a singhiozzi                           ove il caos
               a sentirne il rumore                         il silenzio della notte,                       è il principale ingrediente.
               Loro hanno silenzi
 ELISABETTA BIONDI DELLA SDRISCIA  preziosi da ascoltare    il torpore
 Era il venti luglio, l’anno correva                        di lunghe ore in attesa                       ALMA BIGONZONI
 È GIUNTO INFINE IL TUO MOMENTO  Millenovecento sessantanove,  Qualche cane randagio  di un rumore
               annusando l'aria
 e la tua voce commentò in diretta                          di passi che mai più                          TU E LA LUNA
 Adesso che sei tu a posare il piede  il primo passo umano sulla luna.  guairà di dolore  sentirà
               E un vecchio barbone
 in territorio a tutti sconosciuto  Neil Amstrong fu quell’uomo fortunato,  sentirà più freddo            A quest'ora calma della sera
 non ci sarà nessuno a raccontare  di Aldrin, che lo segue, non c’è traccia  il cappotto del buio         il cuore stanco e solitario
 passo passo tutto ciò che è accaduto.  nel ricordo di noi che guardavamo  Ma non dirà niente             s'acquieta.
 con ansia crescente e con passione                                                                       Quest'immobile silenzio
 Non ci dirà nessuno il tuo “Ha toccato!”,  la cronaca veemente e le parole  Nel suo mondo di cartone     mi scorre nella mente e sente
               non è così importante
 possiamo solamente immaginare,  di Tito Stagno alla televisione.  Quando cadrà la luna                   la mia anima
 quello che, in vita, a tutti noi è negato.                                                               il ricordo dei tuoi passi.
 Invece mi ricordo forte e chiara  È giunto infine il tuo momento, Tito,  un vecchio innamorato           Quando la tua immagine svanisce
               cercherà nel suo cuore
 la voce che gridò con emozione  di sapere cosa si prova al tocco  il ricordo di qualcosa                 mi rimane il tuo riflesso impresso
 “Ha toccato! Ha toccato in quest’istante!”  del piede sopra un nuovo territorio,  che riempiva il cielo vuoto  come un lampo dentro il cuore.
 che trasformò la luna in continente,  ma non potrai gridarci il tuo entusiasmo  Non riuscirà a dargli un nome.  Potessi esser la luna
 in terra di conquista da studiare  e per sapere io devo qui aspettare                                    a te mi donerei
 dall’astro in cielo, pallido e silente  il mio allunaggio, che non può tardare.                          per far brillare al buio il tuo lucente
 che guardavamo assorti quand’è sera.                                                                     viso




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 periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                 periodico mensile del gruppo NOIQUI
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