Page 45 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2022
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annALIsA pOTEnzA  ELvIRA quAGLIARELLA

 UN RARO LINGUAGGIO

                    “I BAMBINI CI INSEGNANO…”
 In occasione della giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo che si festeggia il 2 aprile del corrente anno, gli
 alunni della classe II D dell’Istituto Comprensivo 7 di Pescara, plesso Antonelli (scuola secondaria di primo grado) Julia   I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta”
 Ciafarone, Vittoria Del Raso, Angelica Iezzi, Manuel Mezzani e Antonio Spinelli, hanno scritto una poesia nell’ambito di                                                                               (Antoine de Saint-Exupéry)
 un laboratorio svolto durante le ore di Italiano tenuto dalle docenti Annalisa Potenza e Maria Rizzello. I ragazzi avevano
 già sentito parlare dell’autismo ma non sapevano nello specifico di cosa si trattasse.
 Si sono avvicinati con interesse ad una tematica per loro poco conosciuta, riuscendo a calarsi nella parte di un bambino
 con tali problemi e intrattenendo un “dialogo” con lui. Attraverso il canale dell’immaginazione hanno vissuto l’esperienza
 come se fosse reale, avvertendo tutte le emozioni, sensazioni e considerazioni che un tale contatto ha prodotto e che poi
 sono state tradotte nel linguaggio della poesia.
                                                     La Scuola è il luogo dove si coltiva e si educa la ragione a saper riconoscere e distin-
                                                     guere ciò che è bene da ciò che è male, il luogo in cui si cresce "in sapienza e grazia",
                                                     in cui, attraverso il dialogo rispettoso con gli altri e il confronto delle idee, si viene
 UN RARO LINGUAGGIO  educati soprattutto ai valori di civiltà e di solidarietà, e si apprende la civile convivenza e altresì il rispetto, al di là di ogni
 L’ho visto.   discriminazione.
               Spesso la solidarietà è innata nell'essere umano, soprattutto da chi, bambino, è scevro dall'egoismo che contraddistingue
 Mi avvicinai,   l'uomo adulto.

 provai a salutarlo,                       La pandemia da Covid-19 e la guerra hanno sconvolto la vita di milioni di persone. Tutti devono affrontare timori e an-
               sie, oltre ai tanti problemi della vita quotidiana. A farne le spese, forse più di altri, sono proprio i bambini.
 non rispondeva.  Per loro, questo è un momento difficile da dover gestire. Su di essi gravano le paure, più o meno razionali, i timori per un

 Si alzava spesso,                            futuro che appare incerto, la preoccupazione per famigliari, amici o conoscenti. I bambini sono sensibilissimi nel cogliere
               le ansie dei grandi ed in questo momento, più che mai, gli adulti hanno una grande responsabilità verso i bambini a cui
 parlando con se stesso.  arrivano immagini, foto, video, discorsi tra adulti, echi del conflitto ucraino. Se ne parla in casa, in classe, sui giornali, alla
 Una strana sensazione.            tv.
               Nella prima infanzia la capacità di riconoscere il fenomeno della guerra non è sostenibile per un bambino. E l'unico risul-
 Spaurita, non sapevo cosa fare.  tato che si rischia di ottenere è quello della paura, dell'angoscia, del panico suscitando unicamente il terrore di ritrovarsi

 Fermo a fissare il pavimento,             in quelle immagini e situazioni senza la protezione genitoriale.
               Nella seconda infanzia, dai 9-10 anni, si può iniziare a parlarne. Prima vanno in qualche modo protetti: la guerra è per
 mi indicò una lettera.   fortuna qualcosa di distante dal loro immaginario e bisogna evitare di farla entrare nelle loro emozioni infantili.

