Page 76 - RIVISTA OTTOBRE 2024
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fabiana Bia Cusumano




                                                          Il non amore uccide

                                                                    di Bia Cusumano

                                                                 A tutti gli adolescenti

                                                                              che
                                                               non si sono sentiti amati

               Maelle.

               “Sai che significa?”
                  -  Principessa -


               Ricordo ancora il profumo di lavanda nella stanza in cui ho tenuto la mia bimba tra le braccia,

               frammisto all’odore di latte, pannolini, creme lenitive, fiori riposti sul comodino, confetti rosa.

               Un misto di odori e dolore per non avere saputo partorire con un parto naturale. Avrei voluto
               averne la forza ma è stata una gravidanza difficile. Il mio ex fidanzato mi ha piantato appena ha

               scoperto che avremmo avuto un figlio. Mi ha detto che i figli li facevano gli adulti, non i ragazzini

               e che lui era ancora un ragazzino. Voleva vivere leggero e fare tante esperienze, viaggi, incontri.
               Voleva studiare, fare carriera, avere tanti soldi. Un figlio lo avrebbe castrato per sempre. In

               sintesi, mi ha lasciato completamente sola con una creatura in pancia a soli 17 anni. Sono cose

               che ti segnano dentro. Non so cosa si sia rotto esattamente ma qualcosa deve essere successo
               tra pancia e cuore. Sta di fatto che i nove mesi di gravidanza sono stati terrificanti. Flebo

               e vomito, vomito e flebo. Ho ricordi vaghi che si sovrappongono alla sensazione di sporco,

               sudato, appiccicoso. Sudavo in maniera incontenibile e non riuscivo ad alimentarmi in maniera
               naturale. Ma il bambino cresceva bene. Anzi la bambina. Ho giurato che a mia figlia una cosa

               così non sarebbe mai successa. Sentirsi amata come una principessa fino ad un certo punto e

               poi il nulla, l’abbandono totale. Era un amore adolescenziale senza correlazione alcuna con la
               responsabilità, quello tra me e Fabio. Lui era stato il mio principe finché aveva saputo esserlo.

               Finché lo sbaglio non era stato commesso. Così ha chiamato Maelle. Uno sbaglio, un errore

               da ragazzi che però non poteva compromettere la sua vita e la mia. Forse s’aspettava che io

               interrompessi la gravidanza e facessi come lui. Vivessi come se non fosse mai successo nulla.
               Maelle è stata concepita in una sera di ottobre in un parco giochi. Eravamo usciti in gruppo

               con i compagni di liceo e altri amici. Un gruppo di coetanei che giocano e si divertono insieme

               in un sabato sera tra autoscontri, aerei volanti, bancarelle, fumo di castagne, qualche drink per

               sentirsi grandi e panini mangiati sulle panchine. Una serata perfetta. Poi Fabio mi propose di
               accompagnarmi a casa. In effetti si era fatto tardi e ai tempi vivevo con mio padre. Se avessi

               fatto notte fonda, mi sarebbe toccata la ramanzina sui gradini delle scale. Ho imparato da allora

               che non esistono serate perfette e che i principi sono principi solo nelle fiabe. Stavamo insieme
               da due anni, io e Fabio. Ero perdutamente innamorata di lui ma non ho mai saputo dirglielo.

               Lui mi ricopriva di attenzioni, cure, regali, abbracci fra le mie crisi adolescenziali e le urla di

               mio padre. Crescere senza una madre non era facile. Non è mai stato facile. Ha creato dentro
               me buchi neri che ancora oggi che sono una donna adulta, sento risucchiarmi. Forse avere un

               figlio a soli 17 anni non era uno sbaglio e un fallimento come disse prima Fabio, poi mio padre.

               Poteva essere l’occasione di mettere tanti pezzi a posto. Potevo dare io tutto l’amore che non
               avevo ricevuto. Io Maelle la desideravo. Fabio no. E su questo non è naufragata la mia storia

               con lui e tutto il resto. Strani giri della vita. Mia madre che era stata per me il grande inganno

               della mia esistenza fu l’unica a capirmi, a sostenermi, ad esserci. Mia madre voleva questa bimba
               e la voleva per me e forse anche per lei. Maelle fu il punto di rottura e di non ritorno per tante

               cose, il punto di svolta e di rinascita per tante altre. Come sempre nella vita. Per lei ho perso il

               mio principe e mio padre, ho ritrovato mia madre e sono diventata madre a mia volta. Non so

               come un giorno avrei potuto raccontare tutto questo a mia figlia. Ho semplicemente provato a
               farla sentire amata anche senza un padre e un nonno. Fratture profonde, lo so ma ho creduto

               che il mio amore immenso e quello di mia madre che mi ha accolto a casa sua, sarebbero bastati.

               Ero figlia di divorziati che si erano fatti la guerra per anni e anni. Maelle sarebbe stata figlia



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