 “Ciao, mi chiamo Luca,  Non dovremmo mai esporre i bambini alle immagini di distruzione e di morte. Ancor più se soli, abbandonati davanti
               alla tv senza filtri o protezioni.  Adesso questo conflitto è qui, in maniera inaspettata, sorprendente, sconvolgente ma la
 non riesco ad usare le parole,            guerra non va riportata nelle esperienze del possibile.

 non riesco a guardare negli occhi  La scuola dovrebbe affrontare il tema ribadendo il portato della nostra Costituzione. Lì dentro c'è un messaggio molto
               chiaro: la guerra non è consentita. È un principio che i bambini studiano in educazione civica e che riescono a capire.
 nessuna persona,                                            Dire loro che la violenza va rifiutata, che non si può uccidere nessuno e che la guerra è l'uccisione di persone su larga
 non faccio trapelare i mei sentimenti,            scala: tutto questo è per loro un pensiero concreto e dunque comprensibile. L'articolo 11 della Costituzione andrebbe
               letto, scritto, disegnato.
 se sono triste oppure felice.  Dobbiamo avere più rispetto per i bambini prima di proiettare su di loro le nostre ansie e le nostre paure della guerra.

 Tengo tutti i pensieri dentro,                                Oggi come mondo adulto stiamo perdendo la capacità di comprendere i tratti tipici infantili. Abbiamo talvolta pretese di
               ragionevolezza che non sono compatibili con il loro mondo basato su pensiero tangibile, motorio, concreto, emotivo.
 come un tesoro.                                           I bambini si sono trovati davanti all'esperienza recente del Covid, ora la guerra...

 Tanti bambini vorrebbero giocare con me,  Il Covid è stato per loro un'esperienza effettiva, reale, che nessuna generazione precedente aveva mai vissuto. Hanno
               visto i loro genitori e le loro maestre con le mascherine in un momento di crescita in cui il volto, l'espressione, la recipro-
 io preferisco stare da solo.                                cità comunicativa sono tutto. Facciamo finta di non pensarci ma dobbiamo aspettarci delle ricadute: come si fa a essere
 Sapete, anche voi siete imperfetti:  del tutto tranquilli essendo cresciuti così?
                Anche per questo io credo che sottoporli anche al fenomeno della guerra non sia ora necessario. Dobbiamo cercare di
 parlate tanto ma poi litigate.  rendere la vita quotidiana il più normale possibile. Compito di noi adulti è di far vivere i bambini, dar loro possibilità di

 Io non uso la mente,                                      sorridere, giocare con loro, farli esprimere liberamente attraverso l’universo verbale e non verbale. I bambini possono
               mettere in discussione tante illusorie certezze e tante vane sovrastrutture che il mondo degli adulti ha faticosamente ele-
 non uso la ragione,  vato a sua difesa perché in lui vi è purezza, curiosità, entusiasmo.

 io ascolto un’altra voce,                               I bambini ricordano un’esperienza lontana del nostro passato, che le cicatrici della vita han reso sbiadita negli anni. Essi
               sono ancora in grado di stupirsi: le loro emozioni non hanno modo di essere celate e, presentandosi in tutta la loro ir-
 quella del cuore”.  ruenza, parlano, comunicano e ci inducono a riflettere.
 Mi fece molta tenerezza,                       Sono cristallini, privi di doppi sensi, dietrologie e apparenze: un bimbo è quel che è, una rara nota di autenticità. Perché il
               disincanto di un bambino, tra spontaneità e voglia di conoscere, tra inesperienza e semplicità di rado sopravvive al passa-
 lo andai ad abbracciare.  re degli anni, e solo quando torna a respirare, anche se nelle vesti di un uomo maturo, regala emozioni senza paragoni!

 Chissà se si sente giudicato
 oppure diverso,

 lui che, invece, è veramente se stesso.

 Io lo ammiro molto
 lui comunica in un altro modo,

 parla un raro linguaggio, quello dell’Amore:

 per ogni ostacolo esiste sempre una soluzione.




















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 periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                 periodico mensile del gruppo NOIQUI
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